Editoriale

Space Available in Cannes. Due facce

Pubblichiamo l'ultimo intervento di Pasquale Diaferia dal Festival di Cannes. Tema di oggi: l'Italia del Festival di quest'anno. "Da una parte la conferma del talento di creativi e costruttori di squadre di Dorizza e Rodriguez. In tre anni hanno messo in fila premi che altri solo in un paio di decenni. Dall'altra la certezza che con 5 leoni (da 31 shortlist su 497 lavori iscritti in 8 categorie) siamo ancora poca cosa come paese".

di Pasquale Diaferia

Da una parte la conferma del talento di creativi e costruttori di squadre di Dorizza e Rodriguez. In tre anni hanno messo in fila premi che altri solo in un paio di decenni. Dall'altra la certezza che con 5 leoni (tre nella sezione Film e due nella radio, da 31 shortlist su 497 lavori iscritti in 8 categorie) siamo ancora poca cosa come paese.

Da una parte la maturità di Pietro Maestri che si spende per un film che meritava (in altri tempi il giurato italiano avrebbe lavorato per un Bronzo al concorrente). Dall'altra la decisione inspiegabile della SAWA di non inserire nella giuria stampa un nostro rappresentante.

Da una parte Marco Rota, cliente atipico che non è presente alla consegna dell'Oro al suo film: aveva prenotato una vacanza da sabato 24, speriamo solo per scaramanzia. Dall'altra i tipici clienti che non vanno in sala proiezione perchè l'aria condizionata è alta e all'esposizione dei premi stampa criticano ad alta voce gli annunci stranieri per i loghi troppo piccoli.

Da una parte Lucio Dalla che per gli utenti Sipra suona un paio dei suoi pezzi più dissacranti camuffati da una vellutata atmosfera jazzistica. Dall'altra Woody Allen che per la stessa audience si esibisce in una serie di ruvidi standard dixieland con il suo gruppo di amici dilettanti. Felici entrambe le scelte di Fiorenzo Tagliabue.

Da una parte tanti (troppi) colti nella stessa serata a ricordare "quei bei concerti con Baglioni". Dall'altra Felice Lioy, in piedi tra la folla sotto al palco, a cantare "Bella Ciao", il bis in italiano di Woody. È davvero cambiato il governo.

Da una parte l'immensa parentesi aperta da Dario Piana vent'anni fa con Silenzio Parla Agnesi. Il più grande artigiano visivo del paese la continua anche con quest'ultimo, bellisimo Acqualtis. Dall'altra la decennale assenza di talenti italiani nelle reel di Bob Isherwood della Saatchi dedicate ai registi esordienti.

Che siate felici o preoccupati, non conta. L'anno prossimo saremo tutti qui. Con le stesse identiche facce.