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Forum WPP - Ambrosetti/2. In Italia consumi e produzione crescono, ma il Sud resta al palo
I consumi in Italia crescono, e questa è senza dubbio una buona notizia, peccato che la crescita sia quasi totalmente appannaggio delle regioni del Nord, mentre al Sud la situazione resta difficile. Questo in sintesi quanto emerso dagli interventi della prima sessione del Forum WPP - The European House Ambrosetti, tenutosi questa mattina, 10 novembre, a Milano.
"Lo scenario è positivo: il PIL cresce oltre le attese, l'occupazione è in ripresa e i flussi finanziari e gli investimenti dall'estero sono in grande crescita - ha spiegato Marco Costaguta, presidente LTP - . Negli ultimi tre anni il PIL ha avuto un trend sempre positivo, ma bisogna tenere conto del fatto che negli ultimi mesi è stato soprattutto l'export ad avere un ruolo chiave nella crescita".
La crescita dei consumi va di pari passo con la crescita dell'occupazione, dunque il fatto che in 4 anni siano stati creati 800mila posti di lavoro è senza dubbio un segnale importante. Tuttavia permane una forte differenza tra Nord e Sud: al Nord il tasso di disoccupazione è pari al 6% ma raggiunge il 19% al Sud - ha sottolineato Costaguta - e si nota un divario enorme anche nella spesa complessiva, soprattutto in settori chiave come istruzione, socialità, trasporti. Oltre la metà della crescita del PIL è data dalle performance delle regioni del Nord, mentre il Sud decresce e le sue città sono in contazione".
Tutto questo rende il Nord Italia è allo stesso livello dei Paesi d'Europa che performano meglio, mentre il Sud è assimilabile ad alcuni Paesi dell'Africa. Inoltre mentre nelle regioni del Nord negli ultimi dieci anni sono arrivati 275mila abitanti in più, quelle del Sud hanno 'perso' 400mila abitanti, che si sono trasferiti al Nord o all'estero. Interessante il fatto che il fenomeno della migrazione all'estero da parte di cittadini italiani sia triplicato in 5 anni.
"Dunque - ha concluso Costaguta - , se è vero che stiamo vivendo un anno positivo, è altrettanto vero che dobbiamo continuare a investire, soprattutto al Sud, per creare occupazione e portare infrastrutture".
Anche a livello di consumi nella GDO non è tutto oro quel che luccica. Lo ha detto chiaramente Francesco Pugliese, Ad Conad: "E' vero che negli ultimi tre anni i consumi sono cresciuti di 4,6 miliardi - ha spiegato il manager - , ma bisogna considerare che dal 2011 al 2014 sono stati persi ben 8 miliardi. Inoltre sono sempre Nord Ovest e Nord Est ad agire da traino".
Tra i fenomeni interessanti la crescita delle private label, soprattutto in alcuni settori trainanti come il biologico.
E il commercio elettronico? "Per ora l'e-commerce in Italia vale lo 0,8% sul totale consumi, dunque ancora una percentuale irrisoria, ma può essere un canale vincente per alcune tipologie di prodotti", ha affermato Pugliese.
Secondo il manager, l'export non serve a far crescere il Paese, ma è fondamentale far crescere i consumi interni, anche utilizzando in modo strategico tutte le leve della comunicazione.
Importanti differenze tra Nord e Sud si notano anche nel settore delle telecomunicazioni, come ha messo in evidenza nel suo intervento Aldo Bisio, Ad Vodafone Italia. Un mercato dove il mobile sta assumendo sempre più rilevanza, come si evince dal fatto che il traffico di dati su mobile sia cresciuto di 9 volte negli ultimi sei anni, mentre sul fisso è aumentati di 4 volte. L'incremento è costante e guidato soprattutto dalle nuove generazioni, che accrescono i consumi del 100% ogni anno.
Per quanto riguarda la rete fissa, al Nord l'utilizzo è al 55-60%, mentre al Sud la percentuale si ferma al 45-50%. Nelle regioni del Sud tuttavia è maggiore l'utilizzo di voce, dati e social media. Ad esempio i clienti Vodafone al Sud utilizzano Facebook per il 45% in più rispetto ai clienti al Nord e usano per il 35% in più YouTube. Dunque i servizi mobili hanno una diffusione omogenea, ma si registra un maggiore utilizzo al Sud, correlato alla minore penetrazione banda larga fissa.
"Se la penetrazione della banda larga è stata da sempre guidata dalla penetrazione dei pc, ora il suo utilizzo sarà legato sopratutto alla fruizione dei contenuti - ha detto Bisio - . Proprio la diffusione dei contenuti può fungere da driver per la riduzione del gap geografico ancora presente sulla rete fissa".
Cristina Scocchia, Ad di KIKO, ha invece portato all'attenzione della platea il caso della cosmesi, un settore che può essere considerato un fiore all'occhiello del nostro Paese, dal momento che l'Italia è il primo produttore al mondo di prodotti per il make up e il quarto Paese in Europa per consumo. L'export ha un ruolo importante, basti pensare che il 40% della produzione italiana è diretto ad altri Paesi.
Il settore della cosmetica conta 200 mila persone impiegate, di cui il 45% è donna. L'investimento medio in ricerca e sviluppo è pari al 7% e la cosmetica è al terzo posto per investimenti in comunicazione. I consumi sono cresciuti del +1,8% nel 2016 e del +5,3% negli ultimi due anni. La percentuale di incidenza dell'e-commerce è ancora bassa (3%), ma negli ultimi anni il tasso di crescita cumulato è stato pari al +3%, quindi si tratta di un trend in aumento.
Nonostante la vitalità del settore, anche in questo caso la situazione nel Nord Italia è molto diversa che al Sud. "Il 77% della produzione legata alla cosmesi è concentrato nelle regioni del Nord e in particolare in Lombardia, dove vengono prodotti il 51% dei cosmetici - ha spiegato Scocchia - . Lo stesso vale per i consumi, che per l'80% avvengono al Nord".
Tra le tendenze in atto nel settore, il boom dei marchi indipendenti, dovuto anche al fatto che i Millennials, generazione dell'immagine e della self-expression, li preferiscono spesso ai marchi consolidati, e la crescita delle nicchie di prodotti, come quelli biologici.
"Le nuove modalità di espressione, soprattutto caratteristiche delle nuove generazioni, hanno determinato cambiamenti importanti anche nelle modalità di comunicazione: il legame tra brand e consumatore diventa più diretto, lo storytelling assume un ruolo fondamentale e si utilizzano gli influencer", ha chiosato Scocchia.
Serena Piazzi