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Ideal. La forza dello storytelling transmediale
(Torino. Dal nostro inviato Mario Garaffa). Oggi la comunicazione deve essere transmediale. La semplice crossmedialità, ossia la ripetizione dello stesso messaggio su mezzi diversi, non basta più. Occorre piuttosto mettere in campo una strategia capace di utilizzare le diverse piattaforme in modo coordinato per un unico progetto, valorizzando la capacità di ciascun canale di sviluppare una parte della storia, aggiungendo singoli elementi diversi e originali.
Il tema è stato affrontato in uno degli speech in programma nella tre giorni (28, 29, 30 settembre) organizzata dall’agenzia Ideal Comunicazione nella sua sede di Torino, per presentare la nuova divisione interna di produzione e il nuovo spazio polifunzionale denominato ‘Sala Giochi’ (leggi news).
Come spiegato da Mattia Garofalo, executive storytelling consultant di Ideal Comunicazione (cresciuto professionalmente alla Scuola Holden, come precisato nella sua introduzione da Stefano Capraro, ceo di Ideal), lo storytelling rappresenta una grande risorsa a disposizione della comunicazione contemporanea, in virtù della sua capacità di soddisfare la sempre più diffusa ‘richiesta di racconto’ manifestata dal pubblico, creando sistemi narrativi complessi e, allo stesso tempo, trasmettendo messaggi immediati.
Tuttavia, come aggiunto da Riccardo Milanesi, digital storyteller e social media specialist (collaboratore di Magnolia, De Agostini e Scuola Holden), per trattenere il pubblico all’interno della storia e attivare dei processi di engagement davvero efficaci, occorre costruire degli Alternate Reality Games (Arg). Ossia dei giochi di realtà alternativa che collegano online e mondo reale, basati sul diretto coinvolgimento degli utenti, che partecipano alla storia risolvendo delle prove o degli enigmi, che vengono posti dai protagonisti della storia stessa. Ovviamente in chiave transmediale, ossia sfruttando una molteplicità di canali e piattaforme di comunicazione.
Volete averne un assaggio diretto? Collegatevi il prossimo sabato (1 ottobre 2016) via Facebook sulla pagina ‘Excape Martina’ e aiutate la protagonista a scappare. Martina si è infatti svegliata in una casa che non conosce, davanti a sé ha solo uno smartphone che la riprende e la manda online in diretta. E soprattutto ha solo 16 minuti per scappare.
Come spiegato dall’ideatore, Milanesi, “Excape Martina esplora linguaggi e modalità di interazione online e offline: da un lato, lo storytelling interattivo e partecipativo che trova sui social la sua naturale espressione, dall’altro, l’esperienza dal vivo delle ‘Escape Room’, eventi organizzati in diverse città d’Italia e del mondo, in cui alcune persone, chiuse in una stanza, devono risolvere degli enigmi per uscire entro un tempo stabilito”.
Excape Martina, prodotto dal Roma Web Fest e girato in una location del Maxxi di Roma (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) si configura come un esempio sperimentale di ‘live storytelling transmediale’ basato sul coinvolgimento diretto degli utenti.
L’iniziativa rappresenta una sorta di continuazione di un primo esperimento di successo (sempre ideato da Milanese), datato 2010 e intitolato ‘L’altra’, in cui la ‘nostra’ Martina, allora ragazza di quinta liceo si ritrovava chiusa nella biblioteca della sua scuola e chiedeva aiuto agli utenti di Facebook per riuscire a uscire da quella situazione.