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Milano Cortina 2026. Un team tutto italiano per una cerimonia che celebra innovazione e identità nazionale. Marco Balich: “Racconteremo al mondo un’Italia nuova, diversa e interessante”

Ai nostri microfoni il Chairman di Balich Wonder Studio non ha mancato di rivolgere anche un plauso al Bea World che, giunto alla 20esima edizione, rappresenta un punto di riferimento per la event industry globale e definisce ogni anno il benchmark della migliore creatività nella Live Communication.

A vent’anni esatti dalla magica notte del 6 febbraio 2006, quando Torino aprì i Giochi Olimpici Invernali con una cerimonia entrata nella storia, l’Italia si prepara a tornare sotto i riflettori del mondo. E lo fa con lo stesso spirito, la stessa ambizione e un’esperienza maturata in due decenni di successi internazionali. da Marco Balich, il “regista delle emozioni”, che nel 2006 condivise con Andrea Varnier  (oggi Ad della Fondazione Milano-Cortina 2026)  l’avventura torinese.

Ai nostri microfoni il Chairman di Balich Wonder Studio non ha mancato di rivolgere anche un plauso al Bea World che, giunto alla 20esima edizione (in scena a Roma il 21 e 22 novembre, preceduto dal Bea Italia), rappresenta un punto di riferimento per la event industry globale e definisce ogni anno il benchmark della migliore creatività nella Live Communication.

Oggi, con rinnovato entusiasmo, Balich guida un team interamente italiano nella creazione della prossima cerimonia di apertura dei Giochi Invernali Milano Cortina 2026, un progetto che promette di fondere innovazione, identità e orgoglio nazionale.

Per Balich, questa sedicesima partecipazione a una cerimonia olimpica o paralimpica, record assoluto nel settore, ha un sapore speciale. “Lavorare a casa è un privilegio. È un modo per restituire qualcosa al Paese, per accendere orgoglio e fiducia anche in tempi complessi.”

Accanto a lui, un gruppo di eccellenze che rappresenta il meglio della scena creativa italiana: Simone Ferrari, Creative Director e Deputy Creative Lead, Damiano Michieletto, Creative Director, Lida Castelli, Protocol Creative Director, Lulu Helbaek, Creative Director. Insieme a loro lavoreranno anche: Paolo Fantin, Production Designer, Andrea Farri, Music Director, Massimo Cantini Parrini, Costume Designer.

A completare la squadra, coreografi, costumisti e compositori d’eccezione.

Cuore della narrazione della cerimonia sarà l’atleta, “vero eroe contemporaneo”, come lo definisce Balich. “Vogliamo riportare gli atleti al centro della scena, in ogni territorio. La cerimonia non sarà uno spettacolo calato dall’alto, ma un abbraccio corale. Il palco, con quattro rampe di accesso, rappresenterà simbolicamente le diverse località che ospitano i Giochi, unite in un unico gesto di armonia.”

La cerimonia sarà un inno alla pace, all’inclusione, alla consonanza tra culture. Ma anche un ritratto inedito dell’Italia: “Mostreremo un’Italia inusuale,” spiega Balich, “che non dimentica il passato ma guarda al futuro, un Paese che sa reinventarsi.”

Non mancheranno riferimenti al design, alla moda e all’eccellenza del Made in Italy, con un omaggio speciale a Giorgio Armani, simbolo di eleganza e innovazione.

Come sottolinea Balich: “Vogliamo che sia una festa collettiva, un momento in cui tutti possano sentirsi parte di qualcosa di più grande. I Giochi devono essere un abbraccio, non solo un evento sportivo.”

Il progetto ideato da Balich Wonder Studio non è solo una produzione spettacolare: è un manifesto. Un messaggio di unità, speranza e bellezza condivisa che l’Italia lancia al mondo

“Racconteremo chi siamo oggi,” conclude Balich. “Un Paese che ha imparato a credere nel proprio talento, che sa sognare e realizzare. È il momento di mostrarlo, con orgoglio, davanti al mondo intero.”