Editoriale
Editoriale. Per cambiare passo ci vuole creatività
In occasione del Festival internazionale della Creatività che, giunto alla sessantaduesima edizione, si è aperto ieri sulla Croisette di Cannes, iniziamo la pubblicazione su ADVexpress dell'inchiesta tratta dall'ultimo numero di NC - Nuova Comunicazione, dalla quale emerge un dato chiaro: la creatività è oggi frutto della contaminazione tra discipline e competenze diverse, addirittura inedite rispetto a qualche anno fa.
La recessione è finita, la crisi continua. I dati macroeconomici raccontano un’Italia finalmente in controtendenza rispetto all’andamento recessivo degli ultimi 4 anni. Un periodo lungo e durissimo, quasi fosse una guerra, durante il quale l’intera filiera economica del paese ha mostrato la corda e relegato l’Italia al ruolo di fanalino di coda tra i paesi occidentali più evoluti. Credit crunch, disoccupazione, burocrazia, riforme, contrazione dei consumi: sono questi alcuni dei temi che ancora ostacolano la crescita del nostro paese. Il clima, però, è cambiato. In merito al 2015 l’Istat vede finalmente il segno positivo per la crescita del PIL, e sono in molti a scommettere che il saldo finale annuale sarà addirittura superiore alle attese.
Discutibile o meno, l’operato dell’attuale governo ha imboccato con decisione la strada delle riforme e qualche timido risultato comincia a intravedersi, sul fronte occupazionale, ma anche in termini di credibilità internazionale. La stabilità politica aiuta anche le imprese ad avere più fiducia e, a ruota, i consumatori ad avere una diversa propensione ai consumi. Se aggiungiamo il basso costo del petrolio e la ‘debolezza’ dell’euro, sembrano esserci tutte le condizioni perché un paese manifatturiero e votato all’export come l’Italia possa tornare a investire sul proprio futuro, sui propri giovani e, aggiungo, sulla propria creatività. Quest’ultima parola ha un significato particolarmente importante per il nostro paese che ne è stato a lungo portabandiera.
Creatività significa capacità di pensare nuovi prodotti, nuovi processi produttivi, nuove soluzioni tecnologiche. Significa anche sperimentare nuove modalità di relazione con i consumatori, proponendo loro contenuti innovativi, spingendoli a cercare nei prodotti e nei servizi a loro rivolti risposte che servano a migliorare l’esistenza. Si parla di un consumo più responsabile e consapevole e, di conseguenza, di una comunicazione più responsabile e consapevole, più rispettosa dei consumatori ai quali le marche devono raccontare la verità. “Èil passaggio dalla dittatura della pubblicità senza diritto di replica, durata due secoli, alla democrazia partecipativa che, grazie alla rete, mette il consumatore al centro del gioco”, afferma il guru Jacques Séguéla nell’intervista che potete trovare a pagina 42.
Non poteva esserci momento migliore per affrontare queste problematiche come il Festival internazionale della Creatività che, giunto alla sessantaduesima edizione, apre a fine giugno i battenti sulla Croisette di Cannes. NC dedica alla creatività un’ampia inchiesta dalla quale emerge un dato chiaro: la creatività è oggi frutto della contaminazione tra discipline e competenze diverse, addirittura inedite rispetto a qualche anno fa.
Questa è la nuova comunicazione così come è interpretata dagli NC Awards di cui, in questo numero, proponiamo un ampio resoconto di quello che è successo alla cerimonia di premiazione della nona edizione tenutasi presso il Teatro Elfo Puccini di Milano. Buona lettura!
Salvatore Sagone direttore responsabile e presidente ADC Group
Discutibile o meno, l’operato dell’attuale governo ha imboccato con decisione la strada delle riforme e qualche timido risultato comincia a intravedersi, sul fronte occupazionale, ma anche in termini di credibilità internazionale. La stabilità politica aiuta anche le imprese ad avere più fiducia e, a ruota, i consumatori ad avere una diversa propensione ai consumi. Se aggiungiamo il basso costo del petrolio e la ‘debolezza’ dell’euro, sembrano esserci tutte le condizioni perché un paese manifatturiero e votato all’export come l’Italia possa tornare a investire sul proprio futuro, sui propri giovani e, aggiungo, sulla propria creatività. Quest’ultima parola ha un significato particolarmente importante per il nostro paese che ne è stato a lungo portabandiera.
Creatività significa capacità di pensare nuovi prodotti, nuovi processi produttivi, nuove soluzioni tecnologiche. Significa anche sperimentare nuove modalità di relazione con i consumatori, proponendo loro contenuti innovativi, spingendoli a cercare nei prodotti e nei servizi a loro rivolti risposte che servano a migliorare l’esistenza. Si parla di un consumo più responsabile e consapevole e, di conseguenza, di una comunicazione più responsabile e consapevole, più rispettosa dei consumatori ai quali le marche devono raccontare la verità. “Èil passaggio dalla dittatura della pubblicità senza diritto di replica, durata due secoli, alla democrazia partecipativa che, grazie alla rete, mette il consumatore al centro del gioco”, afferma il guru Jacques Séguéla nell’intervista che potete trovare a pagina 42.
Non poteva esserci momento migliore per affrontare queste problematiche come il Festival internazionale della Creatività che, giunto alla sessantaduesima edizione, apre a fine giugno i battenti sulla Croisette di Cannes. NC dedica alla creatività un’ampia inchiesta dalla quale emerge un dato chiaro: la creatività è oggi frutto della contaminazione tra discipline e competenze diverse, addirittura inedite rispetto a qualche anno fa.
Questa è la nuova comunicazione così come è interpretata dagli NC Awards di cui, in questo numero, proponiamo un ampio resoconto di quello che è successo alla cerimonia di premiazione della nona edizione tenutasi presso il Teatro Elfo Puccini di Milano. Buona lettura!
Salvatore Sagone direttore responsabile e presidente ADC Group