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NC n.98 | The Trade Desk, open internet e contenuti di qualità

Specializzato nello sviluppo in tecnologie, prodotti e servizi di automazione per il marketing programmatico, il platinum sponsor degli NC Digital Awards vanta un approccio caratterizzato da obiettività, trasparenza, indipendenza e interoperabilità. al suo arco numerose frecce, come spiega il suo country manager (in foto), eletto anche ‘Digital Media Person Of The Year’ in questa undicesima edizione.

Platinum sponsor degli NC Digital Awards, The Trade Desk condivide con la kermesse aspetti valoriali come indipendenza, apertura, inclusività così, come l’obiettivo di creare momenti in cui premiare l’eccellenza. “In The Trade Desk - spiega Mariano Di Benedetto, country manager (in foto) - abbiamo a cuore le ‘local nuances’, diversamente dall’approccio più tradizionale delle global tech company, per cui apprezziamo l’impegno e sosteniamo iniziative che mirano a premiare realtà locali ed emergenti”. Al manager, al quale è stato assegnato il premio ‘Digital Media Person of The Year’, chiediamo di raccontarci la mission e i punti di forza della società.

 

Parliamo di The Trade Desk. Come è nata, come è strutturata e quali soluzioni offre al mondo della comunicazione?

The Trade Desk nasce a Ventura in California nel 2009 su iniziativa di Jeff Green e Dave Pickles, oggi rispettivamente ceo e cto dell’azienda. Si è sviluppata molto rapidamente e oggi siamo una tech company che registra tra i più alti tassi di crescita. Specializzata nello sviluppo in tecnologie, prodotti e servizi di automazione per il marketing programmatico, fin dall’origine pensata per una gestione omnicanale. Sosteniamo con forza il concetto di open internet, perchè crediamo che il valore del digitale debba essere distribuito tra tutti gli stakeholder della filiera e crediamo che la creazione di contenuti di qualità sia indi- spensabile per un’advertising migliore, un modello opposto ai walled garden.

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Quali sono i punti di forza della piatta- forma che proponete? A chi è indirizzata?

Mettendomi nei panni degli advertiser o delle agenzie, nostri principali fruitori, mi aspetterei da una tecnologia: innovazione, semplicità d’uso, customizzazione, interoperabilità, possibilità di gestire l’omnicanalità e integrazione con i principali media owner, sia locali sia globali, e un’ampia partnership con data provider e soluzioni di misurazione. Questo offre The Trade Desk oggi. In più, siamo un punto di riferimento per il futuro della Ctv, con partnership con i broadcaster più noti.

Sul vostro sito scrivete: ‘Ci impegniamo a migliorare la pubblicità digitale. Perché il futuro di Internet aperto dipende da questo’. Ci spiega meglio questo concetto?

L’open internet è il ‘luogo’ dove gli utenti trascorrono 3/4 del loro tempo online, ad esempio app, siti web, connected tv o digital audio. Una pianificazione intelligente dovrebbe prendere in considerazione che esistono ambienti e momenti in cui è possibile raggiungere i propri consumatori, al di fuori dei Walled Garden, e dove il livello di attenzione degli utenti nei confronti dei messaggi pubblicitari non è limitato a frazioni di secondo. Partire da questa considerazione significa ridurre la dipersione intrinseca di ambienti iperaffollati e dispersivi. È possibile se il modello di business della tecnologia utilizzata è semplice e trasparente, una tecnologia che permette di importare i propri dati e che consente anche di esportarli. In parole semplici un ambiente aperto, che consente di gestire qualsiasi canale in maniera obiettiva e con il solo interesse di restiuire valore sia per chi investe e per chi produce contenuti di qualità.

Che cosa chiedono oggi le aziende a una media buying platform per ‘deliverare’ campagne pubblicitarie omnicanale e ‘intelligenti’?

Stiamo riscontrando molto interesse nei confronti dei ‘nuovi’ mezzi, cioè quelli che stanno affrontando una digitalizzazione accelerata come Ctv, digital outdoor e digital audio. È sicuramente un aspetto positivo, ma che ancora nel nostro Paese non viene colto nella sua massima potenzialità, cioè una gestione veramente omnicanale.

Screenshot 2023 01 09 at 16.35.06In questo possiamo prendere spunto da mercati che si sono già mossi in questa direzione, dove assistiamo all’attivazione di cinque mezzi simultanemente, qui da noi i casi più sofisticati raggiungono quel tipo di pianificazione, mediamente ci fermiamo a tre. The Trade Desk fin dall’origine è stata concepita per automatizzare il buying omnicanale e questo ci ha portato a offrire al mercato una soluzione semplice da utilizzare, con algoritmi e graph sviluppati per campagne pubblicitarie integrate, oggi siamo gli unici a poter affermarlo.

 

Parlando di numeri, con quali risultati pensate di chiudere il 2022, in termini di fatturato e new business? Quali prospettive di crescita per il 2023?

Prendiamo spunto dalla nostra ultima trimestrale, per cui dati pubblici. The Trade Desk è cresciuta del 31% in Q3 2022, venendo da un 2021 che ci ha visto ottenere un fatturato di 1.196 miliardi, +43% YoY. Una percentuale considerevole delle nostre revenue arriva dai ‘nuovi’ mezzi, ad esempio Ctv. Abbiamo continuato a investire sulle persone, probabilmente tra i pochi che non hanno adottato un approccio ‘hiring freeze’: siamo oltre 2.700 employees, in 26 uffici nel mondo. Siamo molto fiduciosi per il futuro, perchè crediamo che, anche in un contesto complesso come quello in cui stiamo vivendo, diventerà ancora più rilevante dotarsi di soluzioni tecnologiche di avanguardia che distribuscono valore e creano efficienza. Per il 2023 i nostro focus sono: Ctv e ad funded streaming, shopper marketing, identity solution, guidati sempre da principi di obiettività, trasparenza, indipendenza e interoperabilità.

FRANCESCA FIORENTINO