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I trend di consumo in Italia secondo EY Future Consumer Index. Il 23% degli intervistati prevede di migliorare la propria situazione economica nei prossimi tre anni. Il 71% è preoccupato per i rincari energetici , il 67% per quelli dei beni alimentari

L’Italia è tra i Paesi più sensibili verso le tematiche ambientali e la sostenibilità. Il 95% evita lo spreco di cibo e il 58% ricicla o riutilizza i prodotti. Cresce l'importanza degli influencer soprattutto tra Millennial e Gen Z, con il 33% degli italiani che li segue attivamente. Sul fronte dei dati personali i consumatori sono meno restii a condividerli in cambio di esperienze personalizzate, ma la preoccupazione sulla privacy rimane un punto rilevante con il 62% che teme per la gestione delle proprie informazioni o per gli attacchi hacker (63%).

Il 44% degli italiani è preoccupato per la propria condizione economica e il 52% lo è relativamente all’economia del Paese. I dati, comunque in calo rispetto a gennaio 2024, emergono dalla 14a edizione dell'EY Future Consumer Index che ha intervistato 23mila cittadini a livello mondiale, dei quali 500 italiani.

Le aspettative dei rispondenti restano tuttavia abbastanza positive per il futuro soprattutto nella fascia di consumatori con i redditi più alti. Nei prossimi tre anni, il 23% degli intervistati prevede un miglioramento, anche se il 71% è preoccupato per l’aumento delle tariffe energetiche e dell’acqua e il 67% per l’aumento dei prezzi dei beni alimentari. Timori anche in fatto di temi legati alla salute (61%) e per il costo dei carburanti (59%).  

In aumento l’attenzione ai tempi ambientali e alla sostenibilità con il 75% che si dice preoccupato per i cambiamenti climatici a fronte di un 49% che nelle scelte di acquisto privilegia la sostenibilità. Dati che fanno dell’Italia come uno dei Paesi con la “più alta priorità ambientale”. Priorità che coinvolgono in modo omogeneo tutte le fasce di reddito e di età.

Il 42% dei Baby Boomer pone attenzione al tema dell’accessibilità economica, percentuale che scende al 34% per la Gen X e al 33% per i Millennial, mentre, per quanto riguarda la sostenibilità, i meno attenti sono i Baby Boomer con il 16%. In tal senso si dimostrano più sensibili la Gen Z (26%) e i Millennial (29%).

Più in particolare, per la Gen Z la priorità spetta ai temi legati alla salute (29%), seguiti dalla sostenibilità (26%). All’ultimo posto figura l’accessibilità economica (13%).

La sostenibilità resta tuttavia fondamentale tanto che il 95% dei consumatori si sta sforzando per non sprecare il cibo e il 58% “ricicla o riutilizza i prodotti dopo l’uso”. Su queste basi, le aziende dovrebbero attivarsi per individuare le aree che inquinano di più (rifiuti di plastica, l’intensità dell’acqua, impronta di carbonio dei processi produttivi) con l’obiettivo di ridurre le emissioni. In quest’ottica, il 35% dei consumatori sarà più orientato verso l’acquisto di prodotti di seconda mano, e il 74% tenterà di non sostituire i prodotti ma di ripararli quando possibile. Le aziende dal canto loro potrebbero considerare di rivedere e adattare i loro brand e prodotti per allinearsi alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti al budget e all’impatto economico, ambientale e sociale, introducendo nuovi formati più piccoli e packaging diversi.

In tema di salute e benessereil 73% prevede di essere più attento nel lungo periodo, acquistando, ad esempio, prodotti sani (42%) e riducendo al tempo stesso l’acquisto di bevande alcoliche (51%) o di tabacco nei prossimi mesi (46%). In tal senso, la maggiore consapevolezza e il cambiamento delle norme sociali stanno stimolando il passaggio ai prodotti di nuova generazione (NGP), come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato considerati meno dannosi delle sigarette tradizionali.

Crescono anche le marche commerciali (le cosiddette private label) tanto che i consumatori pensano di acquistarne maggiormente in futuro (soprattutto sui segmenti del Home Care 50% e del cibo confezionato 33%), in quanto, per il 55% degli intervistati, rispecchiando le stesse caratteristiche dei prodotti di marca.

Le categorie di prodotto private label che i consumatori sono orientati ad acquistare maggiormente sono prodotti per la casa, abbigliamento e accessori, personal care e del cibo confezionato. La Gen X è quella più favorevole alle private label, seguono i Baby Boomers e Gen Z. Un terzo degli intervistati non tornerebbe ad acquistare prodotti di marca, una volta provati i prodotti delle marche commerciali. Con la riduzione del divario di prezzo tra i prodotti a marchio privato e quelli di marca, i consumatori acquisteranno generi alimentari sempre più in base al valore e non alla fedeltà alla marca. Il 52% dei consumatori italiani afferma di comprare prodotti di marca solo quando sono in offerta, promozione o scontati.

L'aumento del numero di canali digitali offre ai consumatori la flessibilità che desiderano, ma allo stesso tempo crescono i costi per le aziende alle prese con un mercato in continua trasformazione e soggetto ai social media e a personalità influenti tra le community online, che impattano sulle abitudini di acquisto dei consumatori.

Dallo studio emerge inoltre che il 33% degli italiani segue regolarmente influencer, blogger o vlogger sui social media e che il 51% si affida a loro nelle scelte di acquisto. Il 43% dei consumatori ha ammesso di aver acquistato un prodotto esclusivamente sulla base di una raccomandazione o di una promozione fatta da un influencer.

Le app per lo shopping offrono ai brand nuove opportunità e sono preferite soprattutto da Millennial e Gen Z. Diversi i motivi per i quali le app piacciono. Tra questi, il desiderio di accedere a sconti e offerte esclusivi (50%), una maggiore comodità (45%), l’attrazione per promozioni o offerte riservate agli utenti dell'app (34%). Dati che mostrano un cambiamento nel comportamento d'acquisto dei consumatori italiani, sempre più a loro agio a condividere dati personali in cambio di esperienze personalizzate e raccomandazioni su possibili alternative. Nonostante l'entusiasmo per le nuove tecnologie, gli italiani rimangono però cauti riguardo alla sicurezza delle proprie informazioni personali: il 62% è preoccupato di come vengano gestiti i loro dati, il 63% teme violazioni e attacchi hackeril 70% teme un furto di identità o frode.