Interviste

Club degli Eventi: un 2020 da cancellare, un futuro incerto ma da affrontare con determinazione. Riorganizzazione, diversificazione e implementazione del digital i pillar chiave. Pericolo dumping. Nasce il Capitolo Partner

Numeri sconfortanti quelli che sono emersi dal giro di microfono tra gli associati tenutosi mercoledì scorso ma anche tanta voglia di andare avanti. Le agenzie di eventi aderenti al Club hanno registrato un calo medio di fatturato del 50% considerate tutte le aree di business (non solo eventi), ma hanno dimostrato un grande spirito di adattamento. Diversificazione delle attività e immediata riconversione al digital sono tra gli elementi chiave del presente e del futuro. Le aziende sono spaccate in due: chi non vede l’ora di fare eventi live e chi, invece, si mantiene molto cauto. Resta critico il problema delle risorse umane.

Siamo a febbraio 2021, i conti sono stati fatti ed è tempo di tracciare un bilancio dell’annus horribilis che ci lasciamo alle spalle, azzardando qualche previsione per il 2021.

In occasione della riunione di mercoledì 3 febbraio del Club degli Eventi e della Live Communication - su Zoom, ça va sans dire - Salvatore Sagone, presidente Adc Group, ha sondato il sentiment con un giro di microfono tra i partecipanti per avere il polso su quella che è stata la chiusura dell’anno e le prospettive future.  

A discuterne: Alfredo Accatino (Filmmaster Events), Andrea De Micheli (Casta Diva), Antonio Ferrara (Just People), Maria Criscuolo (Triumph Group International), Carolina Dotti (FeelRouge), Davide Caggiano (Louder), Fabian Peroni e Massimo Mercuri (Peroni Eventi), Gianfranco Maiorana (Creo), Isabella Vallini (Gattinoni), Marco Iannarelli (Next Group), Cristina Manfredini (MediaGroup98), Davide Mazzucchelli (Synapsy), Stefano Losco (Piano B), Davide Bertagnon (Access Live Communication), Luca Bassetto (Fma Hub), Antonio Travascio (Area 62), Luca Crescenzi (Crescenzi & Co.), Flavio Ventre (Digivents), Giovanni Corrotto (Modo), Cristina Viganotti (NextEvent).

Per rispetto della riservatezza delle riunioni del Club, che spesso affrontano temi delicatissimi ma di scottante attualità per arrivare a soluzioni concrete in tempi brevi, non parleremo del singolo, ma del gruppo, proprio perché lo spirito di questa associazione è quello di accogliere preoccupazioni, proposte e stimoli da parte di tutti i partecipanti per farne tesoro in un fronte unitario.  

Il quadro emerso mostra, da una parte, contesti e trend che accomunano tutto il settore, mentre, dall’altra, situazioni peculiari che, per iniziative specifiche e diversificazione delle attività, stanno affrontando la crisi con un equipaggiamento più solido.

Parlando del 2020, un dato è certo: il calo di fatturato è stato netto per tutti, con picchi del -80% per gli eventi. Se volessimo ipotizzare una media, comprendendo attività diverse dalla produzione degli eventi, ci attestiamo intorno a un -50%. E non sono comunque poche le agenzie che hanno raggiunto il break even e i partner di servizi digitali che hanno registrato un segno + -. Chi non ha diversificato i canali o chi ha sempre avuto nel core business travel & festival patisce di più. Molti si sono ‘salvati’ per le ottime performance dei primi due mesi dell’anno pre-Covid, gennaio e febbraio 2020.

Quasi tutti hanno usufruito dei ristori (tranne poche eccezioni che non vi hanno avuto accesso a causa del codice Ateco), e degli ammortizzatori sociali (FIS e cassa integrazione).

In generale, l’intero settore ha sofferto e ha tamponato la situazione reagendo prontamente ai bisogni di mercato.

Come? Riconvertendosi al digital, ideando nuovi format ibridi, creando nuove divisioni dedicate alla produzione televisiva, investendo nell’ideazione e nella riorganizzazione di piattaforme proprietarie, sfruttando attività di logistica intesa come movimentazione di merce e materiali di comunicazione.

Il 2021 si apre con una parola che torna spesso negli interventi degli associati: incertezza. Si naviga a vista, ma il sentiment è complessivamente positivo.

Le aziende, oggi, secondo gli intervistati, si dividono in due categorie: c’è chi sente ardere il fuoco del live e non vede l’ora di tornare in pista e c’è chi, invece, preferisce restare a guardare ‘il mondo da un oblò’. Ci sono poi anche quelle ‘scomparse dai radar’ (testuali parole, ndr).

Salvifici i contratti pluriennali e quadro che danno una certa sicurezza, così come gli eventi digital già calendarizzati per tutto il primo trimestre del 2021. In fermento le aziende che nel 2021 devono celebrare ricorrenze e anniversari particolari a cui non vogliono rinunciare. Tra i settori merceologici, quello dell’automotive sembra quello più propenso all’azione.

Buona parte delle agenzie stanno lavorando con l’estero, sia con clienti italiani che stranieri.

Per quanto riguarda i live, all’orizzonte sono apparse timide richieste di eventi con focus sull’Italia e mete di prossimità facilmente raggiungibili e ci sono numerose gare in ballo per progetti su più fronti. A proposito di gare: gli associati hanno evidenziato una pratica scorretta di alcune agenzie non appartenenti al Club, è bene precisare, che hanno iniziato ad attuare una forte politica di dumping, svalutando il mercato.

Un’altra preoccupazione in cima alla lista è quella legata alle risorse umane, in vista dello sblocco dei licenziamenti al momento previsto per fine marzo. Non tutti credono nella ‘remotizzazione’ del lavoro, talvolta manca lo spirito di squadra. Il team ha bisogno di sentirsi parte di una macchina che manda avanti progetti, ma ora tutto è congelato, non ci si può vedere e si pone anche la grande domanda del ‘cosa succederà dopo lo sblocco dei licenziamenti’ con una risposta facilmente intuibile: le persone sono spaventate.

Una convinzione è emersa da più voci: la necessità di affrontare il tema degli eventi live post Covid. C’è un prima e un dopo. Un a.C e un d.C, se vogliamo scomodare metaforicamente i piani alti. Gli eventi cambieranno e bisogna capire come si faranno in futuro.

Per quanto riguarda i fornitori, la notizia annunciata ufficialmente all’interno dell’incontro è stata la costituzione del Capitolo dei Partner del Club. Una decisione resa ancora più necessaria dallo scenario attuale che impone la ridefinizione dei rapporti e delle regole del gioco tra tutti gli attori della filiera della event industry. Vediamo, quindi, i danni o i vantaggi che la pandemia ha portato sul fronte dei partner aderenti al Club. Lo stato dell’arte cambia sensibilmente a seconda del settore di appartenenza: male per il personale necessario per gli eventi, bene per i partner digitali, criticità per il campo del noleggio attrezzature e allestimenti temporanei, mentre si è registrata una grande crescita di allestimenti permanenti. Interessante un quesito: da quali clienti proverranno le richieste per il 2021? Rispetto al 2019, gli interlocutori pare siano cambiati nel 60% dei casi, soprattutto in campo dei servizi digitali. Il che può essere anche un bene, perché nuovi settori e nuove fasce di business possono necessitare del supporto di chi lavora negli eventi, aprendo la strada a nuovi mercati. Stay hungry come non mai!

Serena Roberti