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SBAM: la fedeltà fa vincere, la sostenibilità si ‘beve’
Farsi notare è facile, costruire legami è un’altra storia. Sbam, l’agenzia creativa di Jakala, ci riesce mixando creatività, tecno- logia e pensiero laterale. Dal programma ‘Enilive Insieme’, firmato Jakala e premiato ai Brand Loyalty Awards, alla birra sostenibile nata dagli scarti di caffè, passando per Tv spot e perfino un LP co-creato con l’AI, ogni progetto è un’esplosione di sensi, impatto e divertimento. In questa intervista, Samanta Giuliani, managing partner Sbam (in foto sotto), ci racconta cosa significhi fare engagement oggi, con testa, cuore e qualche colpo di genio.
Con questa intervista continua la pubblicazione del numero di Maggio, Giugno, Luglio 2025 di NC - Nuova Comunicazione.
Partiamo da ‘Enilive Insieme’, progetto che ha conquistato l’Argento al Brand Loyalty Award: quali insight vi hanno guidato?

Enilive Insieme è molto più di un programma fedeltà: ideato e gestito dal team Engagement di Jakala, è un modo per accompagnare le persone in un’esperienza continua, premiando ogni gesto, ogni scelta, ogni movimento. Il programma cresce insieme a te: più interagisci, più accumuli punti, e più accedi a vantaggi concreti. Parliamo di cashback reale, ad esempio: puoi avere il 20% di rimborso su consumazioni da Eni Café, Enjoy, Alt Stazione del Gusto. Ma c’è anche un lato più giocoso: ogni giorno puoi partecipare a un Instant Win con premi immediati, e ogni settimana al concorso ‘Segna e Vinci Serie A’, che ti dà la possibilità di portarti a casa biglietti Vip per le partite più attese. Insomma, è un ecosistema pensato per essere utile, ma anche divertente. E soprattutto per premiare la fedeltà in modo dinamico, contemporaneo, e decisamente più personale.
Dopo un progetto del genere, che tipo di competenze state potenziando per affron-are loyalty, CX e trasformazione digitale?

Queste sono solo buzzword, il vero lavoro del team Engagement di Jakala con cui collaboriamo strettamente è progettare relazioni di fiducia, non solo percorsi di conversione. E questo richiede un mix di competenze che metta davvero insieme strategia, contenuto e relazione. Creatività, per noi, significa proprio questo: trovare il modo giusto per far dialogare interfacce il più accessibili possibile, dati utili, newsletter pensate con cura, e un’idea che sa coinvolgere, che arriva chiara e forte. Piccole cose, sì, ma se funzionano tutte insieme, generano qualcosa di molto più grande: coinvolgimento autentico. In Jakala, stiamo puntando su un approccio all’engagement che unisca colleghi e specializzazioni diverse, partendo da dati che ci aiutino a capire le persone, non inseguirle.
‘Sustainabeerity’ è stato premiato come esempio di Creative Business Transformation. Perché?
Perché è una vera idea imprenditoriale, non solo una trovata creativa. Abbiamo individuato insieme a Caffè Cellini una zona grigia nella catena produttiva e l’abbiamo trasformata in un’opportunità: una birra circolare creata con Biova a partire dal caffè specialty non recuperabile dalle capsule di alluminio danneggiate nel percorso di confezionamento. Quindi non una campagna sulla sostenibilità, ma un prodotto sostenibile che ha creato un nuovo modello di produzione. Per altro offrendo ai Bar Cellini un nuovo prodotto in esclusiva. Un bel circolo virtuoso, in tanti sensi.
E sul fronte sostenibilità, cosa ha colpito nel progetto secondo te?
Il fatto che fosse tutto vero, niente greenwashing. È una birra che puoi comprare, bere, raccontare. Risolve un problema creando una nuova opportunità sia per la materia prima sia per l’azienda. E dentro c’è un’idea chiara: l’economica circolare è già assolutamente alla portata di tante aziende italiane, e per attivarsi basta a volte un po’ di pensiero laterale, voglia di confronto e apertura mentale.

Come si tengono insieme sostenibilità, tecnologia e creatività nel lavoro che fate con Jakala?
Le pensiamo da subito integrate. Quando progettiamo una soluzione, ci chiediamo: è utile? Funziona davvero? Che impatto avrà oggi? E tra sei mesi? La vera sfida è non scendere a compromessi tra intelligenza e bellezza, tra performance e senso. E farlo senza rallentare. Sbam nasce per questo: creare impatto, sui business, sui brand, sulle persone reali, e quando siamo fortunati – sulla società. Per esempio, leggendo tra le righe di processi complessi e trovando lo spazio per un’operazione come ‘Sustainabeerity’.
Come trasformate dati e AI in qualcosa di utile per i clienti?
I dati ci dicono dove, quando, a chi. Ma il ‘cosa dire e come dirlo’ non te lo dà nessuna piattaforma: lì serve intelligenza umana. Il nostro lavoro è proprio quello: tradurre numeri in senso, e far succedere qualcosa nella testa o nel cuore delle persone. Se l’AI è un superpotere, il pensiero creativo è il modo in cui lo usi. Senza, è solo rumore.
Come sta andando il 2025? E cosa possiamo aspettarci da SBAM nei prossimi mesi?
Molto bene. Sbam ha festeggiato il suo primo compleanno ad aprile: oggi siamo circa un centinaio, un team ancora più solido e numeroso, con più di 50 clienti attivi e le nostre prime campagne ad alta visibilità che stanno cominciando a farsi notare. Stiamo lavorando su diverse proposte di branded entertainment, uscirà un nostro nuovo spot TV a settembre, e ci siamo divertiti anche con progetti in co-creazione con l’AI, come il nostro LP ‘Sbam Simple But Amazing’, creato dal lavoro congiunto di un musicista e dell’AI. Ma soprattutto stiamo costruendo un’identità chiara: quella di un’agenzia che non esegue, ma immagina. Sempre, che si tratti di un contest, di un’activation o di uno spot tv. E che porta a casa i risultati, senza perdere il gusto di divertirsi.