Inchieste

NC - Nuova Comunicazione. Gruppo Roncaglia, da storytelling a storydoing

Da quarant’anni il gruppo innova metodologie e competenze per essere al passo con i tempi e anticipare le tendenze. Un approccio, questo, ancora più evidente nel difficile 2020, in cui ha adottato una nuova organizzazione interna verso una maggiore ibridazione di know-how e applicato un nuovo modello creativo. Il tutto accentuando sempre la sua vocazione nel Mar-Tech, con nuove piattaforme tecnologiche. Pubblichiamo l'intervista a Paolo (Presidente), Camilla (CMO) e Giulia Roncaglia (CEO), alla guida del gruppo, tratta dall'inchiesta 'Italians do it better' dedicata alle agenzie indipendenti, presente sul numero di dicembre - gennaio 2021 di NC - Nuova Comunicazione.

Innovare significa percepire il futuro e immaginare nuovi scenari. In quarant’anni di storia abbiamo aiutato le imprese a innovare il marketing e la comunicazione per interpretare il presente e immaginare il loro futuro. Oggi continuiamo a supportare le imprese per immaginare insieme il futuro prossimo venturo. Certo, il futuro prossimo non sembra facile. Ma, dopotutto, quando mai lo è stato?”. Con questo messaggio il Gruppo Roncaglia, a maggio del 2020, in piena crisi pandemica, comunicava al mercato il proprio impegno nel cercare soluzioni innovative di marketing e di comunicazione anche in un momento così difficile. “Questo è diventato il nostro manifesto - spiega su NC -Nuova Comunicazione di dicembre - gennaio 2021 Paolo Roncaglia, presidente del Gruppo - che ha guidato, in questi mesi, ma ormai direi in quest’anno, la nostra evoluzione per affrontare un mercato già in veloce cambiamento prima della pandemia e che, con essa, si è mutato rapidissimamente e secondo linee di sviluppo imprevedibili”.

 

Da fine 2019, infatti, il Gruppo ha avviato un profondo ridisegno della struttura, delle competenze e delle metodologie di lavoro, che hanno subito durante la pandemia una sorta di stress-test utile per individuarne i possibili punti deboli e adattarsi a quella che sembra essere una situazione oramai definitiva, dove molte cose non torneranno più a essere come erano prima.

“La volontà di avviare una analisi puntuale degli skill professionali dei nostri gruppi di lavoro ha trovato una forte quanto inaspettata accelerazione proprio nell’emergenza pandemica - spiega Giulia Roncaglia, ceo del Gruppo -. Prima di tutto, nonostante le perplessità generali, tutta la struttura si è adeguata velocemente al lavoro a distanza, e la necessità di riunirsi spesso in call allargate ha portato a un maggior dialogo tra le diverse competenze iniziando quel processo di ibridazione che avevamo messo al primo posto tra gli obiettivi da raggiungere a novembre del 2019. I flussi di lavoro sono ora più che mai improntati a questa modalità che si tramuta in maggior velocità di apprendimento del brief, maggior condivisione degli insight strategici e soprattutto in decisa accelerazione degli output creativi e produttivi”.


Proprio in ambito creativo, il Gruppo ha deciso di applicare in ogni momento del processo di analisi, strategia, creatività e realizzazione dei progetti di comunicazione il modello del Creative Relationship Marketing. “La sua finalità è quella di creare azioni che abbiano un alto tasso di ingaggio in grado di generare non solo il ricordo, ma di far emergere le similitudini tra brand e audience, di cogliere gli approcci comuni nel fare le cose - afferma Geo Ceccarelli, direttore creativo del Gruppo -. Questo metodo evolve definitivamente lo storytelling in storydoing: il racconto del fare della marca si identifica con quello dell’audience”. 

 

Anche sul fronte finanziario il 2020 è stato un anno di cambiamenti per il Gruppo Roncaglia, che ha visto modificarsi la tipologia di clienti, le richieste specifiche di intervento e l’entità dei budget. “Più clienti, provenienti anche da nuovi territori geografici, con problematiche molto diverse tra loro e con budget più limitati. - racconta Camilla Roncaglia, Cmo del Gruppo -. Il più facile accesso a media un tempo non proponibili a questi livelli ha portato alla riscoperta dell’atl, ma sempre strettamente connessa a tutte le componenti del marketing: dalla individuazione del corretto insight strategico alle attività in store passando per i programmi di loyalty”. La vocazione da Mart-Tech del Gruppo si è ulteriormente palesata nel grande sforzo di arricchimento della raccolta e analisi dei dati che si è poi concentrato sulla produzione in casa di nuove piattaforme particolarmente innovative, la più importante delle quali è Aylin. “Questa piattaforma predittiva sul mondo digitale è una logica evoluzione del nostro mercato - spiega Paolo Roncaglia -. Dove comunicazione, creatività e tecnologia convergono rafforzandosi dai luoghi di relazione (social network) fino a quelli di transazione (eCommerce) e in generale in ogni ambito digitale elaborando milioni di dati in real time con un’avanzatissima tecnologia di AI. Ailyn analizza i comportamenti degli utenti su varie piattaforme al fine di predire e anticipare i trend di ogni singolo individuo, così da costruire insieme all'uomo contenuti per ottenere un ingaggio migliore con le audience di riferimento e la massima percentuale di conversion rate. Ailyn rappresenta in sostanza un vero e proprio booster per chi lavora sul digital”.

 

 

Logo Roncaglia

 La case-history più interessante che il Gruppo Roncaglia ha affrontato nel 2020 è stata proprio quella ha come protagonista la società stessa: è stato cambiato il logo e l’identità visuale ed è stato ridisegnato il sito, adeguandolo ai nuovi paradigmi pretesi dal mercato. Il Gruppo, inoltre, si è raccontato, per la prima volta in 40 anni di storia, in uno spot, ha totalmente rivisto la struttura delle varie aziende, fondendole in un’unica entità, le cui varie anime sono ora totalmente interconnesse. “Infine, - spiega Paolo Roncaglia, presidente del Gruppo - abbiamo sperimentato nuove metodologie di lavoro, forzate dalle abitudini create dal lavoro a distanza, per velocizzare la risposta ai quesiti posti dal mercato e dalle imprese, riportando al centro del villaggio la strategia e la creatività”.