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NC n.110. Casta Diva Group, l’AI per raccontare l’immaginazione

Andrea De Micheli, presidente e amministratore delegato Casta Diva Group, si aggiudica il premio ‘Innovazione nella Comunicazione’ per aver guidato la società nell’utilizzo efficace delle nuove tecnologie legate al web 3.0 e all’intelligenza artificiale. A ispirarlo? L’open imagination: la capacità di sfruttare le tecnologie più all’avanguardia per raccontare ciò che le nostre menti immaginano.

Creare innovazioni di valore in un settore in continua evoluzione come quello della comunicazione oggi è una vera sfida. Ecco perché il premio dell’editore ‘Innovazione nella Comunicazione’ attribuito nel corso degli NC Awards al manager o alla società che si sono distinti per l’innovazione applicata al mondo della comunicazione assume un significato a dir poco decisivo.

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Quest’anno il riconoscimento è andato ad Andrea De Micheli, presidente e amministratore delegato Casta Diva Group. La motivazione? Casta Diva Group è la società che ha saputo utilizzare in modo estrema- mente efficace le nuove tecnologie legate al web 3.0 e all’intelligenza artificiale nel mondo della comunicazione. La struttura ha iniziato a sfruttare le potenzialità delle tecnologie più all’avanguardia in tutte le fasi di lavoro, dal brainstorming iniziale all’esecuzione finale di alcuni progetti innovativi, per raccontare, attraverso il concetto di Open Immagination, ciò che le menti umane immaginano aprendosi a orizzonti sempre nuovi. Andrea De Micheli ce ne parla mettendo in luce l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei nuovi strumenti in relazione alla nobile arte aristotelica dello storytelling.

 

Cosa rappresenta per lei e per la sua azienda in generale la consegna del premio ‘Innovazione nella Comunicazione’ in occasione degli NC Awards 2024?

Questo riconoscimento per me rappresenta una soddisfazione importante, perché essere considerati innovativi è sempre motivo d’orgoglio, soprattutto quando si ha alle spalle una carriera come la mia di quasi 50 anni. Non ci piace sederci sugli allori, il nostro obiettivo è portare sempre nuovo valore aggiunto e sono felice che il messaggio sia arrivato e che il nostro mo- dus operandi stato premiato.

 

Qual è l’approccio e quali i progetti sviluppati da lei e dal suo team che le hanno fatto meritare un tale riconoscimento?

Ciò che più ha colpito l’editore e i giurati è stato il nostro impegno nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, che abbiamo messo a frutto in vari ambiti, specialmente per due campagne pubblicitarie realizzate per noi stessi. La prima è uscita circa due anni fa - ‘Questo lo abbiamo fatto domani’ - una promessa che Casta Diva ha fatto a tutti i clienti: la volontà di disegnare insieme a loro il domani, creando progetti costruiti sulla base delle necessità del cliente ma sempre con uno sguardo proiettato sul futuro grazie alla tecnologia più all’avanguardia.

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L’abbiamo poi utilizzata anche per dei video, in particolare in un video di presentazione in cui io racconto i nostri ultimi 20 anni nella mia versione ‘avatar iperrealistica’ indistinguibile dal vero me, con un labiale perfetto riprodotto in diverse lingue, tra cui arabo, cinese, francese, tedesco. Un’iniziativa che ha riscosso grande successo all’estero, poiché intesa sia come gesto di rispetto, sia come mezzo inusuale per rompere il ghiaccio. Poi, c’è da dire che siamo sempre stati innovati- vi, fin dalle primissime web tv aziendali alla stereoscopia in 3D, gli spot, i corti... Abbiamo sempre scelto di puntare sulla sperimentazione.

 

Il vostro approccio all’innovazione si esprime attraverso tutte le divisioni del Gruppo. Ce ne parla?

Abbiamo due divisioni, una si occupa di Live Comunication e con essa sfruttiamo spesso le potenzialità dell’AI per eventi come la Festa delle Luci a Bergamo e Brescia con il videomapping o anche in dettagli come l’e- mail marketing personalizzato che risponde ai gusti del target attraverso l’analisi dei social media. La seconda divisione è la Creative Content Production che sviluppa i concept creativi, ma in cui abbiamo integrato l’AI facendo seguire a tutti i producer e i creativi un corso di prompting organizzato da Web3 Alliance, per utilizzare le potenzialità dell’AI nelle presentazioni e nelle varie fasi di lavoro.

 

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Su quali elementi, a suo parere, bisogna concentrarsi per realizzare progetti di comunicazione realmente innovativi? L’innovazione più grande, secondo il mio pensiero, è saper sfruttare la forma mentis umana per creare uno storytelling di valore come si faceva già ai tempi di Aristotele, quando si capì che la mente umana è più sensibile a storie strutturate in un certo modo. Questo è un punto di partenza che oggi, spesso, viene trascurato sia dai creativi che dai clienti. Quindi, paradossalmente, ritengo estremamente innovativo saper tornare alle origini dello storytelling che poi può essere integrato con nuove tecniche e nuovi espedienti, che sono però a servizio di quest’arte più nobile del raccontare.

 

Creatività e digitale. Quale ruolo hanno oggi nella comunicazione? La creatività è ciò che fa la differenza tra una campagna efficace e meno efficace. Il digitale non è più un comparto a sé, ormai oggi si è talmente integrato nella nostra vita che in qualche modo ‘tutto è digitale’, perché è uno dei touchpoint più diffusi e immediati, quasi sempre il primo che viene attivato. Pensate a quando andate al ristorante: spesso la prima cosa che si fa è cercare il sito, la pagina Instagram, le recensioni.

 

In particolare, l’Intelligenza Artificiale sta avendo un impatto forte anche sul mondo della comunicazione. Quali i vantaggi del suo utilizzo e quali i pericoli?

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Questa è una domanda da un milione di dollari: è chiaro che quando si produce una macchina che impara più in fretta dell’uomo in un ordine di grandezza di centomila volte più veloce ci si sta assumendo anche un rischio, perché non molto tardi arriverà il momento in cui qualcuno nutrirà modelli con tutto lo scibile umano ed esisterà un’entità che conosce tutto lo scibile umano. Le opportunità sono incredibili, ma è sempre una medaglia a due facce: ad esempio, prendiamo il campo medico in cui se l’Intelligenza Artificiale venisse usata in modo corretto potrebbe portare a nuove importantissime scoperte ma, allo stesso tempo potrebbe favorire anche la nascita di nuove droghe. C’è sempre il contraltare, ci dobbiamo augurare che chi la domina agisca con responsabilità. Chi vivrà, vedrà.


Il vostro approccio innovativo emerge anche da un utilizzo integrato dell’AI. In particolare, può raccontarci della campagna ‘Dov’è l’Onda’ realizzata proprio grazie all’AI?

Dopo il successo della prima campagna generata dall’intelligenza artificiale ‘Questo lo abbiamo fatto domani’ siamo tornati a sperimentare le nuove tecnologie con ‘Dov’è l’onda?’. La campagna si basa su un visual che cattura l’attenzione su un’assenza di immagine associata a una domanda. Attorno a questa assenza c’è un oceano realizzato con l’intelligenza artificiale molto più vasto di quello rappresentato dalla celebre xilografia ‘La grande onda di Kanagawa’ realizzata dal pittore giapponese Hokusai quasi 200 anni fa. Ma per allargare il nostro orizzonte non è sufficiente riprodurre il mare all’infinito perché mancherà comunque il senso e il valore dell’onda, ovvero gli uomini in barca sopraffatti da una forza superiore. Il significato di tutto questo è che l’AI, presente ormai in tutti i device che utilizziamo quotidianamente, ci consente di espandere il mondo attorno a noi ricostruendo contesti fuori tela, immaginando nuove geometrie, aprendo potenzialità inespresse. Ma cosa sarebbe ‘La grande onda’ di Hokusai senza l’elemento umano, senza i pescatori travolti dalla tempesta? Soltanto una distesa di acqua blu, un mare come un altro, non certo un’icona vibrante da due secoli. L’onda che cerchiamo è quella che attiva le emozioni.

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A tal proposito, sul vostro sito affermate che ‘è tempo di OI (Open Imagination)’. Cosa Significa? Si tratta del nostro approccio al mondo dell’Intelligenza Artificiale e a come vogliamo utilizzarla: ovvero, per aprire la no- stra immaginazione. Prendiamo proprio il caso della campagna‘La grande onda di Kanagawa’: senza i pescatori è come l’AI senza l’Open Imagination perché è l’immaginazione dell’artista a creare l’emozione che resta negli occhi di chi guarda. ‘Dov’è l’onda?’ esprime perfettamente ciò che pensiamo riguardo alle nuove tecno- logie: si sarebbe miopi a non conoscerle, ma la creatività umana sarà sempre una componente fondamentale. Ecco perché la nostra strada sarà quella dell’Open Imagination: vogliamo sfruttare le tecnologie più all’avanguardia per raccontare ciò che le nostre menti immaginano.

 

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Può dirci come avete chiuso il 2023 in termini di fatturato e new business? Quali obiettivi di chiusura per il 2024? Quali novità ‘bollono in pentola’?

Abbiamo chiuso il 2023 con un valore della produzione di 111,5 milioni di euro, in crescita del 33% rispetto all’anno precedente. A fronte di una robusta crescita del valore della produzione, abbiamo avuto parallelamente una crescita della marginalità, con un Ebitda Margin del 9,5%. Questo dimostra l’attenzione per il contenimento dei costi e l’importanza strategica di aver raggiunto la leadership in entrambi gli ambiti in cui operiamo, ovvero la live communication e la creative content production.

Anche il 2024 è partito bene, con il valore della produzione consolidato nel primo trimestre che segna un incremento del 7% rispetto allo stesso dato dell’esercizio pre- cedente, attestandosi a 22,6 milioni, men- tre il valore delle commesse al 31 marzo si attesta a 34,2 milioni di euro. Questo ci rende ottimisti sul fatto che le attese di fatturato per il 2024 indicate nell’ultimo piano industriale, ovvero 120,7 milioni di euro, saranno rispettate. Ci tengo infine a sottolineare che tutti gli analisti indi- pendenti concordano nell’indicare che la società in Borsa è sottovalutata, e attribuiscono valori corretti tra i 2,5 e i 3,3 euro per azione, quando ora il titolo viaggia intorno a 1,5 euro.

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