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Delogu (Mediaset): "I media hanno un ruolo fondamentale in questa Fase 2. Alla pubblicità il compito di rassicurare gli italiani, trasmettere fiducia e orientare gli acquisti per spingere il Paese a ripartire"
Ospite della settima puntata del ciclo di webinar di Connexia dedicato alla ripartenza è Andrea Delogu, il Vice Direttore Generale in seno alla Direzione Informazione del Gruppo Mediaset. In questo periodo per il restart è centrale il ruolo dei media, poiché in questi mesi di lockdown l’informazione è tornata al centro della nostra vita. Come ha affrontato Mediaset l’emergenza dalpunto di vista della riorganizzazione interna?
Il vicedirettore del gruppo televisivo dichiara che all'interno Mediaset il 'giorno uno' è stato il 21 febbraio: “Abbiamo mandato un inviato a Codogno e ci siamo subito resi conto della gravità della situazione. Abbiamo avviato delle procedure ancora prima di quelle della Regione: abbiamo messo centinaia di lavoratori in smart working, modificato l’accesso agli studi, riducendolo in maniera considerevole fino quasi ad annullare la presenza degli ospiti nei programmi”. Il manager precisa che tuttora coloro che lavorano nei centri produttivi (un quarto dei professionisti distribuito tra gli studi di Cologno e Roma Palatino) sono tenuti alla misurazione della temperatura corporea e ad indossare i dispositivi di protezione individuale.
Durante il Coronavirus, nelle settimane di lockdown, è cambiata anche la programmazione per rispondere alle nuove esigenze informative delle persone spiega il manager e Mediaset era già strutturata per rinnovare i palinsesti.
“L’informazione vive di attualità, di emergenze, di crisi. Del resto abbiamo già affrontato il 2001, il crollo delle Twin Towers, nel 2008 la più grande bancarotta della storia - sottolinea Delogu - . Durante la quaratena il pubblico a casa è quasi raddoppiato su tutti i media e il Gruppo ha non ha avuto difficoltà a modificare scalette, contenuti e copioni, in tempo reale, di programmi come Quarto Grado, Quarta Repubblica, Fuori dal Coro, Dritto e Rovescio, Matrix, trasmessi in diretta. Certamente avere il pubblico in studio è qualcosa di importante, che consente di avere il sentiment e il feedback di quanto si racconta e il conduttore ha la percezione chiara del successo dei contenuti trasmessi. Diversamente, è possibile solo immaginare che il pubblico a casa apprezzi quanto mandato in onda".
Parlando di diretta Delogu ha rircordato il rinnovamento di Rete 4: da tv generalista a rete quasi all news con un’attenzione particolare al tema dell’informazione. In queste settimane di lockdown Rete 4 ha raggiunto il picco dell’informazione con 7 programmi in diretta per 7 serate. Com’è stato possibile questo cambio di pelle e quali risultati ha portato?
Il Vice Direttore ricorda che il cambiamento è iniziato nel 2010 con la creazione di NewsMediaset, un’agenzia di testata per tutti i telegiornali che ha consentito il saving di risorse reinvestite in nuovi programmi come Quarto Grado, Quinta Colonna, Fuori dal Coro, Dritto e Rovescio, Matrix. "Abbiamo riposizionato alcuni brand spostandoli su Rete 4 e programmando dalle 20.30 fino alle 24 trasmissioni d’informazione in diretta, per noi una leva fondamentale che rappresenta una quota importante delle 8000 di messa in onda all’anno".
I dati Auditel segnano un raddoppio degli ascolti nelle settimane di lockdown. Rete 4 con Quarto Grado e Dritto e Rovescio segna ascolti record con il 4,7% e il 5,2% di share. Quarto grado tocca il 6,8% e Quarta Repubblica il 6,4%.
Delogu insiste sul fatto che la libertà di espressione che ha caratterizzato gli italiani in quarantena è stato un esercizio di democrazia eccezionale, “Non avremmo potuto sopportare questi due mesi se non avessimo avuto la libertà d’espressione. Il distanziamento è stato più fisico che sociale, perché abbiamo avuto straordinarie occasioni di socializzazione grazie ai media”. “L’auspicio è che possiamo tornare al ristorante, al cinema, a teatro in sicurezza, grazie ai modelli di comportamento raccontati anche dai programmi d'informazione su tutti i canali televisivi" afferma Delogu.
Il manager si sofferma poi sull’informazione in Mediaset: “Abbiamo 3 tipologie di informazione: fatti, notizie, storie. I fatti entrano nelle nostre contingenze ogni minuto, li trattiamo su TgCom24, poi diventano notizie quando hanno rilevanza nazionale”. Spiega anche come non tutti i fatti diventino notizie nazionali, ma si trasformano storie quando è possibile caratterizzare la notizia in base al suo genere (di natura politica, di natura economica, di crime), tenendo conto di quale programma sia più adatto per parlarne. Le notizie sono hard news che è fondamentale mettere al centro dei telegiornali, mentre le storie sono più di tipo discrezionale.
La forza informativa e di intrattenimento di Mediaset deriva dai "350 dipendenti e da un centinaio di collaboratori che lavorano su tutte le produzioni, in particolare su Video News, testata giornalistica che si occupa di diversi programmi di informazione tra cui Pomeriggio Cinque, Non è la d’Urso, Mattino Cinque e molti altri" sottolinea il Vice Direttore Generale.
Il manager evidenzia come durante il lockdown attuato per arginare la pandemia tutti i media tradizionali sono tornati in auge e sono stati riscoperti alcuni canali di informazione diventati marginali. Millennials e GenZ hanno veramente conosciuto il potere del piccolo schermo (sul target la tv generalista registra una media di 4 ore di visione giornaliera, con un incremento di quasi un’ora e mezza e soprattutto in prima serata). Del resto, osserva Delogu " nei tempi di crisi si torna ai fondamentali ed è fondamentale il senso di appartenenza, ecco perchè, soprattutto nel settore dei media e dell'informazione, sopravvive chi è riconoscibile e autorevole e chi offre notizie vere, con fonti verificate".
Putroppo in queste settimane di crisi sanitaria, fa notare Delogu, c'è stata una vera esplosione di fake news, tanto che fino al 10% delle notizie giornaliere erano notizie false (ad esempio la notizia secondo cui il 5G provocherebbe la morte). Serve riconoscerle e contrastarle.
Infine, un accenno all'andamento di business del gruppo Mediaset, che ha visto l'utile calare nel primo trimestre come anche nelle altre situazioni di crisi, c'è sempre una situazione di stop & go. "Ci si ferma per ripartire e l'importante è la velocità del restart e Mediaset sa come farlo".
Il manager conclude parlando dell’importanza della pubblicità in questo periodo storico: “La pubblicità oggi non deve solo mirare a vendere ma anche al recupero della fiducia del consumatore e a capire come cambieranno i modelli di consumo degli italiani nella fase due appena iniziata, caratterizzata da una scarsa liquidità e da molta prudenza negli acquisti. Per questo l'advertising dovrà rassicurare le persone e incentivare gli acquisti per dare una spinta alla ripartenza dell'economia. In questo processo i media principali come tv, radio e giornali hanno un ruolo fondamentale ma devono 'marciare insieme', altrimenti perdiamo tutti la sfida della ripartenza".