Editoriale
Cappuccino & cornetto. Hai voluto la bicicletta? Lasciala a casa
Non è una bella notizia per gli amanti dell'aria pulita. Però, che andare in bicicletta aiuti a vivere meglio, allo stato dei fatti, sembra proprio pericolosamente non vero. Secondo una recente ricerca, pare che per i ciclisti le strade italiane siano tra le più pericolose d'Europa. Nel solo nel 2003 i morti per incidenti stradali che hanno coinvolto ciclisti italiani sono 325. Adesso si chiedono più piste ciclabili e qualcuno diffonde prontuari del 'bravo ciclista', insomma una specie di manuale di sopravvivenza sulle due ruote a pedali.
Tutto sbagliato, tutto da rifare, direbbe uno dei più famosi ciclististi italiani di tutti i tempi. In fatto di mobilità urbana, nel nostro paese vige la legge della selezione della specie. Come nella catena alimentare dei carnivori, gli animali predatori sono i più forti. L'automobile di grossa cilindrata ha la meglio su quella di cilindrata inferiore, che ha la meglio sul ciclomotore, che ha più diritti naturali della bicicletta. All'ultimo gradino, i pedoni, i più indisciplinati dei quali sono proprio quelli che ogni tanto scendono dalla bici, dalla moto, dalla macchina: passano con il rosso, non vanno sul marciapiede, sorpassano i pedoni più lenti con una certa stizza e arroganza.
E come nella parabola africana, evocata da un famoso spot di qualche tempo fa, ogni giorno un ciclista si sveglia sapendo che se non pedala più forte, soccombe sotto le quattro ruote. Ogni giorno, un automobilista ingrana la marcia e stira la sua preda sulle due ruote. Magari sulle strisce, come fosse una zebra da abbattere. Ora sta a voi decidere: volete essere cacciatore o preda? Tanto, in questo gioco dei ruoli non vince nessuno. Beh, buona giornata.