Evento culturale

La collezione Peggy Guggenheim e lo Swatch Art Peace Hotel lanciano i workshop 'SuperaMenti'

Quattro eventi condotti da altrettanti artisti italiani e internazionali destinati al pubblico della Generazione Z. I laboratori sono gratuiti e coprono un periodo tra ottobre 2020 e gennaio 2021, con una modalità da remoto tramite la piattaforma Zoom in preparazione ai tre giorni di workshop in presenza, in diversi luoghi della città di Venezia.

La Collezione Peggy Guggenheim, con la partecipazione di Swatch Art Peace Hotel, presenta SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente, ciclo di quattro workshop condotti da altrettanti artisti italiani e internazionali destinati al pubblico della cosiddetta Generazione Z, ovvero i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Partendo dalla riflessione sulla situazione che la società sta vivendo, in cui il distanziamento sociale, l’accesso contingentato agli spazi pubblici, il divieto di assembramenti e le modalità di incontro da remoto hanno ridefinito le relazioni interpersonali, e con l’idea di superare i limiti che tale situazione impone, i quattro incontri sono una sfida al presente attraverso l’attivazione di processi creativi e sociali volti a creare una “nuova normalità”.

Jan Vormann, Stefano Ogliari Badessi, in arte S.O.B, Alice Pasquini, Cecilia Jansson. Quattro voci, quattro linguaggi artistici distinti che spaziano dalla scultura all’installazione, dalla street art al disegno, mettono in gioco la propria pratica artistica ideando una serie di workshop volti a favorire l’interazione e lo scambio, fisico o metaforico, tra i partecipanti, rafforzando il senso di cittadinanza e consolidando valori come la partecipazione, il rispetto dell’ambiente, l’appartenenza a una collettività. “Servire il futuro invece di registrare il passato” era uno degli obiettivi che Peggy Guggenheim auspicava per la sua galleria-museo newyorkese Art of This Century e oggi diventa il motto che guida il progetto inteso come una sfida alla situazione attuale. I quattro incontri, che fanno della social practice il loro approccio metodologico, utilizzeranno un lessico fresco, dinamico e attuale, ideale per creare un dialogo sinergico con i giovani ai quali si rivolgono. I laboratori sono gratuiti e sono in svolgimento tra ottobre 2020 e gennaio 2021, con una modalità da remoto tramite la piattaforma Zoom in preparazione ai tre giorni di workshop in presenza. Gli appuntamenti si svolgono in diversi luoghi della città di Venezia, e hanno sempre nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e di contenimento del Covid-19.

Nell’affrontare i temi della contemporaneità attraverso la lente dell’arte, SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente rientra nella collaborazione, nata nel 2018, tra la Collezione Peggy Guggenheim e ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile che si occupa di promuovere i 17 Obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, toccando in particolare il goal 4, istruzione di qualità.

“Nel 1942, nel pieno della Seconda guerra mondiale, Peggy Guggenheim inaugura a New York la galleria-museo Art of This Century, immaginandola come “un centro in cui gli artisti siano benvenuti e possano collaborare alla creazione di un laboratorio di ricerca per nuove idee”. Grazie a questo luogo nacque un incontro generazionale tra i rappresentanti delle avanguardie europee fuggiti dallo scontro bellico e dai regimi totalitari e gli artisti della futura Scuola di New York. Anche Palazzo Venier dei Leoni, attuale sede della Collezione, ha costituito per trent’anni un luogo di ritrovo per giovani artisti, scrittori e intellettuali provenienti da tutto il mondo. Sono dunque felice che il museo continui tutt’oggi a proporsi come un luogo di sperimentazione, un centro di scambio e d’incontro che favorisca il mettere in gioco diverse competenze grazie anche a risorse accessibili come il luogo stesso e le opere, fonti inesauribili d’ispirazione e bellezza”, afferma la direttrice Karole P. B. Vail.

SuperaMenti si è aperto l’1 ottobre con il laboratorio dell’artista tedesco Jan Vormann Castelli di vetro. Il workshop, della durata di quattro giorni, ha preso spunto da una riflessione sulle nuove soluzioni che devono essere continuamente trovate rispetto alle tante problematiche che la quotidianità ci pone davanti, per rimanere al passo con le sfide contemporanee. Nel corso del laboratorio sono state prese in esame le modalità di comunicazione degli spazi pubblici, soprattutto attraverso un materiale specifico: il vetro. Sono state esplorate tutte le sue proprietà, la sua bellezza, pura o in frantumi, la sua capacità di farsi trasparente o di ostruire e occultare la visione.

Il secondo intervento, che si è svolto dal 29 al 31 ottobre, ha visto invece protagonista l’italiano S.O.B. Stefano Ogliari Badessi, ideatore di Chi guarda cosa?, progetto finalizzato ad approfondire il rapporto con il tema dell’acqua, e dunque fortemente integrato nell’ambiente lagunare, attraverso la creazione di un’installazione, realizzata con materiali di recupero, costituita da due “occhi galleggianti” da trainare lungo i canali.

Dal 27 al 29 novembre è stata la volta della street artist Alice Pasquini (in foto), anche lei italiana, raccontare la sua arte e coinvolgere il pubblico nel workshop Oltre il muro: arte e contesto, che si propone come un’occasione di riflessione sulla trasformazione e il recupero urbano attraverso lo studio delle diverse tecniche di “fare street art” e la progettazione di una o più opere di arte pubblica. A chiudere il ciclo, a gennaio, sarà la svedese Cecilia Jansson, con il laboratorio di disegno Explore the distance, che affronterà il tema del corpo umano inteso come strumento di misura e limite.

La collaborazione con Swatch Art Peace Hotel permette la partecipazione di due artisti emergenti a livello internazionale, come S.O.B e Cecilia Jansson, che sono stati in passato ospiti della residenza d’artisti ideata da Swatch. Aperta nel 2011 per volontà del Presidente di Swatch Nick Hayek, lo Swatch Art Peace Hotel riunisce sotto lo stesso tetto creativi di varie discipline, arti visive, performance, danza, musica, scrittura, fotografia e video, e offre loro la possibilità di vivere e lavorare per alcuni mesi a Shanghai portando avanti in piena libertà la propria ricerca creativa. Lo Swatch Art Peace Hotel ha ospitato finora 370 artisti da più di 50 nazioni.

Questa comunità di creativi ha reso la residenza un laboratorio di sperimentazione, incontro, scambio culturale e centro nevralgico della creatività contemporanea in città. La volontà di creare uno spazio ed una comunità intorno all’idea di libera espressione contraddistinguono il legame che Swatch ha con l’arte da più di trent’anni: allo Swatch Art Peace Hotel si traduce in un spazio di assoluta libertà artistica. Da qui nasce il desiderio di sostenere la Collezione Peggy Guggenheim e di condividerne i valori, non solo in qualità di socio storico di Guggenheim Intrapresæ, ma anche, nel 2020, nel valorizzare e sostenere la creatività contemporanea con questa ulteriore iniziativa.

“Siamo felici di poter collaborare a questo progetto, che a mio avviso dà la possibilità ai giovani a cui si rivolge di poter creare un rapporto di scambio, reciproco, con l’artista. Non solo uno scambio dal punto di vista del fare, trattandosi di workshop, ma anche di accesso alla persona e alla sua creatività. Credo che da questi incontri ci sarà molto da imparare, ma anche da divertirsi. E questo è senz’altro un aspetto fondamentale: se, oltre ad aver imparato, i giovani usciranno da questi incontri con l’ambizione di superare la condizione presente, ma al tempo stesso divertiti, allora avremo creato un’esperienza bellissima”, sostiene Carlo Giordanetti, CEO Swatch Art Peace Hotel.

I.M.