Editoriale
Cappuccino&Cornetto. Spegni il meeting, accendi il cervello
Nella sua rubrica Marco Ferri riflette sull'inutilità delle riunioni. "Le Agenzie hanno perso anche l’etimologia del vocabolo: non viene più dal verbo 'agire', ma, da quello molto più di moda, il verbo 'chiacchierare', o se preferite, fare un bel retribuito 'fare un cazzo' (...). Credo che è meglio fare che chiacchierare. Dunque meglio tirarsi su le maniche, che aprire bocca".
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“Caro, andiamo a letto presto, ‘sta sera?”, gli dice, corteggiativa la moglie. “Non posso” dice lui, il capo, che ha fatto tante riunioni, “domani ho un meeting alle 8,30”. Ecco come funziona il lavoro nelle Agenzie, che, oltretutto quello che hanno perso, in credibilità, autorevolezza nonché fatturato, quelle, le Agenzie hanno perso anche l’etimologia del vocabolo: non viene più dal verbo 'agire', ma, da quello molto più di moda, il verbo 'chiacchierare', o se preferite, fare un bel retribuito 'fare un cazzo'. Infatti, nelle riunioni si sparano tante di quelle cazzate, che poi ne risente anche il buco dell’ozono.
C’è una precisa diarchia tra chi fa riunioni e chi lavora: chi fa riunioni, riproduce il proprio ruolo, che siccome serve a niente deve essere santificato dalla cerimonia del meeting; chi lavora, invece, ha bisogno di una sana solitudine, di una tempistica fattuale, di 'solidarietà' fra intelligenze.
Il corrispondente da Londra di un grande giornale italiano ha pubblicato un decalogo di come si dovrebbero fare i meeting. Lo prendo in prestito: 1) Verificare che non ci sia un'alternativa migliore. Se la risposta alla domanda, perché ci riuniamo, è "perché ci riuniamo tutti i lunedì mattina", non riunirsi più. 2) Avere un'agenda per la riunione e condividerla con i partecipanti prima che la riunione cominci. Mandare a tutti una lista degli argomenti da discutere, con l'ordine in cui saranno discussi e quello che si spera di ottenere dalla discussione. 3) Tenere il numero dei partecipanti il più basso possibile. Una riunione può servire a qualcosa se vi partecipano sei persone. Al massimo, dieci persone. 4) Avere uno 'scriba' che prende nota delle cose dette alla riunione, poi le riassume in un memorandum e le manda ai partecipanti. 5) Evitare il sistema di interventi tipo 'tavola rotonda', in cui, sui dieci presenti, uno alla volta tutti prendono la parola per riferire quello che stanno facendo. Significa che, in ogni momento della riunione, almeno nove partecipanti non hanno niente da fare. 6) Cominciare la riunione in orario e finirla all'ora prefissata. 7) A meno di clamorose emergenze, non farla mai durare, al massimo, più di un'ora. 8) Evitare le distrazioni, dunque telefonini e blackberries spenti, vietare a chi è seduto davanti a un computer di controllare ogni due minuti le e-mail. 9) Non sedersi sempre agli stessi posti: cambiare sedia e posizione contribuisce a mantenere un po' più viva l'attenzione. 10) Concentrarsi su quello che viene detto. Sembra un suggerimento banale, ma la tentazione di pensare ad altro è irresistibile.
In conclusione, credo che è meglio fare che chiacchierare. Dunque meglio tirarsi su le maniche, che aprire bocca. Beh, buona giornata.