Celebrazione - ricorrenza

Milano Cortina 2026: all'Arena di Verona la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi sarà 'Beauty in Action', uno show dove tecnologia ed emozione si fondono con la firma di Filmmaster e le scenografie di Giò Forma. Roberto Bolle il primo talento annunciato

Un evento senza precedenti trasformerà il celebre anfiteatro in una piazza viva dove sport, lirica e danza si fondono in un unico racconto di emozione e futuro. Protagonisti assoluti saranno gli atleti, al centro di una grande festa condivisa che coinvolgerà anche Piazza Bra e il Teatro Filarmonico, accompagnata dal coro e dall’orchestra della Fondazione Arena di Verona.

Sarà intitolata “Beauty in Action” la Cerimonia di Chiusura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, in programma il 22 febbraio 2026 nell’incantevole cornice dell’Arena di Verona. L’annuncio  durante la presentazione ufficiale tenutasi al Teatro Filarmonico di Verona, dove la Fondazione Milano Cortina 2026 ha svelato il concept creativo dell’evento e il nome del primo protagonista: l’étoile internazionale Roberto Bolle.

Per la prima volta nella storia dei Giochi, una Cerimonia Olimpica si terrà in un monumento storico patrimonio dell’Umanità, trasformando il celebre anfiteatro veronese in un palcoscenico unico al mondo. Un gesto simbolico che celebra l’unione tra sport, arte e cultura, destinato a lasciare un’eredità duratura per la città di Verona e il suo tessuto turistico e culturale.

A illustrare i contenuti e la visione della Cerimonia sono stati Giovanni Malagò, Presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, Andrea Varnier, CEO, e Maria Laura Iascone, Direttrice Cerimonie, insieme ad Alfredo Accatino, Presidente di Filmmaster.

“Milano Cortina 2026 ha scelto di celebrare l’eccellenza italiana in uno dei luoghi più iconici del mondo”, ha dichiarato Giovanni Malagò. “Per la prima volta una Cerimonia Olimpica si terrà in un monumento patrimonio dell’Umanità. L’Arena di Verona sarà il simbolo di un’Italia che abbraccia il futuro”.

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“Beauty in Action rappresenta la sintesi dell’eredità dei Giochi: sostenibilità, innovazione e umanità”, ha aggiunto Andrea Varnier. “È il nostro modo di dire grazie agli atleti e ai territori che hanno reso possibile questo sogno”.

Varnier sottolinea l’importanza delle cerimonie come strumenti narrativi e simbolici dei Giochi: “Sia l’apertura che la chiusura sono momenti fondamentali per raccontare la cultura, i luoghi e lo spirito del Paese ospitante. Ma hanno nature profondamente diverse.”

“La cerimonia di apertura,” spiega, “è più rigida, solenne. Segna l’inizio dei Giochi e deve garantire che tutto funzioni alla perfezione, dai protocolli internazionali alla componente spettacolare. La chiusura, invece, è una vera festa. I Giochi sono finiti, e gli atleti non sfilano più divisi per nazioni: si mescolano, si abbracciano, celebrano insieme. È il momento del grazie: ai volontari, alle città, ai territori che hanno reso possibile tutto questo.”

Il titolo della Cerimonia di chiusura, “Beauty in Action”, vuole essere un omaggio alla bellezza in movimento in tutte le sue forme: quella dello sport, dell’arte, della natura e delle relazioni umane. Lo spettacolo proporrà un viaggio tra sogno e realtà, fondendo lirica, danza, musica, cinema, design e tecnologia in una narrazione che intreccia tradizione e innovazione, celebrando il talento creativo italiano e la sua capacità di trasformare l’estetica in emozione.

“Vogliamo che il pubblico non assista soltanto, ma viva la bellezza in prima persona”, ha spiegato Maria Laura Iascone. “Ogni linguaggio artistico sarà parte di una coreografia corale che unisce corpo e anima”.

 

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Il palcoscenico dell’Arena sarà ispirato a una goccia d’acqua, simbolo di connessione tra montagna, pianura, città, laguna e mare: un omaggio agli elementi naturali e al ruolo dell’acqua – nella sua forma solida e liquida – come motore degli sport invernali e della vita. Lo spazio scenico verrà completamente ridisegnato: non più palco e platea separati, ma una grande piazza italiana dove gli atleti – veri protagonisti dei Giochi – saranno al centro di una festa condivisa, tra coreografie, superfici luminose e trasformazioni scenografiche.

“I grandi eventi hanno il potere di cambiare il colore delle città,” afferma Alfredo Accatino. “Creano energia positiva, trasformano i luoghi e formano persone. Lo staff delle Olimpiadi di Torino, ad esempio, ha poi lavorato in tutto il mondo: è la dimostrazione che questi progetti generano evoluzione, professionalità e cultura.”

Per Accatino, l’Italia è “una macchina che sforna spettacoli”: un Paese dove arte, musica e innovazione si fondono in un linguaggio unico. “Il nostro progetto è un omaggio alla bellezza — quella dell’arte, dell’atletica e della tecnologia. Gli atleti saranno i protagonisti di questo racconto, testimoni di un’Italia che si muove, cambia e crea.”

Uno dei punti di forza sarà la sinergia tra creativi e istituzioni. “C’è una collaborazione vera, concreta. Lavoriamo insieme per non lasciare i sogni in un angolo e per valorizzare i luoghi simbolo dei Giochi.”

Al centro di tutto, il palco. “È il cuore pulsante di ogni spettacolo,” spiega Accatino. “Grazie alla grande scuola scenica italiana, stiamo progettando un’esperienza ipertecnologica, qualcosa di mai visto prima. Vogliamo che ogni spettatore viva un’emozione autentica, irripetibile.”

Un evento, conclude, che “unisce emozione e ingegno, dimostrando come l’Italia sappia ancora trasformare la bellezza in movimento.”

Il primo nome annunciato è quello dell’étoile Roberto Bolle, simbolo di eleganza e passione, che porterà sul palco la sua arte come messaggio universale di armonia e dedizione.

A lavorare alla Cerimonia di Chiusura di Milano Cortina 2026 sarà la squadra di creativi guidata da Alfredo Accatino, Presidente di Filmmaster e firma di alcune tra le più importanti produzioni internazionali nel mondo degli eventi, composta da Adriano Martella (creative director), Stefania Opipari (show director), Stefano Ciammitti (costume designer), Michele Braga (music director) e Claudio Santucci (set designer). 

“Per realizzare una cerimonia come la nostra serve una vera e propria nazionale italiana delle eccellenze: professionisti che portano nel mondo lo stile, la creatività e la capacità italiana.”

Le cerimonie, spiega Accatino, “non sono solo spettacolo, ma strumenti per trasferire valori. Raccontano lo spirito dello sport, dell’unità, del rispetto, ma anche i messaggi che istituzioni come il governo, il CONI e le fondazioni vogliono condividere con il mondo.”

Il progetto coinvolge circa 800 persone tra produzione, team creativo, tecnici, artisti e musicisti. “Solo per la cerimonia di chiusura lavoreranno 250 persone, mentre oltre 200 saranno performer e talenti in scena,” precisa.

 “Non si improvvisa una cerimonia in pochi mesi,” conclude Accatino. “Servono decenni di esperienza per unire arte, tecnica e visione. Ma quando la macchina si accende e arriva l’emozione, capisci che ne è valsa la pena.”

La Cerimonia si estenderà oltre i confini dell’Arena, coinvolgendo anche Piazza Bra e il Teatro Filarmonico, dove si esibiranno il coro e l’orchestra della Fondazione Arena di Verona. Un percorso multisensoriale accompagnerà il pubblico fino all’ultimo istante dei Giochi Olimpici, trasformando Verona in un palcoscenico diffuso di arte e emozione.

“Sarà uno spettacolo che unisce tecnologia ed emozione, un tributo all’Italia in perenne movimento”, ha concluso Alfredo Accatino. 

Con “Beauty in Action”, la Cerimonia di Chiusura di Milano Cortina 2026 promette di essere non solo un commiato, ma una celebrazione senza tempo della bellezza italiana, capace di unire sport, arte e cultura in un unico, straordinario gesto di gratitudine al mondo.

MF