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Luxury Summit Sole 24 Ore. Lusso, nell'era della multicanalità vince chi unisce negozio reale e virtuale. Valore, convenienza ed esperienza del consumatore gli asset su cui competere
Maurizio Castello , Partner KPMG Advisory, attraverso il Kpmg Omni-channel Retail Survery 2016 presentato oggi, 26 maggio, al Summit in corso a Milano, ha fornito una fotografia aggiornata sullo scenario dei brand del lusso alle prese con la sfida globale della multicanalità, definita un 'campo di battaglia', nel quale la sfida si gioca e si vince con strategie in grado di unire negozio fisico ed e-commerce. Con quali mezzi? Le piattaforme tecnologiche, i negozi fisici e la logistica distributiva. In palio, la soddisfazione dei clienti, l'incremento dei ricavi e l'organizzazione ottimale dei magazzini. Tre gli asset su cui i brand luxury sono chiamati a competere: valore, convenienza ed esperienza del consumatore.
Il Luxury Summit del Sole 24 Ore, in corso oggi, 26 maggio, e domani, 27 maggio, presso la sede del Sole 24 Ore a Milano, rappresenta un'interessante occasione per conoscere i trend del mercato del lusso, grazie a un ampio dibattito e confronto tra protagonisti del settore sulle politiche di retail delle aziende del luxury e sulle evoluzioni dei comportamenti di acquisto del consumatore. Focus, in particolare, nella prima parte della mattinata, su negozio fisico versus omni-channel, con interventi e casi concreti forniti da aziende e dati di mercato snocciolati da esperti.
Come nel caso di Maurizio Castello (nella foto), Partner KPMG Advisory, che attraverso il Kpmg Omni-channel Retail Survery 2016 ha fornito una fotografia aggiornata sullo scenario dei brand del lusso alle prese con la sfida globale della multicanalità, definita un 'campo di battaglia' dal professionista, nel quale la sfida si gioca e si vince con strategie in grado di unire negozio reale e virtuale. Con quali mezzi? Le piattaforme tecnologiche, i negozi fisici e la logistica distributiva.
In palio, per i marchi del lusso (e non solo) che sapranno sfruttare efficacemente le armi dell'e-commerce e della multicanalità, ci sono la soddisfazione dei clienti, l'incremento dei ricavi e l'organizzazione ottimale dei magazzini. Tre gli asset su cui i brand luxury sono chiamati a competere: valore, convenienza ed esperienza del consumatore.
Ma il problema, ha sottolineato Castello, è che non tutte le aziende del lusso sono preparate a 'combattere' questa battaglia, e in generale il settore reagisce piuttosto a rilento all'ondata di innovazione a cui è chiamata dal digitale restando ancorata a modelli di business ancora tradizionali.
Ecco quel che è emerso dallo studio di KPMG condotto su 1600 persone da novembre 2015 a gennaio 2016 nel Regno Unito, anche se, come ha sottolineato Castello, i risultati principali possono essere considerati validi in tutti gli altri mercati europei, Italia compresa.
La rivoluzione tecnologica e digitale, innanzitutto, ha cambiato le abitudini di consumo delle persone: si acquista online soprattutto tardi la sera, il 74% dei consumatori ha acquistato un capo senza prima provarlo in negozio, avendo la possibilità di farlo tra le mura domestiche ed eventualmente utilizzare la possibilità della resa gratuita, che, tra l'altro, genera maggiori acquisti online per un 23% dei casi e un successivo maggior traffico nei negozi fisici per restituire o cambiare il prodotto.
L'84% delle persone, prima di fare un acquisto online verifica la disponibilità del prodotto, l'81% richiede la consegna a casa, il 14% acquista online e ritira nel negozio, il 30% richiede la consegna in 24 ore.
Rilevante il fattore sconto: la percentuale più alta di prodotti che online si possono acquistare con riduzioni di prezzo rispetto ai negozi fisici sono nell'abbigliamento per bambini (43% dell'offerta). Seguono arredamento (40%), elettrodomestici (34%), elettronica (30%). Agli ultimi posti l'abbigliamento da uomo e donna: rispettivamente, solo nel 24% e 19% dei casi i prodotti online sono scontati.
Ma per i brand della moda e del lusso non è lo sconto il driver principale nell'acquisto, quanto l'impulso.
EC

In palio, per i marchi del lusso (e non solo) che sapranno sfruttare efficacemente le armi dell'e-commerce e della multicanalità, ci sono la soddisfazione dei clienti, l'incremento dei ricavi e l'organizzazione ottimale dei magazzini. Tre gli asset su cui i brand luxury sono chiamati a competere: valore, convenienza ed esperienza del consumatore.
Ma il problema, ha sottolineato Castello, è che non tutte le aziende del lusso sono preparate a 'combattere' questa battaglia, e in generale il settore reagisce piuttosto a rilento all'ondata di innovazione a cui è chiamata dal digitale restando ancorata a modelli di business ancora tradizionali.
Ecco quel che è emerso dallo studio di KPMG condotto su 1600 persone da novembre 2015 a gennaio 2016 nel Regno Unito, anche se, come ha sottolineato Castello, i risultati principali possono essere considerati validi in tutti gli altri mercati europei, Italia compresa.
La rivoluzione tecnologica e digitale, innanzitutto, ha cambiato le abitudini di consumo delle persone: si acquista online soprattutto tardi la sera, il 74% dei consumatori ha acquistato un capo senza prima provarlo in negozio, avendo la possibilità di farlo tra le mura domestiche ed eventualmente utilizzare la possibilità della resa gratuita, che, tra l'altro, genera maggiori acquisti online per un 23% dei casi e un successivo maggior traffico nei negozi fisici per restituire o cambiare il prodotto.
L'84% delle persone, prima di fare un acquisto online verifica la disponibilità del prodotto, l'81% richiede la consegna a casa, il 14% acquista online e ritira nel negozio, il 30% richiede la consegna in 24 ore.
Rilevante il fattore sconto: la percentuale più alta di prodotti che online si possono acquistare con riduzioni di prezzo rispetto ai negozi fisici sono nell'abbigliamento per bambini (43% dell'offerta). Seguono arredamento (40%), elettrodomestici (34%), elettronica (30%). Agli ultimi posti l'abbigliamento da uomo e donna: rispettivamente, solo nel 24% e 19% dei casi i prodotti online sono scontati.
Ma per i brand della moda e del lusso non è lo sconto il driver principale nell'acquisto, quanto l'impulso.
EC