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Sisal festeggia l’anniversario della prima schedina del Totocalcio e i 73 anni del Gruppo con “Storie di gioco”

Il progetto, finalizzato alla valorizzazione della cultura del gioco, si è concretizzato nella ricerca realizzata dal professor John Foot, storico britannico specializzato in storia italiana e dello sport, che ha marcato la centralità dell’elemento culturale associato alla pratica ludica, percorrendo alcuni dei casi più significativi nei quali le arti hanno interpretato questa pratica. A supporto dello studio sono state realizzate una mostra multimediale e una serie di videointerviste sull’evoluzione del modo di giocare degli italiani, dal dopoguerra a oggi, indagando il rapporto che si instaura tra l’individuo e le dinamiche ludiche, e l’influenza di queste ultime sulle relazioni sociali.

Il 5 maggio Sisal Group ha festeggiato l’anniversario della prima schedina del Totocalcio e  i 73 anni del Gruppo Sisal.

La Schedina non era un semplice gioco. Per Massimo Della Pergola, Fabio Jegher e Geo Molo, i tre giornalisti sportivi che il 3 settembre 1945 fondarono S.I.S.A.L. (Sport Italia Società a responsabilità Limitata), versando un capitale complessivo di 900 mila lire. L’obiettivo era di stimolare lo sport e contribuire a ricostruire gli impianti sportivi danneggiati dal conflitto. Una vera e propria missione e una grande speranza, mentre l’Italia cercava di emergere dalle macerie della guerra e di ricostruirsi un futuro.

Unsogno che prende forma già nel gennaio ’46 quando il Ministero dell’Interno autorizza l’istituzione del totalizzatore calcistico “per provvedere alla ricostruzione degli impianti sportivi”. Qualche mese di intensa preparazione e la macchina si mette in moto: il primo maggio del ’46 vede la luce il giornale Sport Italia. Ecco la schedina in prima pagina.

Sono passati molti anni da allora, ed il legame che unisce Sisal all’Italia e agli italiani è divenuto sempre più intenso. Una storia di luoghi, oggetti e simboli che appartengono a tutti: la ricevitoria, la schedina, il SuperEnalotto. 

Dal dopoguerra ad oggi, la ricostruzione del Paese è passata anche attraverso lo sport e il gioco: "siamo orgogliosi di averne scritto un piccolo capitolo, e celebriamo questo giorno speciale con Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ricordando il progetto "Storie di Gioco", nato con l'obiettivo di valorizzare la cultura dell’intrattenimento come strumento di aggregazione sociale" spiega Sisal Group in una nota.

"Questa passione per il gioco e lo sport, intesi come divertimento e competizione nel rispetto delle regole e dell’approccio etico che ci contraddistingue, ci ha portati a sostenere importanti progetti di valorizzazione della cultura del gioco con importanti partner. Tra questi “Storie di Gioco”, curato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, attraverso il quale abbiamo valorizzato la cultura del gioco nella società come elemento ludico e strumento di divertimento, intrattenimento e aggregazione sociale negli ultimi settanta anni in Italia" scrive Massimiliano Tarantino, Segretario Generale Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Il progetto si è tradotto in una ricerca realizzata dal professor John Foot, storico britannico specializzato in storia italiana e dello sport, che ha marcato la centralità dell’elemento culturale associato alla pratica ludica, percorrendo alcuni dei casi più significativi nei quali le arti hanno interpretato questa pratica.

A supporto dello studio sono state realizzate una mostra multimediale e una serie di videointerviste sull’evoluzione del modo di giocare degli italiani, dal dopoguerra a oggi, indagando il rapporto che si instaura tra l’individuo e le dinamiche ludiche, e l’influenza di queste ultime sulle relazioni sociali.

Con “Storie di gioco” la memoria e il gioco, legati l’uno all’altro, hanno generato una narrazione che, a partire da un passato comune e da storie individuali, identifica la memoria di tutti noi.