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Accatino (Filmmaster): "Chiuderemo le Olimpiadi Invernali con un’esplosione di energia italiana tra arte, tecnologia e umanità"

Dalla scenografia poetica alla macchina scenica, il presidente del gruppo che l'anno prossimo taglierà il traguardo dei 50 anni di attività, racconta l'evento ricordando che nonostante sia la prima cerimonia olimpica nell’era dell’intelligenza artificiale, verrà mantenuto l'accento sugli effetti reali e soprattutto sulla componente umana perché: "Le emozioni non possono essere generate da un algoritmo”.

“Una bomba di energia che esplode, profondamente italiana”. Così Alfredo Accatino, presidente di Filmmaster, definisce Beauty in Action, il concept che guiderà la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, in programma all’Arena di Verona il 22 febbraio. Un titolo che racchiude l’essenza mutevole e vitale della bellezza italiana: un’idea che non si contempla, ma si agisce. 

“Volevamo raccontare la bellezza non come qualcosa di statico, ma come un movimento continuo, che cambia, che vive. Come l’Arena di Verona, che si trasforma con le stagioni”, spiega Accatino. “La nostra bellezza è quella dell’arte, della musica, del gesto atletico, ma anche quella della natura che ci circonda e che abbiamo il dovere di preservare”.

Il primo nome svelato è quello di Roberto Bolle, protagonista assoluto della danza mondiale, che tornerà in un grande show olimpico vent’anni dopo il suo debutto a Torino 2006, sempre firmato da Accatino. 

“Roberto è l’immagine dell’Italia che vogliamo raccontare: classica e innovativa, elegante e coraggiosa. Con lui abbiamo condiviso un lungo viaggio artistico, ma stavolta sarà qualcosa di completamente diverso”, anticipa il direttore creativo. “La tecnologia sarà parte integrante della sua performance, ma in modo sorprendente e mai freddo”.

Sarà la prima cerimonia olimpica nell’era dell’intelligenza artificiale, ma Accatino assicura: la tecnologia sarà al servizio dell’emozione, non il contrario. “Abbiamo fatto una scelta radicale. L’AI verrà usata solo dove serve davvero, per amplificare il racconto. Ma preferiamo puntare sulla macchina scenica, sugli effetti reali e soprattutto sulla componente umana. Le emozioni non possono essere generate da un algoritmo”. 

Il team è quasi interamente “Made in Italy”, con poche eccezioni. Tra queste, il regista americano Thaddeus Strassberger, formatosi però alla Scala di Milano: “Un professionista internazionale che parla la nostra lingua artistica”, racconta Accatino.

E poi la regia della cerimonia affidata a Stefania Opipari, prima donna dopo Leni Riefenstahl a dirigere una cerimonia olimpica. Una scelta che Accatino definisce “un colpo di scena riuscito".

"Stefania ha portato leggerezza, fantasia e una capacità di provocare che serviva al progetto. L’atto di apertura sarà qualcosa che nessuno si aspetta”.

Il palco e la scenografia, ideati da Claudio Santucci, Florian Boje e Cristiana Picco, nascono da un’idea poetica e visiva: una goccia che cade e si dilata, trasformando l’Arena di Verona in un elemento vivo e tecnologico. “È come se uno stilista vestisse l’Arena con un abito straordinario”, dice Accatino.

Numeri imponenti per un evento che promette di essere epocale: 800 persone coinvolte tra staff, tecnici, artisti e musicisti per le due cerimonie (olimpica e paralimpica). Solo per la serata di apertura saranno impegnate 250 persone, mentre 200 performer e talenti si esibiranno dal vivo.

Questa nuova creazione vedrà la luce nell'anno in cui  Filmaster compirà 50 anni di attività, mezzo secolo di emozioni trasmesse con i propri eventi. Un traguardo che per Accatino non è un punto d’arrivo, ma un nuovo inizio: “Il segreto è restare vivi e cambiare, ma soprattutto esserci. Alla fine, vince chi resta in campo”

Maria Ferrucci