Live Communication
IAA. La formazione del futuro passa per educational sharing, programmi personalizzati e 'lifelong learning'
Molti gli spunti gli interessanti emersi dall'Education Workshop 'Modelli formativi ed esigenze del mercato nel settore della comunicazione aziendale' organizzato dal Capitolo italiano dell'IAA e tenutosi oggi, 12 aprile, all'Università Cattolica di Milano. A confrontarsi sul tema della formazione, mettendo in luce i nuovi trend e tracciando il profilo dei professionisti più richiesti dalle aziende, numerosi professionisti del settore: Paolo Lutteri (Membro Onorario, EGTA - European Group of Television Advertising), Edoardo Teodoro Brioschi (Presidente del Comitato Scientifico, LABCOM, Università Cattolica del Sacro Cuore), Andrea Bertinotti (Partner, Be Project), Roberto Mirandola (Direttore Didattica del Master Publitalia), Patrizia Gilberti (Responsabile Corsi di Formazione UPA), Donald Nekman (DNCC - Rovsing Business Academy, Denmark), Piero Villa (Partner, Be Project), Giorgio Brenna (CEO Continental Western Europe Leo Burnett, IAA Italy Chapter President).
Come anticipato da ADVexpress (leggi news) si è tenuto oggi, 12 aprile, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l'Education Workshop 'Modelli formativi ed esigenze del mercato nel settore della comunicazione aziendale' organizzato dal Capitolo italiano dell'IAA.
Un'occasione per confrontarsi sui trend emergenti in ambito formativo e sulle caratteristiche maggiormente richieste da parte delle aziende ai professionisti della comunicazione.
Numerosi i professionisti del settore intervenuti all'incontro: Paolo Lutteri (Membro Onorario, EGTA - European Group of Television Advertising), Edoardo Teodoro Brioschi (Presidente del Comitato Scientifico, LABCOM, Università Cattolica del Sacro Cuore), Andrea Bertinotti (Partner, Be Project), Roberto Mirandola (Direttore Didattica del Master Publitalia), Patrizia Gilberti (Responsabile Corsi di Formazione UPA), Donald Nekman (DNCC - Rovsing Business Academy, Denmark), Piero Villa (Partner, Be Project), Giorgio Brenna (CEO Continental Western Europe Leo Burnett, IAA Italy Chapter President).
L'offerta formativa nel settore comunicazione in Italia non manca: oltre ai numerosi corsi di laurea triennale e magistrale, ci sono dei percorsi interessanti da intraprendere post lauream. Come ad esempio il Master in Corporate Communication dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il Master Publitalia e il Corso di Alta Formazione UPA, presentati questa mattina.
Ma la situazione italiana dal punto di vista della formazione in azienda non è rosea. Come ha sottlineato Bertinotti, nel nostro Paese soltanto poco più di un'azienda su quattro fa formazione ai propri dipendenti anche perché la forte crisi economica degli ultimi anni ha comportato una forte riduzione dei budget destinati alle attività formative.
Inoltre, "solo il 37% dei manager risulta soddisfatto delle ricadute che tali attività hanno sui risultati aziendali", ha dichiarato Bertinotti.
Tra i principali trend identificabili sono da annoverare l'accelerazione del processo di learning, che oltre a velocizzarsi diviene continuo, e il cambiamento del baricentro della formazione, dal momento che nascono sempre più percorsi personalizzati.
Secondo Villa, l'unica strada percorribile e davvero efficace è quella dell'Educational sharing: "La condivisione è l'unico mezzo per poter formare le persone - ha affermato il manager - . E' importante anche utilizzare al meglio le opportunità offerte dal contesto digitale e costruire una modalità di apprendimento adeguata alle esigenze delle aziende e delle persone".
Ma come si può riuscire a raggiungere questi obiettivi? "Il ruolo della funzione HR all'interno delle aziende deve cambiare - ha spiegato Villa -poiché i professionisti impegnati su questo fronte devono trasformarsi da progettisti dell'istruzione a progettisti dell'esperienza di apprendimento. Inoltre le persone da formare devono essere considerate dei clienti da soddisfare e i learning analytics devono essere sempre più parte di una strategia globale di people analytics. Ben venga l'utilizzo della tecnologia, ma questa non deve mai prevalere sul progetto formativo".
Perché la formazione sia davvero efficace, anche le persone devono impegnarsi, cambiando atteggiamento e diventando non solo fruitrici ma protagoniste delle attività formative, sviluppando competenze di feedback e di coaching. Non solo. Devono essere il più possibile propositive e sapere esattamente quali sono gli obiettivi che desiderano raggiungere.
"D'altra parte, le persone imparano finché vivono e le aziende vivono finché imparano", ha concluso Villa.
Lo scenario della comunicazione in continuo mutamento ha portato a un cambiamento delle esigenze delle aziende che operano in quest'ambito. Come ha illustrato Nekam, oggi le competenze maggiormente richieste dai marketers sono quelle collegate in primis a digital strategy, content management, omnichannel strategy, social media.
Brenna ha proposto un nuovo possibile modello organizzativo, denominato Cloud Organization. "Un modello veloce, flessibile e semplice, che metta le persone al centro", ha spiegato Brenna.
"Nel contesto attuale, le aziende cercano i talenti giusti: le persone che vogliamo nelle nostre imprese devono essere creative, appassionate, coraggiose, collaborative, ma anche motivate, flessibili, open-minded, sognatrici, visionarie", ha sottolineato il Presidente dell'IAA Italy Chapter, aggiungendo: "Devono essere pronte a lavorare duro e noi dobbiamo fare in modo che svolgano i loro compiti divertendosi".
Serena Piazzi
Un'occasione per confrontarsi sui trend emergenti in ambito formativo e sulle caratteristiche maggiormente richieste da parte delle aziende ai professionisti della comunicazione.
Numerosi i professionisti del settore intervenuti all'incontro: Paolo Lutteri (Membro Onorario, EGTA - European Group of Television Advertising), Edoardo Teodoro Brioschi (Presidente del Comitato Scientifico, LABCOM, Università Cattolica del Sacro Cuore), Andrea Bertinotti (Partner, Be Project), Roberto Mirandola (Direttore Didattica del Master Publitalia), Patrizia Gilberti (Responsabile Corsi di Formazione UPA), Donald Nekman (DNCC - Rovsing Business Academy, Denmark), Piero Villa (Partner, Be Project), Giorgio Brenna (CEO Continental Western Europe Leo Burnett, IAA Italy Chapter President).
L'offerta formativa nel settore comunicazione in Italia non manca: oltre ai numerosi corsi di laurea triennale e magistrale, ci sono dei percorsi interessanti da intraprendere post lauream. Come ad esempio il Master in Corporate Communication dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il Master Publitalia e il Corso di Alta Formazione UPA, presentati questa mattina.
Ma la situazione italiana dal punto di vista della formazione in azienda non è rosea. Come ha sottlineato Bertinotti, nel nostro Paese soltanto poco più di un'azienda su quattro fa formazione ai propri dipendenti anche perché la forte crisi economica degli ultimi anni ha comportato una forte riduzione dei budget destinati alle attività formative.
Inoltre, "solo il 37% dei manager risulta soddisfatto delle ricadute che tali attività hanno sui risultati aziendali", ha dichiarato Bertinotti.
Tra i principali trend identificabili sono da annoverare l'accelerazione del processo di learning, che oltre a velocizzarsi diviene continuo, e il cambiamento del baricentro della formazione, dal momento che nascono sempre più percorsi personalizzati.
Secondo Villa, l'unica strada percorribile e davvero efficace è quella dell'Educational sharing: "La condivisione è l'unico mezzo per poter formare le persone - ha affermato il manager - . E' importante anche utilizzare al meglio le opportunità offerte dal contesto digitale e costruire una modalità di apprendimento adeguata alle esigenze delle aziende e delle persone".
Ma come si può riuscire a raggiungere questi obiettivi? "Il ruolo della funzione HR all'interno delle aziende deve cambiare - ha spiegato Villa -poiché i professionisti impegnati su questo fronte devono trasformarsi da progettisti dell'istruzione a progettisti dell'esperienza di apprendimento. Inoltre le persone da formare devono essere considerate dei clienti da soddisfare e i learning analytics devono essere sempre più parte di una strategia globale di people analytics. Ben venga l'utilizzo della tecnologia, ma questa non deve mai prevalere sul progetto formativo".
Perché la formazione sia davvero efficace, anche le persone devono impegnarsi, cambiando atteggiamento e diventando non solo fruitrici ma protagoniste delle attività formative, sviluppando competenze di feedback e di coaching. Non solo. Devono essere il più possibile propositive e sapere esattamente quali sono gli obiettivi che desiderano raggiungere.
"D'altra parte, le persone imparano finché vivono e le aziende vivono finché imparano", ha concluso Villa.
Lo scenario della comunicazione in continuo mutamento ha portato a un cambiamento delle esigenze delle aziende che operano in quest'ambito. Come ha illustrato Nekam, oggi le competenze maggiormente richieste dai marketers sono quelle collegate in primis a digital strategy, content management, omnichannel strategy, social media.
Brenna ha proposto un nuovo possibile modello organizzativo, denominato Cloud Organization. "Un modello veloce, flessibile e semplice, che metta le persone al centro", ha spiegato Brenna.
"Nel contesto attuale, le aziende cercano i talenti giusti: le persone che vogliamo nelle nostre imprese devono essere creative, appassionate, coraggiose, collaborative, ma anche motivate, flessibili, open-minded, sognatrici, visionarie", ha sottolineato il Presidente dell'IAA Italy Chapter, aggiungendo: "Devono essere pronte a lavorare duro e noi dobbiamo fare in modo che svolgano i loro compiti divertendosi".
Serena Piazzi