Inchieste

Eventi Low Budget. Lanza: 'Troppa varietà per poterli classificare'

Troppo generalista. Questo il parere di Alessandra Lanza, direttore comunicazione e marketing Piano B, nei confronti della tipologia Eventi Low Budget, istituita dal Bea per dare voce ai progetti a investimento ridotto. Al suo interno, sostiene, uno spettro molto ampio di iniziative, che spesso le aziende scelgono per strategia, non per risparmio di costi.

Prima la crisi, che con il suo tsunami ha provocato tagli agli investimenti pubblicitari e una diffusa quanto dovuta nuova austerity, ora i segnali di ripresa all’orizzonte. Il settore degli eventi ne esce, rispetto agli altri comparti della comunicazione, a testa alta, ma qualcosa è cambiato. Innanzitutto i budget, a volte ‘congelati’, a volte ridotti.
Tra le tipologie di eventi, il Bea-Best Event Awards ha introdotto il Low Budget, che si caratterizza, quindi, non più in base a una precisa fascia di investimento (meno di 50.000 euro), ma per il fatto di essere una vera e propria tipologia, al pari delle convention e dei lanci di prodotto. Il perché della scelta sta nel fatto che, spesso, a un basso investimento corrisponde una dose di creatività tale da sovvertire anche gli eventi più tradizionali. Sarebbe come dire: ‘fare di necessità virtù’. Ma da parte delle aziende, fare eventi low budget significa pretendere la stessa qualità al minor prezzo, spremendo quindi i margini d’agenzia, oppure essere davvero disposti a sovvertire gli schemi e a rinunciare alle grandi spettacolarizzazioni in nome di una creatività più spinta?
Abbiamo voluto girare la provocazione ad alcune agenzie di eventi. Dopo l'intervista a Mameli di One for One (vedi notizia correlata), di seguito riportiamo l’intervento di Alessandra Lanza, direttore comunicazione e marketing Piano B.

Lanza_Alessandra.JPGChe cosa sono per lei gli eventi Low Budget’? A suo avviso, qualità e riuscita di un evento possono rimanere alte a fronte di un investimento ridotto?
Non credo si possa parlare di una categoria di eventi low budget. Ogni evento, in funzione della propria tipologia, fa riferimento a un budget specifico. Ci sono attività per le quali 50.000 euro sono una cifra irrisoria, altre per le quali sono più che abbastanza. Per una conferenza stampa, ad esempio, un budget di 50.000 euro è altissimo, ma se si parla di un concerto in piazza è come non averlo. Non si tratterebbe in questo secondo caso di fare un evento low budget, ma semplicemente dell’impossibilità di realizzarlo.
Le agenzie specializzate in eventi consumer hanno e hanno avuto spesso a che fare con budget inferiori ai 50.000 euro. Non per questo si può dire che abbiano realizzato eventi low budget o che non abbiano prodotto dei guadagni. Hanno semplicemente realizzato delle attività commisurate al budget a disposizione.
Richieste di eventi dal budget contenuto provengono spesso dagli uffici comunicazione delle aziende. Piano B ne ha sempre realizzati molti, a partire dalle guerrille. Un’azienda però non sceglie di realizzare una guerrilla perché il suo costo è contenuto, ma perché è una precisa strategia di comunicazione.

Per la sua agenzia, quanto ha influito la crisi nella richiesta di questo tipo di eventi?
Per Piano B la crisi è stata un’opportunità. Un’occasione per entrare in contatto con nuovi clienti, in particolare con quelle aziende che non hanno mai investito prima in eventi e che, proprio spinte dalla crisi, decidono di sperimentare l’evento come nuovo mezzo di comunicazione richiedendo inizialmente la realizzazione di attività a basso costo.

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(Nella foto, Diesel Striptease, http://www.pianob.it/collega.php?idprg=218)

Le aziende che vi chiedono eventi ‘low budget’ vogliono eventi simili a quelli dei tempi più floridi, ma con budget ridimensionati, oppure si adattano alla disponibilità di un investimento ridotto? Low cost, insomma, oppure low budget?
Non bisogna confondere la riduzione dei budget con il passaggio a eventi a basso costo. Sono due categorie indipendenti, due strumenti di comunicazione completamente diversi. Per questo quella degli eventi low budget è una categoria scorretta, che racchiude tipologie di eventi non confrontabili tra loro. A parità di investimento, non si può confrontare una conferenza stampa con un’attività molto più impegnativa che è stata spogliata delle sue caratteristiche produttive per farla rientrare nel budget.

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(Nella foto, flash mob in piazza Duomo per celebrare il trentesimo anniversario di Diesel, http://www.pianob.it/collega.php?idprg=188)

L’evento Low Budget ha acquisito dignità come tipologia : non è un caso che anche al Bea vi sia una categoria ad hoc, e che l’edizione del 2009 dell’EuBea abbia visto trionfare un progetto a investimento ridotto, ‘The biggest concert in the world’, dell’agenzia Jung von Matt/relations GmbH. Qual è a riguardo la sua opinione?
‘The biggest concert in the world’ poggiava su una bellissima idea. E non sempre le bellissime idee presentano grosse complessità produttive e necessitano di costi di produzione elevati. Per me non si trattava di un evento low budget, ma di un evento molto innovativo, nato per strada e proseguito sul web, che sarebbe stato giusto inserire nella categoria unconventional. Infine, oltre che sbagliato, credo sia pericoloso parlare di eventi low budget per il rischio di far credere alle aziende che essi esistano davvero.

Se volete partecipare all'inchiesta scrivete a Chiara Pozzoli, chiara.pozzoli@adcgroup.it

C.P.