Eventi
AI Forum 2024 | L’AI è già una realtà nelle aziende italiane: crea risultati, efficienta il business contribuendo alla sostenibilità. La formazione dei dipendenti fondamentale per abbracciare la rivoluzione senza paure
"L’impatto Dell’AI Sulle Organizzazioni e sul Business" è il titolo della tavola rotonda andata in scena durante la mattinata del convegno che ha visto aziende utenti e vendor a confronto per capire quali best practice attuare, quali risultati aspettarsi dall’AI, quali i nodi ancora da sciogliere per sfruttare al massimo le potenzialità della tecnologia digitale. Vi hanno partecipato Mauro Bonfanti Regional Vice President Nordics Spain & Italy, Snowflake; Giorgio Dossena Presales Manager, Qlik; Alessandra Grendele Chief Digital Officer | Head of Marketing, E-commerce, Data, IT & Digital Transformation, Carrefour Italia; Dario Pagani Head of Digital and Information Technology, ENI; Massimo Proverbio Chief Data, A.I., Innovation and Technology Officer, Intesa Sanpaolo; Roberta Viglione CEO, Mauden
L”'AI è entrata in maniera significativa nel nostro business. – ha esordito nel suo intervento Alessandra Grendele Chief Digital Officer | Head of Marketing, E-commerce, Data, IT & Digital Transformation, Carrefour Italia – “Abbiamo costruito e portiamo avanti un percorso di trasformazione digitale utilizzando dati e AI, per migliorare l'esperienza di acquisto, costruire un futuro migliore, evitare sprechi in vista di una più elevata circolarità.”
Nel 2020 inizia il percorso di trasformazione digitale di Carrefour, che richiede soprattutto un “cambio culturale” ha sottolineato più volte la manager. La prima colonna eretta dall'azienda nel percorso è stata la creazione di una data platform all'insegna della visione “trasformare tutti in dati per trasformare tutto con i dati”. Una massima che può essere sintesi comune dei vari temi trattati oggi durante la conferenza.
Oggi in Carrefour i lavoratori hanno la possibilità di monitorare in tempo reale le previsioni di vendita, organizzando così in modo più performante le squadre necessarie alle mansioni, la gestione dei magazzini, con un riordino intelligente a beneficio anche perd l'e-commerce che riporta così tempi di consegna affidabili ed efficienta la gestione degli stock.
Un lavoro di innovazione che ha portato ad un +10% di vendite online, alla riduzione dei tempi nella gestione delle riserve di prodotto, a un +35% di apprezzamento da parte degli utenti nella spesa online. “Oggi studiando il comportamento online del cliente proponiamo promozioni dedicate con risultati positivi: +10% di nuovi clienti, di cui 2 su 3 arrivano a convertire.” Per Grendele “L'innovazione può essere complessa ma l'obiettivo è creare una innovazione concreta, semplice ma necessariamente utile e non fine a se stessa.”
Altra vision dell'azienda nell'utilizzo dell'AI è di rendere le piattaforme online meno fredde, più umanizzate per portare l'esperienza del punto vendita sulle app. A settembre il lanciato Maja, l'assistente virtuale per gli acquisti, è stata accolta con favore dagli utenti, che si prefigge anche di compartecipare alla riduzione dello spreco alimentare perché “Abbiamo una grande responsabilità per educare ad un consumo più consapevole.” La tecnologia non manca, – ha evidenziato la manager – ma bisogna farla entrare nei processi delle aziende e formare le persone”.
Il tema della formazione è un altro filo conduttore che unisce tutte le esperienze delle personalità che hanno parlato durante la mattinata, come anche rimarcato da ENI con la presenza di Dario Pagani Head of Digital and Information Technology dell'azienda, che utilizza l'AI da parecchio tempo per ricercare l'efficienza operativa, per la sicurezza dei lavoratori e accelerare i processi di ricerca interni dell'azienda.
L'interazione diretta con i fornitori è un aspetto cardine anche per una realtà imponente come ENI, quanto l'aggiornamento formativo dei dipendenti, proprio perché “Oggi, attraverso le innovazioni tecnologiche e l'AI, è diventato più difficile mantenere l'uomo al centro, e questo richiede uno sforzo e cura maggiore.”
Con l'enorme mole di dati e l'AI generativa cambiano le cose: l'uomo deve diventare ammaestratore della macchina. “Noi in ENI abbaino la consapevolezza di mantenere l'attenzione sui lavoratori, costruendo gruppi multi disciplinari per mantenere il focus sull'individuo, proprio perché l'AI può livellare verso il basso le capacità dei dipendenti, con il rischio della perdita di capacità cognitive, e quindi di qualità dei servizi erogati. L'uomo deve essere una presenza a valore aggiunto all'interno del sistema.”
Anche per ENI il tema della sostenibilità è centrale, e non poteva essere da meno. L'AI e i potenti calcolatori necessari per la sua vita sono molto energivori. Per contrastare lo spreco l'azienda attua una politica interna che garantisce il massimo efficientamento possibile evitando calcoli inutili e progettando modelli che permettano di prevedere le migliori azioni possibili future per costruire il risparmio energetico di domani. Punto cardine di sviluppo viene rimarcata l'attenzione alle persone che, a differenza dell'intelligenza generativa: “Sono in grado di andare oltre all'omologazione degli algoritmi.”
Intesa San Paolo lavora da almeno un decennio con l'intelligenza artificiale. Lo ha illustrato Massimo Proverbio Chief Data, A.I., Innovation and Technology Officer della banca, che si basata su un rapporto che unisce informazioni e fiducia (del cliente e non solo). Sono già presenti diversi casi di utilizzo di algoritmi chatbot sviluppati internamente che hanno dato ottimi risultati nell'aiutare l'efficientamento delle varie procedure dell'istituto.
Alcuni numeri: miglioramento del call center del 90% di efficacia, e di un 80% di quello interno, una ottimizzazione energetica, l'aumento delle difese da attacchi informatici pur mantenendo una fruibilità semplice dell'interfaccia web e app. Per lo sviluppo tecnologico Intasa Sanpaolo ha stanziato fino al 2025 un budget di 500 milioni di euro.
Tra le politiche interne a favore dei lavoratori e clienti è stata adottata da tempo, prima che l'AI diventasse l'argomento d'interesse, una serie di norme che rendessero consapevole l'ingresso della tecnologia nell'istituto. Una di queste: i modelli utilizzati per le lavorazioni devono poter essere spiegabili ai dipendenti ed ai clienti. Il controllo finale delle lavorazioni rimarrà affidato al personale al fine di garantire, al bisogno, una responsabilità chiara.
In chiusura anche Roberta Viglione, CEO, Mauden, ha richiamato l'attenzione nella gestione del fattore umano all'interno dell'applicazione dell'AI in azienda. “Educazione e formazione continua sono fondamentali. Il fattore umano cambia con la tecnologia e quindi deve mutare anche lo spirito con cui un professionista si forma. Nel momento in cui in Mauden abbiamo capito che l'AI lavora su tutto il business, siamo migliorati evolvendoci professionalmente senza timori per la tecnologia che utilizziamo. Per noi l'intelligenza artificiale non deve diventare un oracolo ma un assistente.”