Evento non profit

Sector No Limits a fianco di Progetto Itaca 2010

Progetto ITACA approfondisce le problematiche della riabilitazione oncologica che sempre più si differenzia a seconda della patologia e che va personalizzata sui bisogni del paziente. La vela non è solo sport ma è un modo diverso di vivere le situazioni che si presentano e che si devono affrontare. Per questo Sector No Limits ha deciso di sostenere questo progetto, perché la vita è la sfida più importante.

A Trieste il 20 maggio 2010, si è tenutala conferenza stampa di presentazione del nuovo tour che circumnaviga l’Italia.

Partiranno l’8 giugno da Genova e Trieste i due maxi Farr 80 di Campione Sailing, a bordo 2 pazienti in riabilitazione oncologica, 1 infermiere, 1 skipper, 1 oncologo e 1 psicoterapeuta.

Navigheranno verso sud per incontrarsi a Brindisi il 21 giugno, data significativa perché è la giornata nazionale dell’AIL.
La barca copia.JPG
Il Progetto ITACA approfondisce le problematiche della riabilitazione oncologica che sempre più si differenzia a seconda della patologia e che va calibrata e personalizzata sui bisogni effettivi ed affettivi del paziente, indirizzando l’intervento per il miglioramento della qualità di vita.
La vela non è solo sport ma è un modo diverso di vivere le situazioni che si presentano e che si devono affrontare: spazi ristretti, necessità di collaborare, l’obbligo di dover stare insieme finché non si torna a terra… Sono peculiarità che non possono essere riscontrate in nessun altro sport e spingono l’individuo ad andare oltre i limiti che si porta dentro.

Per questo Sector No Limits ha deciso di sostenere questo progetto, perché la vita è la sfida più importante.
Gli obiettivi di questo progetto sono molteplici:
1. osservare nei pazienti le variazioni dei parametri psicologici, psicofisici, di percezione del dolore, e di qualità di vita.
2. Offrire “uno stimolo a vivere”, anche quando, a seguito della malattia, fisicamente e psicologicamente “non si è più quelli di prima”.
3. Permettere ai membri dell’Equipe curante di relazionarsi in un contesto extra ospedaliero con i pazienti e allentare il carico di tensione che il contesto lavorativo spesso induce.
4. Dare una “percezione diversa” del cancro.

Dall’esperienza del 2009, la raccolta dei risultati è incoraggiante, ecco quanto emerso:
Una significativa diminuzione del livello d’ansia e di debolezza e un miglioramento dello stato d’animo e dello stato generale. La nascita del desiderio di divertirsi ha stimolato sensibilmente la capacità di rimettersi in gioco.
Una costante diminuzione del senso di dolore che, nel corso delle uscite, acquisisce una sempre maggiore significatività (con una correlata riduzione nell’utilizzo di farmaci antalgici). In barca è emerso in tutto l’equipaggio un fondamentale bisogno di relazionarsi e di confrontarsi con l’altro per farsi aiutare, per non perdere la rotta, per raggiungere insieme il porto e per condividere, in un clima di complicità, le emozioni e le fatiche del percorso. In questo modo il progetto si è rivelato un’occasione di crescita non solo per i pazienti, ma anche per l’equipe curante; esso ha infatti facilitato la riarmonizzazione delle dinamiche tra colleghi e ha permesso loro di cogliere le potenzialità del paziente in un contesto non ospedalizzato, potenzialità riutilizzate anche durante il percorso terapeutico ospedaliero.