Digital
Interact: la rivoluzione del pronetariato
E' stato il primo degli speaker intervenuti, ma abbiamo scelto di chiudere il
'capitolo' Interact proprio con l'intervento
di Joel De Rosnay (nella foto), ceo Biotics, che rappresenta un punto di
arrivo di molte delle riflessioni scaturite dai due giorni del congresso di IAB
Europe, ma al tempo stesso un punto di partenza per immaginare un futuro a più
lunga scadenza. Non a caso, De Rosnay ha esordito senza mezzi termini: "Entro il
2020 internet sarà completamente scomparsa dalla nostra vista: ancor più che
'integrata', sarà 'embedded' (ndr: letteralmente 'incastrata') nella vita di
tutti i giorni. La prima fase del web è stata quella in cui enti e società
trasferivano informazioni e contenuti agli internauti. Il secondo step è quello
attuale, fatto di Web 2.0 e user generated content. Ma il futuro che ci aspetta,
quello che potremmo definire il Web 3.0, sarà quello del web 'simbiotico'."
In realtà, ha spiegato De Rosnay, internet è già integrato nel nostro ambiente quotidiano: è diventato un vero e proprio eco-sistema informativo, che come le cellule di un organismo vivente è fatto di regole, feedback, partecipazione. "Perché questa trasformazione? Perché il modello economico è stato completamente ribaltato. Fino ad ora le nostre economie erano basate su un modello 'top-down', dall'alto verso il basso, sfruttando le economie di scala, la produzione di massa e la distribuzione di massa, la scarsità delle risorse. Abbiamo vissuto sotto il dominio dei mass media per molti anni, ma ora è cambiato tutto, e il modello economico parte dal basso per andare verso l'alto, e i mass media hanno perso il loro potere sostituiti dal media delle masse." Attenzione, però, nota De Rosnay: ciò non vuol dire che tutto l'esistente scomparirà dall'oggi al domani, perché i due modelli vontinueranno a convivere a lungo. E riprende: "Alla base di questa rivoluzione ci sono coloro che io definisco i 'proNetari', ovvero coloro che possiedono direttamente i propri mezzi di produzione digitali. Sono loro a sfidare il modello arcaico degli 'infocapitalisti', ovvero i proprietari dei diritti, del copyright, dei media, dei programmi... Grazie a strumenti disponibili a chiunque come i blog, i 'giornali dei cittadini', il peer2peer (inizialmente per la musica, ma ora anche per il video, e molto presto anche per settori quali il banking, le assicurazioni, il consulting, la formazione...), è cambiata la relazione: e i consumatori si sono trasformati in 'consumattori'."
Si tratta di una rivoluzione estremamente fluida, dai contorni ancora indefiniti, ma che sicuramente coinvolgerà l'intero pianeta. "Il cambiamento più drastico, ma sarà solo il primo, è quello che ci riserva una democrazia partecipativa dove i cittadini avranno la possibilità di controllare e se necessario anche di sfidare concretamente i poteri consolidati. Contemporaneamente, il cambiamento darà inoltre nuovo potere ai più 'piccoli', ai pirati piuttosto che alle major. In terzo luogo, i nuovi canali di espressione consentiranno ai cittadini di esprimersi senza passare sotto il giogo dei mass media, costruendo piouttosto una intelligenza collettiva e 'connettiva' per trovare tutti insieme le soluzioni ai diversi problemi." Ma in un mondo dove – grazie ai nuovi modelli di business - tutto ciò sarà sostanzialmente gratuito, chi e soprattutto come riuscirà ancora a guadagnare? "In questo momento vedo tre possibili strade – è la risposta di De Rosnay –. La prima è lo sfruttamento della teoria della 'long tail': la selezione sarà sempre più drastica e difficile, perciò serviranno sempre più aggregatori, filtri, raccomandazioni, motori di ricerca specializzati, tag. A ben guardare cosa sono in realtà Google, eBay, Wikipedia o iTunes? Aggregatori... di annunci, di oggetti, di conoscenza e di musica... "In secondo luogo le piattaforme capaci di catalizzare l'intelligenza connettiva: quelle che piattaforme che danno agli utenti la possibilità di creare nuovi contenuti, generando flusso e 'buzz'. E alla fine proponendo attraverso quei contenuti beni e servizi personalizzati.
"Il terzo esempio è quello di un'azienda che ha perfettamente centrato il punto: Apple. Più che un'azienda si è trasformata in un vero e proprio ecosistema industriale, attingendo da un'infinità di altre piccole società – per esempio quelle che hanno inventato e costruito per prime la rotella degli iPod o lo schermo tattile dell'iPhone – investendo su di loro e riportando il tutto sotto l'ombrello del suo brand." Come sarà dunque il web 3.0 e che cosa intende De Rosnay per web simbiotico?? "Il futuro dell'informatica è nei telefoni cellulari. Anche se non rimpiazzerà il pc casalingo o quello dell'ufficio, con la crescita della banda disponibile crescerà anche il suo potenziale: metterà a disposizione degli utenti uno schermo più ampio, consentirà di scrivere su un vero e proprio foglio di carta, ci farà ascoltare di tutto – conversazioni, musica, notizie –, comprenderà non solo un sistema GPS ma una vera e propria bussola... Così, quando saremo di fronte a un monumento, a un negozio o a un annuncio pubblicitario del quale vogliamo sapere di più, basterà puntarlo in quella direzione per ricevere sull'apparecchio il relativo sito web e qualunque altro tipo di informazione.
"Tutto questo si inserirà in un ambiente che ci circonda sempre più 'intelligente' grazie a chip RFID diffusi ovunque. La tecnologia del 'motion capture' diventerà cliccabile, potremo interagire con qualsiasi oggetto, e il cellulare si trasformerà di volta in volta nel nostro personale telecomando, mouse o scanner... "Infine, credo sia arrivato il momento di superare la grande verità che il mio amico Nicholas Negroponte aveva presentato ormai molti anni fa nel suo libro 'Essere digitali': è vero che fino a oggi, grazie alla digitalizzazione, gli atomi si sono trasformati in bit. Ma fra non molto saranno i bit a ri-trasformarsi in atomi, aprendo nuove e inimmaginabili opportunità per artisti e comunicatori. Già oggi esistono stampanti tridimensionali che permettono, da un disegno in 3D, di materializzare oggetti grazie a un laser che scalda e dà forma a speciali polimeri. Non è fantascienza, ma una realtà: esistono già modelli di queste stampanti che costano meno di 1.000 dollari.
Ci troveremo quindi di fronte a un nuovo mondo, dove potremo faxare oggetti da una parte all'altra del pianeta, anche se ancora non sappiamo quali potrebbero esserne tutte le implicazioni." "In questo scenario ci sono però rischi di cui dovremo tener conto – ha concluso De Rosnay –. Minacce alla privacy, tracciabilità, inquinamento dell'informazione, spam, virus, disinformazione... Ed ecco allora sollevarsi il grande tema degli anni a venire, quello dell'info-etica, un problema che riguarderà tutti: le persone, gli stati e le aziende."