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Editoriale. Assocom, le stelle non stanno a guardare

Sul successo della nuova proposta dei presidenti ad interim, Enrico Gasperini e Peter Grosser, e del consiglio direttivo pesano le possibili mosse dei network internazionali, che potrebbero organizzarsi in un’altra entità, maggiormente rappresentativa dei propri interessi. Come sempre, il movente economico sarà determinante. Per quali motivi, per avere cosa in cambio, si paga per stare in associazione? Se Assocom riuscirà a dare risposte convincenti anche a queste domande allora potrà avere possibilità concrete di successo, ossia di mantenere compatta l'associazione.

Per molti aspetti la situazione in cui si trova Assocom ricorda lo scenario politico italiano.

La mancanza di una legge elettorale ha portato, di fatto, allo stallo del paese. L’attuale governance di Assocom a giudicare dalla recenti dimissioni del presidente Massimo Costa non sembra adeguata alla nuove esigenze del mercato e, forse neanche a quelle degli associati. Il gesto di Costa (“Il mondo non aspetta, occorre muoversi in maniera tempestiva e determinata”, vedi l'intervista video rilasciata ad ADVexpress) è stato una sorta di doccia fredda o, meglio, una vera e propria frustata per l’associazione. Con le dimissioni del country manager di Wpp i due presidenti ad interim Peter Grosser ed Enrico Gasperini si sono trovati, per loro stessa ammissione, col cerino in mano.

Dovranno agire in fretta, con tutta la determinazione e la risoluzione di cui sono capaci, per tenere insieme l’associazione e convincere le ‘stelle’ dell’advertising (agenzie creative, media e dintorni espressioni dei grandi network internazionali) a non seguire la strada già imboccata da alcuni importanti brand quali Havas, Saatchi & Saatchi, McCann e, da pochi giorni, da Leo Burnett ed STV DDB.

La road map di Grosser e Gasperini è la seguente: a giugno proposta della nuova governance all’assemblea degli associati. Gli altri temi, dal potenziamento delle attività del centro studi, nell’ottica di revisione del sistema delle Audi, al censimento del settore, fino al completamento del processo di spending review seguiranno a ruota. Il percorso dovrebbe vedere una conclusione entro ottobre, ossia prima delle elezioni del nuovo presidente. Il tema del cambiamento di sede, come noto fortemente voluto da Costa che intendeva raggiungere gli obiettivi appena citati, non sembra rientrare nelle priorità (vedi anche intervista video).

Alla base della riuscita del nuovo percorso di Assocom, che tenterà di andare oltre l’organizzazione per Consulte, anche l’individuazione della giusta quota di adesione, che sia abbordabile per i piccoli e sostenibile per le grandi agenzie. Una quota che diventa anche l’espressione di quello che l’associazione vuole essere e fare. “Si sta in associazione e si paga per difendere i propri interessi e per avere servizi in cambio”, dicono i presidenti ad interim che puntano a un’associazione che rappresenti il mercato nella sua complessità e diversità.

Riusciranno a delineare un’associazione in grado di rappresentare le diverse anime e dimensioni, e conciliare le esigenze dei grandi network con quelle delle agenzie locali? Su tutti questi aspetti nell’incontro con la stampa di ieri sono state annunciate proposte che sono in fase di elaborazione (vedi news e video su ADVexpress Tv)

La situazione è comunque complessa perché le tendenze centrifughe sembrano essere forti, e lavorare sotto la spada di Damocle dei grandi che minacciano di uscire non rendono il clima sereno. Al di là dei condivisibili appelli lanciati da Grosser e Gasperini all’assunzione ognuno delle proprie responsabilità, rimane il fatto che l'associazione debba trovare il passo giusto per reagire in maniera tempestiva alle sfide che il mercato presenta ogni giorno, soprattutto in questa fase di crisi strutturale profonda in cui si trova il sistema della comunicazione.

Riuscirà l'attuale Consiglio a dare un Governo dell'associazione stabile, in grado di esprimere un ruolo autorevole e rappresentativo nel confronto con le parti, aziende in primis? La sfida, al momento, è ancora aperta.

Salvatore Sagone
Presidente ADC Group