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NC Speciale ’20 e Altri 20’. SIMEST, entriamo in una visione di ‘insieme’

Una comunicazione da sempre al servizio delle imprese italiane, soprattutto di piccola e media dimensione. È finita l’era dell’autoreferenzialità: la nuova parola, oggi, è ‘insieme’ in connessione con utenti sempre più consapevoli nel valutare l’utilità e l’impatto del messaggio. Nel futuro, la voglia di dar voce alle aziende come testimonial.

Parte del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, motore dello sviluppo sostenibile dell’Italia, Simest si occupa di finanziare la competitività internazionale delle aziende nazionali, soprattutto di quelle di piccola e media dimensione (PMI). Nata 32 anni fa, nel tempo ha subto una costante evoluzione per poter portare avanti in maniera sempre efficace la mission istituzionale. “All’inizio della sua storia - racconta Lorella Campi, direttore comunicazione (in foto sotto) - le geografie di espansione all’estero delle nostre aziende erano rappresentate soprattutto dai Paesi dell’Europa dell’Est, visto che si era all’indomani della caduta del Muro di Berlino. Da allora, la nostra azione di sostegno alle imprese italiane si è via via allargata a tutto il globo e il ventaglio di strumenti a loro disposizione, soprattutto negli ultimi 20 anni, si è notevolmente arricchito: a oggi abbiamo supportato nei loro programmi di internazionalizzazione ed export circa 15mila imprese in oltre 150 Nazioni”.

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Quali servizi offrite alle aziende?

Oggi l’operatività di Simest si articola attraverso tre linee di attività grazie alle quali affianchiamo l’impresa per tutto il ciclo di espansione all’estero: eroghiamo finanziamenti a tasso agevolato destinati a favorire, sin dai primi passi, il processo di internazionalizzazione delle imprese del nostro Paese; acquisiamo partecipazioni nei progetti esteri promossi da aziende nazionali e finalizzati a rafforzare la loro presenza oltre frontiera; sostenia- mo le esportazioni italiane di beni strumentali con contributi all’export che rendono competitiva l’offerta dei nostri esportatori. Insomma, un supporto a 360 gradi per la crescita e la competi- tività internazionali del nostro sistema produttivo.

Come è evoluto nel tempo il vostro approccio alla comunicazione? La nostra è, da sempre, una comunicazione al servizio delle imprese italiane, soprattutto di piccola e media dimensione, con le quali utilizziamo un linguaggio diretto e chiaro. Certamente, negli anni, l’evolversi del dialogo tra chi comunica e i destinatari del messaggio ha influenzato il modo di porsi di tutte le realtà, anche della nostra, che, ricordiamolo, resta una società che ruota nell’ambito pubblico. Ci siamo lasciati alle spalle una comunicazione che tendeva all’autoreferenzialità, che spesso caratterizza i soggetti istituzionali, a una vera e propria inclusione nel messaggio dei nostri interlocutori, gli imprenditori cui ci rivolgiamo. Per esempio, nella headline di campagna compare la parola ‘Insieme’ e decliniamo i nostri messaggi con video in cui diamo la parola direttamente alle imprese, che diventano nostre ‘testimonial’. Per quanto riguarda la pianificazione, attualmente siamo su tutti i media in target, sia on sia offline. Accanto alla tradizionale stampa (circa il 50% degli investimenti, ndr), ci sono il digitale, sia content, sia display con circa il 35%, e quindi gli spot radio, il social advertising, le campagne Sem. Con la ripresa della mobilità internazionale, prevediamo di utilizzare a breve anche le affissioni, Ooh e Dooh. Attraverso le risorse del Pnrr avete potuto finanziare la Transizione Digitale ed Ecologica delle imprese italiane, esaurendo velocemente i fondi europei a vostra disposizione. Un successo dunque...

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Le cosiddette ‘transizioni gemelle’ sono fondamentali per le nostre imprese, soprattutto se queste vogliono competere sui mercati internazionali. Il successo che ha riscosso l’iniziativa, con i fondi che si sono esauriti anticipatamente, testimonia quanto le aziende italiane ne stiano diventando consapevoli. Del resto, la digitalizzazione e l’attenzione verso le tematiche green e di sostenibilità sociale sono i trend che guidano non solo il mondo imprenditoriale, ma anche la vita personale di ognuno di noi. Basti pensare all’innegabile trasformazione delle modalità di lavoro e a quanto molte delle scelte che compiamo, non solo per gli acquisti ma anche per viaggi e spostamenti, siano guidate da una coscienza pro-ambiente che è andata costruendosi negli ultimi anni. È ovvio che si tratta di un processo che è appena iniziato, ma si stanno costruendo le basi per ribaltare completamente, e finalmente, un paradigma di sviluppo basato esclusivamente su costi e benefici economici. Il futuro per crescere è questo, mi sembra ormai condiviso da tutti.

Parlando di voi, quale impatto ha avuto sulla vostra azienda la crescita prorompente del digitale? Come per altre imprese, la crescita del digitale ha cambiato il nostro modo di lavorare, ma la grande svolta è arrivata con la pandemia, quando siamo stati tutti obbligati a lavorare in smartworking. Solo qualche anno fa, sarebbe stato impensabile anche solo immaginare di lavorare da remoto, che fosse da casa o dal treno. Così come nessuno avrebbe mai pensato di poter fare tranquillamente a meno di chili e chili di quei fascicoli e documenti che prima teneva sempre sotto mano. Simest oggi è un’azienda paperless, nella quale viene lasciata alle risorse larga autonomia Attraverso le risorse del Pnrr avete potuto finanziare la Transizione Digitale ed Ecologica delle imprese italiane, esau- rendo velocemente i fondi europei a vostra disposizione. Un successo dunque...

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Le cosiddette ‘transizioni gemelle’ sono fondamentali per le nostre imprese, soprattutto se queste vogliono competere sui mercati internazionali. Il successo che ha riscosso l’iniziativa, con i fondi che si sono esauriti anticipatamente, testimonia quanto le aziende italiane ne stiano diventando consapevoli. Del resto, la digitalizzazione e l’attenzione verso le tematiche green e di sostenibilità sociale sono i trend che guidano non solo il mondo imprenditoriale, ma anche la vita personale di ognuno di noi. Basti pensare all’innegabile trasformazione delle modalità di lavoro e a quanto molte delle scelte che compiamo, non solo per gli acquisti ma anche per viaggi e spostamenti, siano guidate da una coscienza pro-ambiente che è andata costruendosi negli ultimi anni. È ovvio che si tratta di un processo che è appena iniziato, ma si stanno costruendo le basi per ribaltare completamente, e finalmente, un paradigma di sviluppo basato esclusivamente su costi e benefici economici. Il futuro per crescere è questo, mi sembra ormai condiviso da tutti.

Parlando di voi, quale impatto ha avuto sulla vostra azienda la crescita prorompente del digitale? Come per altre imprese, la crescita del digitale ha cambiato il nostro modo di lavorare, ma la grande svolta è arrivata con la pandemia, quando siamo stati tutti obbligati a lavorare in smartworking. Solo qualche anno fa, sarebbe stato impensabile anche solo immaginare di lavorare da remoto, che fosse da casa o dal treno. Così come nessuno avrebbe mai pensato di poter fare tranquillamente a meno di chili e chili di quei fascicoli e documenti che prima teneva sempre sotto mano. Simest oggi è un’azienda paperless, nella quale viene lasciata alle risorse larga autonomia nella gestione delle proprie attività, con ottime ricadute sul work life balance e quindi con conseguenze fortemente positive in termini di clima aziendale e produttività.

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Trasparenza e gender equality sono valori importanti per voi?

Per quanto riguarda la trasparenza, si tratta di una costante, visto che gestiamo fondi pubblici e lo dobbiamo fare in modo trasparente e senza discriminazioni. La gender equality, infine, è un dato di fatto in Simest, non solo perché circa la metà dei dipendenti è donna, ma anche perché il 40% del management team lo è. Il team di comunicazione, poi, è in prevalenza femminile, siamo il 70%.

Quali sono gli elementi che hanno caratterizzato l’evoluzione della comunicazione negli ultimi venti anni? Globalizzazione, digitalizzazione, avvento dei new media, ma anche eventi più recenti quali la pandemia, sono alcuni degli ‘step’ che hanno generato via via utenti sempre più consapevoli, che attingono a molteplici fonti di informazione in real time e che sono sempre più orientati a valutare il messaggio in termini di utilità sociale e di sostenibilità. I new media, in particolare, hanno reso protagonista e indipendente il destinatario del messaggio, con forti conseguenze soprattutto in campo pubblicitario: le aziende del mondo B2C sono dovute passare dalla mera promozione del prodotto a strategie basate sull’analisi degli argomenti cui il consumatore in quel momento è maggiormente sensibile per poterne catturarne l’attenzione; nel mondo B2B e istituzionale si è assistito al progressivo abbandono dell’autoreferenzialità in favore di messaggi tesi a valorizzare l’impatto economico e sociale delle azioni intraprese, con un approccio di interazione con gli stakeholder.


Pensiamo al futuro. Quali saranno le nuove frontiere che pensate di esplorare? In futuro vogliamo sempre più dare voce alle aziende nostre partner quali testimonial dei risultati raggiunti attraverso il nostro sostegno. Gli imprenditori sono persone estremamente concrete, si basano sui fatti. E quindi buon esempio vale più di mille parole. Per lo stesso motivo, guardiamo con interesse, ma senza impulsive infatuazioni, alle nuove frontiere della comunicazione online, al ‘metaverso’, perché, per un’azienda come la nostra, muoversi all’interno di una realtà totalmente virtuale può avere delle applicazioni finalizzate alla formazione sui nostri strumenti, più che scopi meramente pubblicitari.

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