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BEA Italia 2025. Elisa Noaro (Reale Group) è il presidente della giuria di aziende della 22esima edizione: "Il futuro degli eventi sarà sempre più orientato verso esperienze trasformative, immersive ed uniche"

La Responsabile Trade Marketing ed eventi dell'azienda fa il punto sullo stato dell'arte della event industry e del ruolo che ha il premio di ADC Group per il settore della live communication.

BEA Italia Festival, una storia lunga 22 anni per la kermesse di ADC Group che da oltre 4 lustri rappresenta un autorevole punto di riferimento per la event industry italiana.

Come da tradizione anche quest'anno ha dato appuntamento agli operatori della live communication per la nuova edizione a Roma dal 19 al 20 novembre durante la Live Communication Week powered by Next Group (agenzia vincitrice del Bea - Best Event Awards dello scorso anno), che riunirà più di 2.000 professionisti del marketing e della event industry nella Città Eterna, grazie alla partnership con  Roma Capitale e Convention Bureau Roma e Lazio,  proponendosi come ideale piattaforma di business e di incontro tra domanda e offerta, per celebrare la creatività e le innovazioni che stanno ridisegnando il settore a livello italiano e internazionale.  

Giornate ricche di appuntamenti per valorizzare l’evento come medium strategico, inserito a pieno titolo nei piani di comunicazione delle aziende, che culmineranno nelle cerimonie di premiazione degli awards dedicati alla filiera degli eventi, a livello italiano internazionale.

Una prestigiosa rosa di aziende incoronerà i migliori eventi italiani. A presiedere la giuria dell'edizione 2025 è stata nominata Elisa Noaro, Responsabile Trade Marketing ed eventi di Reale Group.

"Presiedere e coordinare i lavori della giuria di aziende del BEA Italia 2025 rappresenta per me un incarico di grande responsabilità e prestigio, che intendo affrontare con un approccio strutturato, inclusivo e orientato all’eccellenza. In primo luogo, mi impegnerò a garantire trasparenza e imparzialità in tutte le fasi del processo di valutazione, promuovendo un confronto costruttivo tra i membri della giuria e valorizzando le diverse competenze ed esperienze presenti. In secondo luogo, intendo favorire un clima di collaborazione e ascolto, creando le condizioni per un dialogo costruttivo e orientato all’innovazione. Infine, proverò a cercare criteri di valutazione che possano premiare i progetti che davvero rappresentino il meglio della creatività, dell’innovazione e dell’efficacia nel settore degli eventi aziendali. Sarà per me un onore contribuire al successo del BEA Italia 2025, valorizzando il talento e la qualità delle aziende partecipanti".

Così la manager, intervistata da e20express spiega il suo impegno per l'incarico ricevuto e fa il punto sullo stato dell'arte della event industry italiana. 

Relativamente al Bea, come piattaforma di business che mette in contatto domanda e offerta nel settore della live communication, pensa rivesta un ruolo importante per lo sviluppo della cultura degli eventi in Italia? 

Assolutamente sì. Il BEA rappresenta oggi una delle piattaforme più autorevoli e strutturate per favorire l’incontro tra domanda e offerta nel settore della live communication. Il suo valore va ben oltre la dimensione competitiva del premio: è un vero e proprio ecosistema che stimola confronto, networking e aggiornamento professionale. Attraverso le live presentation, i momenti di formazione e le occasioni di dialogo tra aziende e agenzie, il BEA contribuisce concretamente alla diffusione di una cultura dell’evento sempre più consapevole, strategica e orientata all’innovazione. In un contesto in cui la comunicazione dal vivo sta evolvendo rapidamente, il BEA ha saputo rinnovarsi, mantenendo il focus sulla qualità progettuale e sull’impatto culturale e sociale degli eventi. È anche grazie a piattaforme come questa che il nostro settore può crescere in maturità, visione e capacità di generare valore.

Il format è cambiato molto dalla nascita, 22 anni fa, adeguandosi alle trasformazioni in atto nello scenario della event industry. Su cosa pensa debba mantenere il focus oggi per assolvere pienamente alla funzione per cui è stato istituito?

Il BEA ha saputo evolversi in sintonia con i profondi cambiamenti della event industry, passando da semplice premio a piattaforma di business e osservatorio privilegiato sull’innovazione nella live communication. Oggi, per continuare a svolgere pienamente la sua funzione, credo debba mantenere il focus su tre direttrici fondamentali:

1) Valorizzazione della creatività e dell’impatto culturale degli eventi, premiando non solo l’estetica e la spettacolarità, ma anche la capacità di generare connessioni autentiche, trasformazioni sociali e valore per i brand e i territori.

2) Sostenibilità e innovazione tecnologica, due leve ormai imprescindibili: serve continuare a promuovere progetti che integrano responsabilità ambientale, accessibilità e uso intelligente delle tecnologie, come dimostrano i recenti riconoscimenti a piattaforme immersive e format ibrida.

3) Networking, rafforzando il suo ruolo di hub per il confronto tra domanda e offerta, tra giovani talenti e professionisti affermati, tra agenzie e aziende. Le live presentation, i momenti di aggiornamento e le occasioni di dialogo sono strumenti preziosi per alimentare una cultura dell’evento sempre più strategica e consapevole.

Il BEA può continuare a essere specchio e motore dell’evoluzione del settore, mantenendo salda la sua vocazione: celebrare l’eccellenza, anticipare i trend e costruire ponti tra creatività, impresa e società.

Cosa si aspetta di vedere nell'edizione di quest'anno?

Mi aspetto un’edizione del BEA 2025 ricca di stimoli, capace di riflettere le trasformazioni profonde che stanno attraversando il mondo della live communication.

In particolare, mi piacerebbe vedere progetti sempre più integrati con la tecnologia, dove l’uso di AI, realtà aumentata e ambienti immersivi non sia solo un elemento scenografico, ma parte integrante della strategia narrativa e dell’esperienza utente.

Un altro elemento che potrebbe essere presente è la forte attenzione alla sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale, con eventi pensati per essere inclusivi, accessibili e capaci di generare impatto positivo sui territori. Infine, credo che potrebbe essere interessante trovare un ritorno alla centralità del contenuto, con format che privilegiano l’autenticità, la relazione e il coinvolgimento emotivo, in risposta a un pubblico sempre più esigente e consapevole.

Sarebbe anche bello valorizzare il talento creativo italiano, con agenzie e aziende che sapranno interpretare con originalità le sfide del presente, proponendo soluzioni innovative e culturalmente rilevanti. Come Presidente di Giuria, mi auguro che il BEA 2025 sia anche un’occasione per dare voce a nuove visioni, premiare il coraggio progettuale e stimolare un confronto costruttivo tra tutti gli attori della filiera.

Quali trend secondo lei sono dominanti in un momento storico in cui la tecnologia sta assumendo un ruolo sempre più rilevante anche negli eventi?

Siamo in un momento in cui la tecnologia non è più solo uno strumento di supporto, ma un vero e proprio motore di trasformazione per il mondo degli eventi. I trend dominanti che osservo oggi si muovono lungo tre direttrici principali: immersività, personalizzazione e sostenibilità.  

L’integrazione tra fisico e digitale è ormai consolidata. Tecnologie come realtà aumentata e ambienti interattivi stanno ridefinendo l’esperienza partecipativa, rendendola più coinvolgente e memorabile. Gli eventi diventano veri e propri “paesaggi del domani”, dove il pubblico è protagonista attivo e non semplice spettatore.  Gli ospiti si aspettano esperienze su misura. Dall’invito alla fruizione dei contenuti, tutto viene progettato per rispondere a preferenze individuali.

Questo approccio aumenta l’engagement e rafforza il legame emotivo con il brand. La tecnologia è vista come un catalizzatore dell’evoluzione umana, capace di amplificare le nostre capacità percettive e relazionali. L’obiettivo non è stupire con l’effetto speciale, ma creare connessioni autentiche attraverso strumenti digitali evoluti. Sempre più eventi adottano soluzioni eco-friendly, dalla scelta dei materiali alla gestione dei rifiuti, fino alla compensazione delle emissioni.

La tecnologia gioca un ruolo chiave anche qui, abilitando pratiche più efficienti e tracciabili. L’uso dell’intelligenza artificiale per analizzare i comportamenti del pubblico, ottimizzare i contenuti in tempo reale e generare esperienze personalizzate è in forte crescita. Questo consente agli organizzatori di prendere decisioni più informate e migliorare continuamente l’efficacia degli eventi.

Un altro trend fondamentale è la crescente esigenza di creare esperienze uniche e memorabili. In un’epoca in cui siamo costantemente esposti a stimoli digitali, ciò che davvero lascia il segno è l’esperienza che riesce a coinvolgere emotivamente, sorprendere e restare impressa nella memoria.

Servono narrazioni immersive, ambienti esclusivi, location spettacolari e interazioni personalizzate che trasformano l’evento in un momento irripetibile. Credo che il futuro degli eventi sarà sempre più orientato a generare valore attraverso l’emozione, la connessione e la memorabilità e penso che il futuro degli eventi sarà sempre più orientato a creare esperienze trasformative, immersive ed uniche.

Il mondo degli eventi live andrà ripensato alla luce dei cambiamenti in atto nel settore?

Credo che il mondo degli eventi live possa essere profondamente ripensato, ma non solo in chiave tecnologica. I cambiamenti in atto nel settore sono molteplici e toccano aspetti culturali, sociali e organizzativi. In primo luogo, c’è una crescente esigenza di autenticità.

Le persone non cercano solo contenuti, ma esperienze che abbiano un senso, che siano coerenti con i valori del brand e capaci di generare connessioni reali. Questo richiede un ripensamento del linguaggio, dei format e delle modalità di coinvolgimento. In secondo luogo, la sostenibilità è diventata un imperativo. Non si tratta più di un’opzione, ma di un criterio di progettazione.

Gli eventi devono essere pensati per ridurre l’impatto ambientale, valorizzare le comunità locali e promuovere comportamenti responsabili.

Un altro aspetto fondamentale è l’inclusività. Ripensare gli eventi significa anche renderli accessibili a pubblici diversi, in termini di linguaggio, fruizione, contenuti e canali. Infine, c’è il tema della flessibilità. Il contesto attuale ci ha insegnato che la capacità di adattarsi rapidamente a nuove condizioni è un valore strategico.

Gli eventi devono essere progettati per essere modulari, scalabili e capaci di evolvere anche in corso d’opera. In sintesi, ripensare gli eventi live oggi significa mettersi in ascolto del presente, anticipare i bisogni del pubblico e costruire esperienze che siano al tempo stesso memorabili, responsabili e rilevanti.

Che suggerimento si sente di dare alle agenzie che iscriveranno i propri eventi al Bea, perché le presentazioni arrivino con efficacia agli occhi della giuria ? 

Il mio suggerimento è di considerare la presentazione un racconto strategico. La giuria del BEA è composta da professionisti con competenze diverse, quindi è fondamentale costruire una narrazione chiara, coerente e memorabile. La giuria cerca progetti che abbiano generato valore reale: per il brand, per il pubblico, per il territorio.

È importante evidenziare non solo cosa è stato fatto, ma perché è stato fatto e quali risultati ha prodotto. Le presentazioni che lasciano il segno sono quelle che riescono a coinvolgere emotivamente. Raccontare il “dietro le quinte”, le sfide affrontate, le scelte coraggiose, può fare la differenza. Il consiglio quindi potrebbe essere: curate ogni dettaglio, ma non dimenticate che ciò che davvero colpisce è la capacità di raccontare un progetto con passione, visione e autenticità.