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Relazione one-to-one con il consumatore? Un'opportunità, a patto di saper padroneggiare gli strumenti giusti

Il mestiere del comunicatore oggi è senza dubbio più difficile che in passato: nuovi strumenti, nuovi linguaggi, nuov target di riferimento rendono necessaria l'acquisizione di numerose competenze. A Controverso un'interessante confronto ha portato a riflettere su come le nuove tecnologie stanno modificando strategie e contenuti delle attività di comunicazione e sul futuro della professione.
"Noi di Eni non facciamo più comunicazione ma, inseriti all'interno di un ecosistema, più che comunicare entriamo in relazione, cercando di rispondere alle esigenze, in primis di tipo informativo ma non solo, dei nostri stakeholder Per questo abbiamo bisogno anche di figure che sappiano raccontare il nostro brand attraverso tutti i canali: potremmo definirli 'brand journalist'". Questa dichiarazione di Daniele Chieffi (foto 5), head of web media relations, social media management and reputation monitoring di Eni, rende bene l'idea di come la professione del comunicatore abbia subito in questi anni una vera e propria trasformazione.

Proprio di questo si è parlato nel corso della tavola rotonda 'Contenuti vs Strumenti', organizzata nell'ambito dell'incontro Asseprim Controverso, tenutosi questa mattina, 19 aprile, a Milano.

"Assistiamo alla creazione di nuovi pubblici e di nuovi target ed è sempre più necessario acquisire delle competenze su questi temi, oltre che essere confidenti nell'utilizzo di tutti i mezzi a disposizione", ha affermato Matteo Menin (foto 2), VP Communication, Alkemy digital_enabler. 

Sicuramente tutto è diventato più complicato, come ha ben messo in luce Stefano Saladino (foto 3), presidente Luoghi di relazione. "Qualche anno fa era sufficiente studiare una pianificazione efficace, oggi invece l'approccio top down è sbagliato. L'agenzia ha acquisito un ruolo più importante, a lei spetta il compito di scegliere i mezzi giusti in rapporto alla strategia dell'azienda e interviene anche nella definizione del ROI", ha dichiarato il manager. 

"Digital e social stanno cambiando il nostro mestiere - ha detto Giorgio Cattaneo (foto 1), Ceo My PR - . I nuovi comunicatori devono avere maggiori competenze anche in termini di tool e saper utilizzare i nuovi strumenti per valorizzare i brand o difenderlo da possibili attacchi". 

Infatti i consumatori, più informati rispetto al passato, hanno l'opportunità di entrare in contatto diretto con l'azienda e se questo, da un lato, è una buona opportunità, dall'altro può rivelarsi rischioso. "Internet ha rotto tutti i parametri tradizionali - ha spiegato Maria Pia Caruso (foto 4), dirigente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) - . E' importante che ci sia un apprendimento reciproco tra domanda e offerta perché solo così si può raggiungere una crescita virtuosa. Tra i temi irrinunciabili oggi quello della web reputation, con il quale tutte le aziende devono fare i conti". A questo proposito, come ha ricordato Menin, "è bene dotarsi di sistemi di controllo e di monitoraggio in grado di misurare la reputazione del brand in rete".

Non bisogna fare l'errore di pensare che solo i brand consumer e più appealing sono al vaglio dei consumatori in rete: anche le aziende btb possono (e devono) pensare a come gestire le relazioni con i propri clienti. Bticino, ad esempio, ha adottato una strategia efficace. "Il digitale ha avuto un fortissimo impatto sulle modalità di comunicazione con i nostri clienti e anche sull'organizzazione dell'azienda stessa - ha detto Raimondo Damiani (foto 6), advertising and corporate identity manager Bticino - . La presenza su Facebook, ad esempio, richiede dei tempi di risposta piuttosto veloci e persino la struttura produttiva è stata influenzata da questo nuovo approccio. Tuttavia, sono convinto che la possibilità di instaurare una relazione continua con i propri clienti sia un'opportunità che non va sprecata".

D'accordo anche Saladino: "Il rapporto diretto con il consumatore consente all'impresa di comprendere come l'utente finale utilizza il prodotto, quali sono le principali criticità e di intervenire di conseguenza", ha sottolineato il manager. 

Molte aziende, proprio per mantenere vivo l'interesse dei consumatori, adottano le tecniche del real time marketing, facendo leva sui fatti di attualità. Maestra, in questo senso, è ad esempio Ceres. Un'opzione che tuttavia può presentare dei rischi. "Se si abita la rete, avere un legame con l'attualità può essere corretto, ma è importante non allontanarsi mai dall'universo valoriale del brand", ha messo in guardia Chieffi. Altrimenti, e numerosi casi lo dimostrano, questo tipo di iniziative può rivelarsi un vero e proprio boomerang.

Serena Piazzi