Marketing

“Una via italiana all’impresa internazionale”

Sul palco dell’incontro – dibattito promosso a Roma da Flumen Communications Companies autorevoli esponenti delle imprese e delle istituzioni, da Alberto Lavia (Façonnable) a Geddes da Filicaja (Marchesi de’ Frescobaldi).

La definizione di un modello imprenditoriale italiano e dei suoi punti di forza in ambito internazionale è stato il tema centrale dell'incontro - dibattito 'Una via italiana all'impresa internazionale' promosso da Flumen Communications Companies che si è tenuto questa mattina a Roma nella splendida cornice dell'Ara Pacis.

L'incontro, moderato dal Direttore de Il Mondo Enrico Romagna Manoja, ha visto la partecipazione di Paolo Torchetti (foto 1), Presidente e maggiore azionista di Flumen, Paolo Anselmi, Vice Presidente di GFK Eurisko, Alberto Lavia, Amministratore delegato di Façonnable, Giovanni Geddes da Filicaja, Amministratore delegato di Marchesi de' Frescobaldi, e Beniamino Quantieri, Commissario Generale per la partecipazione dell'Italia all'Esposizione Universale di Shangai 2010.

Di seguito alcuni estratti del dibattito: Alberto Lavia (Amministratore delegato di Façonnable). "La crisi attuale segnerà un cambio di paradigma importante nell'atteggiamento del consumatore che darà vita a una ridefinizione in chiave qualitativa del concetto di benessere valorizzando sempre di più alcuni elementi immateriali, come ad esempio le connotazioni estetiche e culturali del consumo, che una volta erano messi in secondo piano dalla centralità assoluta del prodotto. La minaccia più grande per il Made in Italy nei prossimi anni è una tendenziale diminuzione del valore percepito, soprattutto in Europa: proprio per questo sarà necessario dare nuovi significati al valore dei nostri marchi nella competizione globale".

Giovanni Geddes da Filicaja (foto 2), Amministratore delegato di Marchesi de' Frescobaldi. "Il mercato alimentare risentirà in maniera inferiore rispetto ad altri settori del processo di trading down che comporta un progressivo abbassamento nel prezzo di acquisto dei prodotti. Ciò nonostante il problema dei cosiddetto credit crunch (mancanza di liquidità) avrà le sue conseguenze anche nel settore vinicolo dove le aziende hanno demandato troppo spesso al trade la maggior parte delle proprie attività di comunicazione/promozione. La scelta strategica dovrà essere ora più che mai quella di comunicare la qualità del proprio prodotto e, in questa logica, il valore percepito e l'immagine del brand saranno le principali garanzie di qualità per il consumatore, come testimoniano casi di eccellenza come il Brunello di Montalcino o il Chianti".

Paolo Torchetti (Presidente Flumen Communications Companies). "In questi anni abbiamo combattuto una dura battaglia contro il concetto di comunicazione come costo per le imprese, soprattutto all'interno di un mercato, quello italiano, eccessivamente frammentato e individualista. Se facciamo un confronto con una realtà molto vicina alla nostra, la Francia, a fronte di un mercato solo marginalmente più grande (5/6%), il fatturato di un colosso della comunicazione come il Gruppo Publicis non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello delle più importanti holding della comunicazione italiane. La ragione di questa sproporzione non è da ricercare certamente nella superiorità della cultura francese rispetto alla nostra quanto nella scelta strategica di mettere la Comunicazione, e non l'adv classico, al centro della propria visione del mondo e di un mercato globale che è sempre meno product oriented".