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Kelly Peters (BEworks) al WOBI Milano: "Siamo tutti nel business dell'Economia del Comportamento"

Tra gli interventi più interessanti della prima giornata del WOBI, al MiCo di Milano, l'intervento della fondatrice di BEworks (nella foto), che ha richiamato la platea di manager ed imprenditori all'attenzione sulle Scienze Comportamentali per una migliore comprensione del consumatore. Senza dimenticare mai che i nostri consumatori sono innanzitutto esseri umani, prima che dati.

Più tranquillo e contenuto nello stile, il WOBI Milano 2018 che si è aperto oggi, 30 ottobre, al MiCo, ruota attorno alla parola d'ordine globale “Exponential”. Anche se da noi l'accellerazione, la velocità ed il cambiamento stanno solo nelle parole dei politici che amano fare roboanti promesse, qui il tema della crescita esponenziale, dell'innovazione sistematica e dello sguardo rivolto in avanti ha il pragmatismo del mondo del business e dell'industria.

Il panel di ospiti propone professori universitari che studiano il talento (il neozelandese Ian Williamson) piuttosto che supermanager che hanno navigato con successo nell'ultimo tumultuoso decennio (Alan Mullally, ex presidente Ford Auomobiles), fino a personaggi di Ispirazione, come Javier Zanetti, capitano dell'Inter del Triplete, e Daniel Lamarre, Presidente di quella creatura dell'affabulazione che è il Cirque du Soleil.

Affascinante, tra i tanti, l'intervento di Kelly Peters unica relatrice in quota rosa nella prima giornata. La fondatrice di BEworks (nella foto), ha richiamato la platea di manager ed imprenditori all'attenzione sulle Scienze Comportamentali per una migliore comprensione del consumatore.

Logica la premessa sul valore del metodo scientifico anche nell'approccio ai comportamenti di consumo. Non stiamo parlando di opinioni, ma di risultati scientifici che aiutano ad applicare queste conoscenze alle discipline che usiamo ogni giorno nel nostro mestiere: dalla strategia al marketing, dalla gestione dell'impresa a quella del retail come campo da gioco finale.

Anche perchè, osserva la studiosa canadese, tutti siamo nel business del cambiamento comportamentale. Nella Behavioural Economy, il primo passo vincente è riconoscere che nessuno, i consumatori come i manager, è razionale al 100%, quando compie delle scelte. Analizzare i Biases che ci portano a trovare scorciatoie e soluzioni preconfezionate, può diventare molto redditizio sia in termini commerciali, che di programmazione dell'Innovazione Aziendale. Una serie di esempi molto rilevanti, sulle scelte nel campo della donazione degli organi come in quelle sulle pensioni integrative, dimostrano come spesso è la soluzione meno attesa quella che riesce a produrre un cambiamento nei comportamenti dei clienti. In molte azioni in cui viene proposto di default di aderire alla donazione d' organi al momento del corso per la patente, la percentuale di donatori è infinitamente più alta. Perchè la routine e la leggerezza di una casella da riempire alleggeriscono quella che, in condizione normali, è una decisione piena di paure, timori, piuttosto che di aspetti intimamente legati alla cultura familiare o di un Paese.

Ma è proprio la capacità di conoscere ed utilizzare a proprio favore questi biases di pensiero a rendere moderne e performanti la aziende, la loro comunicazione esterna e perfino il modo di riorganizzarsi interno.

Ulteriore dimostrazione che le neurosceinze diventano sempre più importanti per accumulare dati, conoscenza e capacità di analisi del nostro mercato. Per non dimenticare mai che i nostri consumatori sono innazitutto esseri umani, prima che dati.

 

Pasquale Diaferia