Evento non profit
Corona Save The Beach Hotel, il primo hotel fatto interamente di rifiuti
Per costruire l’Hotel sono stati utilizzati i rifiuti raccolti in alcune spiagge europee. La struttura è stata progettata dall'eclettico artista tedesco HA Schult. La top-model Helena Christensen sarà la prima ospite a pernottare nell’Hotel.
Durante la settimana della Giornata Internazionale dell’Ambiente (5 giugno 2010), la birra Corona Extra lancia un’originale campagna che prevede, come evento principale, la realizzazione di un albergo costruito con rifiuti, parte dei quali raccolti da alcune degradate spiagge europee.
Il Corona Save the Beach Hotel sarà ‘aperto’ dal 3 al 6 di giugno 2010 e verrà installato accanto a Castel Sant’Angelo, a Roma.
Ideato e progettato dall'artista tedesco HA Schult (nella foto), uno dei maggiori esponenti della scena artistica mondiale e tra i primi ad affrontare il tema degli squilibri ecologici, è una costruzione di due piani in grado di ospitare fino a 10 persone a notte. Per tre giorni, l’hotel sarà l’emblema di ciò che potrebbe succedere alle nostre spiagge, e in generale al nostro pianeta, se continueremo a non occuparci attivamente dell’ambiente.
La prima ospite sarà l’ex top-model Helena Christensen, che trascorrerà la notte inaugurale nell’insolito Hotel.
L’installazione è l’evento principale della campagna Corona Save the Beach, un progetto innovativo creato nel 2008 per promuovere la salvaguardia e il recupero delle spiagge.
La costruzione dell'hotel segna l’avvio della call to action – un vero e proprio invito a tutti i cittadini europei ad agire per la tutela delle coste: a partire dal 4 giugno, e per tutta l’estate, chiunque potrà segnalare sul sito www.coronasavethebeach.org le spiagge più degradate. A fine agosto sarà poi possibile votare e la prescelta sarà ripulita e recuperata da Corona Extra.
L'anno scorso, nel luglio 2009, è toccato alla spiaggia di Capocotta ( vicino Roma), di essere 'salvata' con grande successo attraverso l’opera di centinaia di volontari.
Corona Extra ha scelto l'artista tedesco HA Schult (Berlino, 1939, www.haschult.de) per il progetto Corona Save the Beach Hotel. HA Schult è conosciuto in particolare per Trash Men, gigantesca installazione con mille sculture a sembianze umane, costruite utilizzando rifiuti e materiali di scarto inorganico. Queste sculture sono state installate in luoghi-simbolo come la Grande Muraglia Cinese, le Piramidi di Giza e la Piazza Rossa a Mosca. Schult è considerato un artista pioniere nella promozione della consapevolezza ecologica. Sin dal 1960, lavora alla produzione di opere d’arte che prevedono l’utilizzo di rifiuti e materiale di riciclo. Attualmente, l'artista sta ultimando la realizzazione del Corona Save the Beach Hotel nel suo atelier di Colonia, in Germania.
“L'importanza di questo progetto è racchiusa in ciò che l’hotel simboleggia: i danni che produciamo ai nostri mari e alle nostre coste; internamente e esternamente l’hotel non avrà un ‘look’ particolarmente glamour, non avrà né acqua né elettricità, e nessun confort; questo hotel rispecchierà esattamente quello che potrà succedere se non prestiamo attenzione al nostro pianeta. Viviamo in un epoca di enorme produzione di rifiuti, produciamo tonnellate di spazzatura e questo è ciò in cui rischiamo di trasformarci. È veramente questo quel che vogliamo per la nostra Terra?”, chiede Schult.
Corona Save the Beach (www.coronasavethebeach.org) è un progetto nato per promuovere la salvaguardia e il rispetto delle spiagge e del patrimonio marino. L'iniziativa è stata lanciata dal produttore di birra Corona Extra, che considera da sempre le spiagge come un luogo prezioso, che va preservato. Per questo Corona si è impegnata a recuperare almeno una spiaggia europea all'anno. Collabora a questo progetto anche la Foundation for Environmental Education (FEE), insieme con il Programma Bandiera Blu per la protezione e il miglioramento dei mari e delle coste.
L'anno scorso, Corona Save the Beach ha lanciato un sondaggio a livello europeo per identificare le abitudini sulle spiagge. Da questo studio è emerso che i rifiuti abbandonati sono la maggiore fonte di inquinamento delle nostre coste.