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Calabrò (AgCom): 'Telecom ancora dominante'

Secondo quanto riporta Adnkronos, entro la fine dell'anno si porterà a compimento la separazione della rete di accesso. Il presidente Corrado Calabrò ha puntato inoltre il dito contro lo squilibrio del mercato pubblicitario. Nel 2006, la quota dei primi due gruppi, Mediaset e Rai , sul totale della raccolta, è stata ancora pari all'84%.

Telecom Italia ''è ancora un operatore dominante in tutti i 14 mercati che riguardano la rete fissa, sia nella fornitura dei servizi all'ingrosso (wholesale), sia nell'offerta di servizi al dettaglio (retail)". Lo ha dichiarato il presidente dell'Autorità per le Comunicazioni, Corrado Calabrò (nella foto), nella sua relazione annuale. Secondo quanto riporta Adnkronos, entro la fine dell'anno si porterà a compimento la separazione della rete di accesso.

Il presidente dell'Authority ha annunciato che si andrà avanti nella regolamentazione della garanzia dell'accesso, declinato a tutto tondo in 4 categorie: accesso alle reti fisse e mobili, vecchie e nuove; accesso alle reti trasmissive degli operatori di broadcasting; accesso dei cittadini a un'informazione pluralista; assesso dei consumatori ai servizi e prodotti di comunicazione.

Il monopolio di Telecom influenza anche la diffusione della banda larga su cui l'Italia è molto indietro. "La situazione del mercato italiano della larga banda - spiega il presidente dell'Authority - non appare soddisfacente: la copertura, la diffusione, il livello concorrenziale delle offerte segnano il passo rispetto rispetto ai paesi del G7, ma anche rispetto all'Europa a 15 e persino dell'Europa a 27". Esiste infatti, continua, "un'anomalia italiana derivante dalla (quasi) completa assenza di infrastrutture alternative alla rete di accesso in rame di Telecom".

Sotto accusa anche la televisione che assorbe ancora gran parte della pubblicità. ''I mercati televisivi sono infatti ancora caratterizzati da una concentrazione elevata. Nel 2006, nella raccolta pubblicitaria televisiva la quota dei primi due gruppi, Mediaset (55%) e Rai (29%), è stata ancora pari all'84%''. Nel complesso, il peso della pubblicità televisiva rispetto al totale della torta pubblicitaria in Italia resta "preponderante: corrisponde al 53%, mentre la carta stampata assorbe il 32%. Il rapporto resta dunque squilibrato rispetto agli altri Paesi europei". In questo contesto si introduce Sky che ''nella vendita dei contenuti a pagamento, Sky detiene il 91% raggiungendo e superando gli introiti del canone Rai (circa 2 miliardi di euro contro i circa 1,5 miliardi del canone pubblico)''.

''Complessivamente la quota della presenza di Rai e Mediaset nel settore televisivo è stata pari, nel 2006, rispettivamente al 34% e al 29%, mentre Sky - dice Calabrò - è arrivata a pesare per il 28% dei ricavi totali del settore''  Nel frattempo, aggiunge Calabrò, ''noi siamo andati avanti sulle strade percorribili a legislazione vigente: la realizzazione di un catasto nazionale delle frequenze radiotelevisive; la revisione del piano di assegnazione delle frequenze; le regole per l'accesso dei terzi al 40% della capacità trasmissiva''.