Editoriale

Cappuccino & cornetto. Perché tifo non faccia rima con schifo

Nella sua rubrica quotidiana, Marco Ferri riflette sull'antisemtiismo negli stadi. "L'antisemitismo esibito negli stadi, davanti alle tv fa semplicemente schifo. Le aziende che investono in pubblicità e in sponsorship con le squadre, tra i cui tifosi appaiono in bella vista i nipotini di Hitler, vogliono continuare a legare i loro marchi a queste gesta disgustose?".

'Il Ministro degli Affari Interni, a proprosito degli striscioni antisemiti esposti durante una partita di calcio disputata giorni or sono a Roma ha detto:' Allo stato attuale delle indagini si può ragionevolmente sostenere che i responsabili dei fatti di Roma appartengano a gruppi politici e non ad ultrà della Roma''. Che sollievo. Abbiamo scoperto che tra i tifosi si inseriscono gruppi neo nazisti. Accidenti, e dire che non ce ne eravamo accorti.

E sì, perché come è noto, un conto è tirare molotov alla polizia con la sciarpetta della propria squadra, altro è fare lo stesso, ma con le insegne del Duce. Vuoi mettere la differenza. Mica si può fare di tutti i candelotti lacrimogeni un fascio.

Caro Ministro abbia pazienza: che i gruppi dell'ultra-destra, ringalluzziti forse anche da alleanze politiche elettorali con la coalizione politica della quale Lei fa parte, usino gli stadi per fare proseliti, beh, questo lo sanno tutti, compresi gli agenti di polizia che se li trovano davanti ogni domenica. Che l'esposizione di striscioni antisemiti, razzisti, neonazi sia una costante del panorama degli spalti degli stadi italiani, anche questa è una triste rubrica settimanale. Che vi sia una certa tolleranza nei confronti di questi signori, mi pare evidente: come potrebbero acquistare biglietti, prendere insieme treni speciali, far entrare enormi strisioni negli stadi, se non ci fosse, diciamo così, una certa qual acquiscenza, magari sociologica? ("so' ragazzi, come direbbe nel suo ultimo tormentone Ezio Greggio a Striscia la notizia).

Qui non si tratta né di sopravvalutare né di sottovalutare, men che meno di inventarsi fenomeni giovanilistici. Il problema è semplice semplice: che sia di matrice politica o teppistica, l'antisemitismo esibito negli stadi, davanti alle tv fa semplicemente schifo. Le squadre di calcio sono delle aziende: vogliamo ricordargli che hanno obblighi etici di fronte alla collettività, soprattutto quelle quotate in Borsa? Le aziende che investono in pubblicità e in sponsorship con le squadre, tra i cui tifosi appaiono in bella vista i nipotini di Hitler, vogliono continuare a legare i loro marchi a queste gesta disgustose? Ho visto rompere contratti per molto, molto meno. Le emittenti televisive, che si assicurano a suon di milioni i diritti di ripresa, vogliono continuare a trasmettere questi spettacoli nausebondi? Gli inserzionisti che pagano la pubblicità, vogliono continuare a mandare i loro minispot, tra un Duce e una svastica?

E infine, cari amici che amate andare allo stadio a vedere la vostra squadra del cuore: se chiudete gli occhi davanti a questi episodi, con quali occhi riuscite a vedere la partita?

Caro signor Ministro, lo sappiamo che non è facile fare il ministro dell'Interno. Però, guardi, che di presidenti di squadre di calcio, di imprenditori della tv, di inserzionisti pubblicitari, di dirigenti sportivi, nonché di tifosi è pieno il governo in cui Lei è ministro. Se tra un decreto e l'altro vi parlaste fuori dai denti, potrebbe anche succedere che, almeno per una volta, si possa fare il tifo per Lei.

Beh, buona giornata.