
Celebrazione - ricorrenza
Gruppo Peroni Eventi festeggia 25 anni riunendo a Roma il team, i partner storici e i clienti per un momento di condivisione. Peroni e Mercuri: "Il prossimo cambio sarà culturale. Lavoreremo su eventi che avranno un impatto reale sulla comunità"
Gruppo Peroni Eventi celebra un traguardo che è anche un nuovo inizio. Nato dall’intuizione di trasformare l’organizzazione in esperienza, GPE continua a ridefinire il linguaggio degli eventi, mantenendo intatta la sua anima: mettere le persone al centro.
Per festeggiare i suoi 25 anni di storia, il gruppo ha deciso di creare un momento unico di celebrazione, condivisione e riconoscenza verso chi ha contribuito a scrivere questo percorso. L’appuntamento si è svolto nella splendida cornice de La Lanterna, nel cuore di Roma.
La festa ha riunito il team, i partner storici e i clienti. Tra brindisi, sorrisi e racconti, sono stati premiati i due collaboratori più longevi.
In questa occasione speciale, il Presidente Fabian Peroni e l'Amministratore delegato Massimo Mercuri, ripercorrono le tappe di un viaggio fatto di innovazione, sfide e visione condivisa, raccontando come - dopo un quarto di secolo - la parola esperienza resti la bussola che guida ogni progetto verso il futuro.
Qual è stata l’intuizione che ha fatto nascere GPE e cosa la rende ancora attuale oggi?
GPE nasce dalle ceneri di una società che si occupava di corsi di guida sicura. Da quell’esperienza, due amici – oggi Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo – ebbero l’intuizione di trasformare una competenza organizzativa in una vera e propria visione imprenditoriale.
Avevano capito che dietro ogni evento aziendale si nascondeva un potenziale enorme: creare connessioni, raccontare identità, generare emozioni.
Così è nata Gruppo Peroni Eventi, con l’idea di rendere ogni progetto un’esperienza memorabile e su misura.
A distanza di venticinque anni, quell’intuizione resta la nostra bussola: la capacità di leggere i bisogni delle aziende e tradurli in linguaggi esperienziali sempre nuovi, senza mai perdere l’autenticità delle origini.
In 25 anni, come è cambiato il modo di concepire e produrre un evento?
È cambiato tutto, tranne il senso profondo del nostro mestiere: mettere le persone al centro.
Oggi un evento è un ecosistema di contenuti, tecnologie, sostenibilità e partecipazione. I tempi di produzione si sono accorciati, la qualità richiesta è cresciuta, e la dimensione digitale è diventata parte integrante del live.
Ma il cuore del processo creativo resta quello: partire da un’idea forte e costruirci intorno un’esperienza coerente e significativa.
Quanto conta la tecnologia nella vostra idea di “esperienza”?
La tecnologia è un mezzo, non un fine. È ciò che ci permette di amplificare l’impatto di un’idea, di renderla immersiva, accessibile, condivisibile.
Negli anni abbiamo imparato che la tecnologia funziona davvero solo quando si mette al servizio dell’emozione e della narrazione. Un evento resta “vivo” se la componente umana non viene oscurata, ma potenziata dagli strumenti digitali.
GPE è sinonimo di innovazione: come si traduce questa parola nel vostro lavoro quotidiano?
Per noi innovazione significa curiosità costante. È la capacità di non dare mai nulla per scontato, di sperimentare linguaggi nuovi, di contaminarsi con mondi diversi – dall’arte alla scienza, dal design alla musica.
Nel quotidiano si traduce in un approccio aperto e collaborativo, in team che condividono idee, testano soluzioni e imparano dagli errori. Innovazione non è solo introdurre nuove tecnologie, ma cambiare prospettiva ogni volta.
In che modo avete saputo anticipare i trend del settore eventi e live communication?
Ascoltando. Le persone, i mercati, i segnali deboli del cambiamento. Ogni volta che abbiamo intercettato un trend prima degli altri, non lo abbiamo fatto guardando i competitor, ma osservando la società.
Abbiamo intuito il valore dell’engagement quando ancora non si parlava di “experience marketing”, abbiamo abbracciato la sostenibilità quando era solo una buona intenzione, e oggi lavoriamo sull’integrazione tra fisico e digitale come terreno naturale del futuro.
Qual è secondo voi il prossimo grande cambio di paradigma nel mondo degli eventi?
Il prossimo cambio sarà culturale, non solo tecnologico. Andremo verso esperienze sempre più ibride e personalizzate, ma soprattutto verso eventi che avranno un impatto reale sulla comunità: socialmente, ambientalmente, emotivamente.
Le persone cercheranno sempre meno “show” e sempre più senso. L’evento del futuro sarà un luogo di partecipazione consapevole, non solo di intrattenimento.
Qual è stata la sfida più grande superata in questi 25 anni e cosa vi ha insegnato?
Le sfide sono state tante, ma la più grande è stata attraversare i momenti di discontinuità – dalle crisi economiche alle trasformazioni del settore, fino alla pandemia. Ci hanno insegnato che la resilienza è fatta di squadra, non di individualità.
Ogni volta che il contesto ci ha costretti a cambiare rotta, abbiamo scoperto nuove energie, nuove competenze, nuove alleanze. È questo che ci ha resi più forti e coesi.
Come si bilancia la creatività umana con l’efficienza dei nuovi strumenti digitali e AI?
Bilanciandole con rispetto reciproco. La creatività è intuizione, empatia, istinto: ciò che nessun algoritmo potrà mai replicare.
Ma l’intelligenza artificiale ci sta offrendo opportunità straordinarie di ottimizzazione e di ispirazione.
L’equilibrio sta nel mantenere la regia umana: usare la tecnologia come alleata per liberare tempo, ampliare lo sguardo e dare più spazio al pensiero creativo.
Se poteste riassumere l’essenza di GPE in una parola, quale sarebbe?
Esperienza. Perché è il filo che lega tutto ciò che facciamo: progettare esperienze, viverle, ricordarle. È la nostra misura del successo: quando un evento diventa memoria condivisa, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.
E ora, dopo 25 anni: dove sta andando GPE? Qual è il prossimo orizzonte?
Stiamo andando verso una GPE sempre più aperta, internazionale, sostenibile. Un’azienda che continua a crescere, ma che non perde la propria identità fatta di relazioni umane e di cura per il dettaglio.
Il prossimo orizzonte è costruire esperienze che abbiano un impatto positivo sul mondo che ci circonda – non solo per chi le vive, ma per la comunità che le ospita. In fondo, il futuro di GPE è già nel suo passato: la stessa passione, con uno sguardo più ampio.

