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Gara Poste. Fanfani (TBWA\Italia) contro l’autolesionismo di McCann: col 2% non si paga il team richiesto dall’azienda
Come avevamo previsto nel dare in anteprima la notizia delle agenzie vincitrici della gara Poste Italiane (leggi news), ha sollevato polemiche nella industry la vittoria da parte di McCann Erickson della gara Poste Italiane, relativamente al lotto Mercato Privati, Corriere Espresso e Pacchi, Servizi Postali, Filatelia e Gruppo Poste Italiane del valore di 2 mln in tre mesi.
L'agenzia guidata da Michele Sternai, ricordiamo, ha superato le altre tre partecipanti (Tbwa\Italia, Saatchi&Saatchi e O&M Roma) con un punteggio complessivo di 80,33 punti, di cui 48,41 per la parte tecnica e gli altri frutto dell'offerta di fee all'1,95% e dello sconto del 12% sui listini.
Saatchi&Saatchi (uscente sull'incarico), ha ottenuto 72,19 punti, di cui 33,02 sulla parte tecnica con un fee proposto addirittura dell'1,5% e uno sconto del 10% sui listini, Ogilvy&Mather Roma ha totalizzato 34,26 punti di cui 15,61 per la proposta tecnica e il resto con un fee del 3,60% e uno sconto del 10% sui listini.
Dura la reazione di Marco Fanfani (nella foto), alla guida di TBWA\Italia, agenzia che ha partecipato alla gara totalizzando 78,75 punti di cui 60 su 60 nella parte tecnica, ma con un fee del 3,60% e uno sconto del 10% sui listini. Fanfani parla chiaro e senza giri di parole: “la scelta di McCann e, ancora peggio di Saatchi & Saatchi, che ha proposto addirittura l’1,5%, sono puro autolesionismo”.
Cosa intende per autolesionismo, abbiamo chiesto al manager? "Un fee così basso è sinonimo di autolesionismo perché a fronte di quanto richiesto da Poste, e di quanto proposto da McCann e Saatchi, sarebbe impossibile non andare in perdita. Il team di lavoro richiesto è di 7 persone complessivamente coinvolte per un totale di 3,1 impiegate full time. Su un investimento inferiore ai 3 milioni è difficile pensare che da una remunerazione dell’1,9%, pari dunque a una remunerazione di circa 60 mila euro, l’agenzia possa ricavarne il minimo profitto. Avranno avuto i loro motivi per farlo ma alla categoria nuoce e questo rappresenta uno svilimento ulteriore per chi lavora in un’agenzia”.
Fanfani, analizzando i punteggi, osserva "In realtà la parte qualitativa se l'è aggiudicata TBWA|Italia mentre McCann ha avuto la meglio solo sul prezzo in virtù di un'offerta, ripeto, scandalosamente autolesionista".
Interpellato da ADVexpress Michele Sternai, ceo McCann Worldwide Group e AD di McCann Erickson Italia, preferisce non rispondere. Come noto, nei giorni scorsi il suo commento alle reazioni che la notizia ha suscitato sono state ricondotte all’incapacità di sapere accettare la sconfitta.
Ricordiamo che McCann Erickson è uscita da AssoComunicazione nel 2009 dichiarando in una nota stampa (leggi news) attraverso la voce dell’allora chairman e Ceo Emea di McCann Worldgroup, Giuseppe Usuelli, di “non volere partecipare ad un contesto che, malgrado gli sforzi e le intenzioni dell’Associazione, subisce lo sfaldamento dei compensi ed i criteri di scelta delle agenzie”.
Si attende a giorni una reazione da parte dell'Associazione guidata da Massimo Costa il quale, proprio nel suo programma elettorale, aveva posto come prioritario l'intervento sulla regolamentazione della gare e la definizione di corretti criteri di remunerazione. Segno, evidentemente, che il dibattito all’interno dell’associazione è in pieno svolgimento.