Paola Merulla (a sx) ed Elena Salvi (a dx), partner di Pepe Research. In mezzo, Alessandro Costella, direttore generale Assorel
Scenari

Evoluzione delle Rp: gli obiettivi prioritari sono saper generare contenuti e sviluppare idee creative

Realizzata da Pepe Research con il patrocinio di Assorel, la ricerca, presentata quest’oggi, conferma la domanda di evoluzione e di nuove competenze di un comparto in fermento, che presenta molte opportunità di crescita.

Si è tenuta oggi la presentazione della ricerca ‘Public Relations: evoluzione e prospettive per il futuro’, realizzata da ‘Pepe Research’ con il patrocinio di Assorel, che ha esaminato le nuove tendenze della comunicazione rispetto al settore delle relazioni pubbliche.

(Per avere informazioni su Filomena Rosato, candidata unica alla presidenza Assorel, e sulle principali iniziative e ultime novità che riguardano l’associazione, leggi news).

Il principale risultato messo in evidenza dallo studio, come spiegato dalle partner di Pepe Research, Paola Merulla (in foto a sinistra) ed Elena Salvi (in foto a destra; in mezzo Alessandro Costella, direttore generale Assorel), è la grande rilevanza che gli operatori del settore attribuiscono al ‘saper generare contenuti’ (89% del campione) e ‘all’avere idee creative’ (60% del campione), che rappresentano gli obiettivi prioritari per chi lavora oggi in comunicazione, con riferimento al settore delle relazioni pubbliche. Percentuali sorprendenti, che, come spiegato da Salvi, rappresentano la domanda crescente di evoluzione e di nuove competenze di un comparto in fermento, che presenta molte opportunità di crescita.

Stupisce, per esempio, riscontrare, ha precisato Salvi, come il ‘saper generare contenuti’ e ‘l’avere idee creative’ superi nettamente ‘l’avere relazioni strette con i media del settore’, che pur piazzandosi al terzo posto tra gli obiettivi prioritari indicati dagli operatori del settore, ottiene ‘solo’ il 38% dei consensi del campione. Tallonato subito dopo, al quarto posto, da ‘avere relazioni con social media influencer’ (32%).

A seguire ‘saper gestire bene i social media’ (30%), ‘essere esperti nel crisis management’ (20%) e ‘avere relazioni strette con i blogger specializzati’ (9%).

In tutto ciò, spiega sempre Salvi, le digital relations ricoprono oggi sicuramente una funzione importante, ma non sono ancora sufficienti a sostituire il ruolo del classico ufficio stampa, che rimane prioritario e irrinunciabile (84%)

Il mercato sembra ancora immaturo rispetto alla gestione delle digital relations: mancano ancora le competenze per gestirle al meglio (molto d’accordo: 67%) e le azienda appaiono non ancora attrezzate per farlo.

Difficile prefigurare il modello organizzativo delle aziende nel prossimo futuro. Le previsioni degli esperti sono differenti: qualcuno ipotizza che esse tenderanno a strutturarsi per gestire il tutto internamente; altri ritengono che verrà preferito l’outsourcing, altri ancora prevedono una spartizione di ruoli, ma anche qui si dibatte nell’immaginarsi se verrà preferito demandare le attività operative piuttosto che quelle strategiche. Di fronte a questo scenario di incertezza, probabilmente ogni agenzia di Pr (e web agency) sta definendo la propria strategia di specializzazione.

Il panorama dei social network viene percepito come tendenzialmente specializzato. Solo Facebook e YouTube, pur avendo forte connotazione consumer, vengono percepiti rilevanti anche nella comunicazione business. 

Gli esperti di Rp sono certi che strumenti di misurazione dei risultati delle loro attività sarebbero molto graditi dai loro clienti (45%). Ma soprattutto sono convinti che questi strumenti sarebbero ancor più utili alle agenzie stesse, a testimonianza dell’efficacia delle iniziative intraprese (molto d’accordo: 73%). Nonostante il bisogno sia forte, sembrano ancora modeste le risposte disponibili: solo 2 intervistati su 10 raccontano un impegno forte dell’agenzia in questa direzione. È prevedibile che questo bisogno di dati concreti rimarrà inappagato ancora per un po’.

In quest’ottica non soddisfano affatto gli indicatori oggi abitualmente utilizzati nel campo delle digital relations. Essi vengono ritenuti per lo più inaffidabili, scarsamente correlabili alla conversione in risultati e tendenzialmente poco esaustivi. Anche da questo punto di vista c’è ancora molto da fare.

Infine, la ricerca ha indagato quali siano i profili oggi più ricercati dalle agenzie. L’attenzione ricade su tutte le professioni legate al mondo digital: grande interesse per i ‘creativi del social’, per gli esperti di analytics e per i professionisti della gestione dei contenuti. Minoritaria la ricerca di profili delle attività offline. Ma il top of mind dei bisogni professionali ricade sulle competenze di business development. Gestione dei clienti e sviluppo del mercato sembrano quindi essere le attività su cui puntare nel breve-medio periodo.  

“La ricerca è stata una grande occasione per gli operatori del settore di ‘guardarsi allo specchio’ - ha concluso Salvi - . Quasi 100 tra loro ci hanno raccontato la loro visione sulle sfide del settore: tra aree percepite ancora da sviluppare e prefigurazioni evolutive differenti, si delineano anni molto sfidanti per gli addetti ai lavori. Starà proprio nella capacità di prevedere al meglio le tendenze future la chiave di successo delle iniziative di relazioni pubbliche a venire”.

LA RICERCA_

Soggetto realizzatore: Pepe Research (patrocinio Assorel)

Date di rilevazione: 5-20 luglio 2016

Tema:  il settore delle public relation

Tipo e oggetto dell’indagine: indagine nazionale sulle tendenze delle settore Rp

Popolazione di riferimento: agenzie pr, web agency, responsabili comunicazione aziendale

Estensione territoriale: nazionale

Metodo di campionamento: campione autoselezionato su db di operatori del settore

Numerosità campione: 93

Metodo di raccolta delle informazioni: Cawi

Elaborazione dati: Spss, PTab

MG