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Le fiere tornano quasi ai livelli pre-pandemici: un moltiplicatore di business che nel 2022 ha generato 22,5 miliardi di euro di impatto economico complessivo. Danese (Aefi): "Per il post emergenza puntiamo sul rinnovamento"

I dati emersi da alcuni recenti studi condotti da Confindustria-Fiera Milano-Cfi e Prometeia-Aefi hanno fotografato l'ottimo stato di salute dell'exhibition industry che si posiziona così come un moltiplicatore di business in termini di 'ricadute indirette', soprattutto con riferimento al turismo d’affari alto-spendente e ai servizi specializzati, come la logistica e l’hospitality.

Dopo il calo del -70% del valore della produzione causato dallo stop pandemico del 2020 e 2021, il sistema fieristico italiano nel 2022 ha registrato una crescita esponenziale tale da arrivare a produrre 22,5 miliardi di euro, in termini di impatto economico complessivo. Cifra che attesta il suo veloce ritorno verso i livelli pre-pandemici.

Come spiegato ad Economy da Maurizio Danese (in foto), presidente di Aefi: "Abbiamo svolto un ottimo lavoro perché il dialogo col governo è stato fruttuoso e oggi il sistema è riconosciuto sui tavoli istituzionali come mai prima. Per il post emergenza puntiamo sul rinnovamento: una fase cruciale per superare la frammentarietà attraverso alleanze strategiche fondate sui prodotti, salvaguardando i territori e il valore aggiunto creato sugli stessi. Ora bisogna costituire un tavolo con il Governo per l’attuazione di un piano fieristico nazionale".

I dati emersi da alcuni recenti studi condotti da Confindustria-Fiera Milano-Cfi e da Prometeia-Aefi, hanno fotografato l'ottimno stato di salute del sistema fiere in Italia: il comparto degli espositori si posiziona come un moltiplicatore di business in termini di 'ricadute indirette', soprattutto con riferimento al turismo d’affari alto-spendente e ai servizi specializzati, come la logistica e l’hospitality.

"Bisogna partire dai numeri che emergono dallo studio Prometeia – continua Danese – che confermano in modo lampante come la quarta industria fieristica al mondo sia prima di tutto un incubatore naturale di business per i distretti industriali italiani e poi una leva di indotto ad alto valore aggiunto in favore dei territori".

Nel comparto lavorano 203 mila operatori tra occupati diretti e indotto, per un valore della produzione delle fiere italiane che si attesta a 1,4 miliardi di euro, con 3.700 addetti diretti, circa 1000 eventi fieristici all’anno, 200 mila imprese coinvolte e una media di 20 milioni di operatori provenienti da tutto il mondo. 

Un settore che in Italia con 4 milioni e 200mila metri quadrati espositivi e una quota di mercato pari al 23% del totale si presenta come la seconda potenza europea del mercato fieristico, collocandosi appena dietro alla Germania che è il primo esportatore europeo, e la quarta al mondo.

Il b2b fieristico ogni anno impegna decine di migliaia di imprese del made in Italy in grado di performare 7 volte meglio rispetto al totale dell’economia italiana. Grazie a un’analisi condotta su un campione di oltre 25 mila imprese espositrici è stato possibile stimare il vantaggio ottenuto dalle aziende che, fra il 2012 e il 2019, hanno creduto nelle fiere: 12,6 punti di crescita cumulata in più nelle vendite e 0,7 punti di marginalità lorda (Ebitda) in più, rispetto a chi non vi ha partecipato.

Dopo la crisi pandemica, l'azione istituzionale svolta sul governo nella scorsa legislatura che ha portato all'erogazione del bonus al sistema fieristico nazionale, è stata uno dei migliori traguardi. Nel 2021 quando grazie al lavoro svolto con l’allora ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, si è ottenuta una deroga alla legge sugli aiuti di Stato per assicurare al sistema fieristico l’imposizione del de minimis, che fissa un tetto massimo dei contributi pubblici alle imprese (limitato a 10 milioni di euro). Oltre a ciò, il plafond complessivo a fondo perduto riservato alle fiere reso disponibile dal ministero del Turismo fu di circa 190 milioni di euro, di cui 130 milioni relativi alle perdite subite nel 2020. È stato grazie a tale intervento se l’industria fieristica italiana è potuta ripartire con forza nel 2022.