Nicola Pasianot, social media strategist Ideal, e Marta De Leonardis, head of sales InstaBrand
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Ideal. Puntare sull’influencer marketing per moltiplicare l’efficacia della campagna

Il modo più potente per comunicare il messaggio di un brand a un pubblico interessato è farlo attraverso una voce di cui si fida. È questo il principio di partenza dell’influencer marketing che, come spiegato da De Leonardis (InstaBrand), si prefigge di accedere alle community costruite dagli influencer e creare relazioni tra i brand e le loro audience, sfruttando la fiducia che i followers ripongono negli influencer stessi. Del tema si è discusso in uno degli appuntamenti organizzati a Torino da Ideal Comunicazione per presentare la nuova divisione interna di produzione e il nuovo spazio polifunzionale denominato 'Sala Giochi'.

(Torino. Dal nostro inviato Mario Garaffa). Alla fin fine è tutta una questione di fiducia. Nella vita, come nella comunicazione di marca. Ecco perché l’influencer marketing sta diventando sempre più cruciale nel determinare il successo di una campagna o di un brand.

Il tema è stato affrontato in uno degli speech in programma nella tre giorni (28, 29, 30 settembre) organizzata dall’agenzia Ideal Comunicazione nella sua sede di Torino, per presentare la nuova divisione interna di produzione (audio, video e digital) e il nuovo spazio polifunzionale denominato ‘Sala Giochi’.

I social media, ha spiegato Marta De Leonardis, head of sales InstaBrand, possono essere considerati dei network C2C, dove le relazioni, le connessioni e le informazioni sono essenzialmente democratiche, così come la possibilità di influenzare ed essere influenzati.

L’influencer marketing, ha aggiunto De Leonardis, mette in pratica il concetto secondo cui il modo più potente per comunicare il messaggio di un brand ad un pubblico interessato è farlo attraverso una voce di cui si fida.

Gli influencer sono persone con un seguito importante sui social network, considerate voci autorevoli nel proprio settore di competenza, in grado di condizionare le opinioni, i sentimenti e le decisioni di acquisto del proprio pubblico.

A far la differenza, come precisato da Nicola Pasianot, social media strategist Ideal Comunicazione, è il fattore fiducia. L’influencer marketing si prefigge di accedere alle community costruite dagli influencer e creare relazioni tra i brand e le loro audience sfruttando la fiducia che i followers ripongono negli influencer stessi.

Nata nel 2013 a Los Angeles e arrivata in Italia nel 2015, InstaBrand è una piattaforma che connette brand e influencer. Per la precisione, a essere monitorati sono 100mila influencer in tutto il mondo e più di 1.200 in Italia. In termini di funzionamento del meccanismo, precisiamo che, di solito, gli influencer vengono selezionati da InstaBrand, ma non si esclude la possibilità di autocandidature (il requisito, al momento, prevede almeno 20mila follower su Instagram, per le iniziative veicolate tramite tale social network).

In ogni caso, tiene a specificare De Leonardis, “la nostra specializzazione verte soprattutto sulla parte strategico-consulenziale che offriamo ai clienti che si rivolgono a noi, in termini di scelta degli influencer più adatti (la suddivisione è verticale per aree tematiche, ndr) rispetto al target del brand che si vuole raggiungere e coinvolgere, e in termini di monitoraggio e reportistica dell'iniziativa attivata”.

Dato che il rapporto tra influencer e azienda può essere complesso, la manager di InstaBrand ha riassunto i cardini da rispettare per dar vita a un rapporto vicendevolmente vantaggioso.

In sintesi, ecco cos’è giusto che un’azienda si aspetti dall’influencer:

1. Che dia valore aggiunto al messaggio del brand seguendo il proprio stile personale.

2. Che segua rigorosamente le linee guida del documento/brief/accordo.

3. Che suggerisca il miglior trattamento del prodotto rispetto alla propria fanbase e al brief fornito.

4. Che i contenuti prodotti siano altamente qualitativi, in linea con il suo tone of voice.

5. Che invii le preview dei contenuti e pubblichi solo dopo approvazione.

6. Che rilavori il contenuto se questo non rispetta oggettivamente le indicazioni fornite.

7. Che rispetti il calendario e segnali eventuali problemi in tempo utile.

Viceversa, ecco cosa non è lecito che un’azienda si aspetti dall’influencer:

1. Che possa dare garanzie sui commenti che si sviluppano in modo organico o che riesca a pilotarli.

2. Che garantisca il successo nella diffusione degli hashtag o delle call to action che posta (per esempio sell out, drive to store, raccolta lead, ecc.).

3. Che posti sul proprio profilo contenuti pre-prodotti (volantini pubblicitari, creatività del brand, etc) o editati dal brand (aggiunta sull'immagini di baloon, scritte, emoticon) dannosi per l'engagement, il profilo e il brand stesso.

4. Che sia mero esecutore di istruzioni (per intenderci, “questo è il disegno della foto che vogliamo”).

5. Che rispetti un orario inderogabile di pubblicazione (sì prima mattina, no 16.45), questo perché ogni influencer conosce il migliore orario delle proprie pubblicazioni.

6. Che lavori in tempo reale senza una pianificazione, in particolare per le richieste di rework.