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Tp: il rapporto tra competitività e responsabilità sociale
Questo il tema portante della 2a pillola organizzata dall’Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti. Durante l'incontro, tenutosi l'1 marzo, è stata illustrata l''indagine condotta da RGA, che ha portato alla creazione di un indice di competitività responsabile: guidano la classifica Svizzera e Danimarca. Solo nel 4o gruppo è presente l’Italia, insieme a Messico, Egitto e Grecia.
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L'indagine è stata condotta attraverso interviste in profondità effettuate al top management di importanti aziende del tessuto industriale italiano. I risultati sono stati comparati con le ricerche internazionali, che dimostrano le profonde diversità tra l'Italia e gli altri Paesi, non solo sul tema della responsabilità sociale, ma anche sul tema della competitività.
Qual è il rapporto tra competitività e responsabilità sociale? Sono due facce della stessa medaglia? Con questi due quesiti, Cici ha dato inizio all’incontro. Il materiale raccolto attraverso le risposte a semplici domande inerenti al tema ha permesso di costruire un indice di competitività sociale.
Cici ha chiarito il ruolo della responsabilità sociale con una definizione: 'rispondere alle legittime aspettative dei portatori di interessi'. Le aree di competenza della responsabilità sociale sono: governance (azionisti, finanziatori), mercato (clienti, fornitori), persone (dipendenti, collaboratori), comunità (comunità locali, media) e ambiente (associazioni, enti locali).
Attraverso le parole chiave degli intervistati, sono state comparate priorità e finalità dei manager italiani, rispetto a quanto emerso dalle ricerche internazionali
Quali sono i fattori di successo per essere competitivi?
Gli A.D. italiani guardano al mercato (qualità, innovazione e vicinanza alle esigenze dell’ambiente) e alle persone (formazione, motivazione e qualità delle persone).
I manager degli altri Paesi invece la pensano diversamente: si parla di accesso e conservazione di talenti, di capacità di adattarsi al cambiamento e di reputazione.
A cosa serve la responsabilità sociale?
Gli A.D..italiani pensano che serva alla reputazione, anche se non lo ritengono un valore sufficiente ad aumentare la competitività. Le riconoscono, al limite, la capacità di creare di creare un maggior legame con i dipendenti. Negli altri Paesi la responsabilità sociale è invece utile ad attirare nuovi clienti (mantenendo quelli esistenti), accresce il valore dell’azienda presso gli azionisti e, attraverso questi percorsi, aumenta il profitto.
Cosa è stato fatto di rilevante negli ultimi tre anni in merito a questo tema?
Gli italiani hanno investito nelle persone. Sono cambiati infatti nel 2008-2009 i modelli di gestione per la sicurezza, quindi è stato quasi d’obbligo impegnarsi su quel fronte. Inoltre, hanno fatto donazioni e si sono impegnati in azioni di partnership. Gli altri invece hanno puntato sulle politiche di riduzione dei consumi energetici, sull’ambiente e sull’aumento delle quote femminili e delle minoranze in generale.
Cosa faranno in futuro?
Gli A.D.. italiani hanno risposto che punteranno sulla governance e sul mercato, con maggiori processi di ascolto, e con la realizzazione di prodotti a minor impatto ambientale. Gli altri comunicheranno le performance aziendali agli investitori e portatori di interesse. Svilupperanno nuovi prodotti, miglioreranno l’efficienza energetica e cercheranno di prevenire problemi sociali e/o ambientali.
Nell’ultima tavola della presentazione è stato creato l’indice di competitività responsabile che si confronta con l’indice del Pil. E’ emerso che i più competitivi responsabilmente sono Svizzera e Danimarca. C’è poi un secondo gruppo composto da Giappone, Germania, Francia, UK, Finlandia, Taiwan, Singapore, Honk Kong, Svezia, Canada, Australia. Nel terzo gruppo troviamo: Cina, Spagna, Brasile, Israele, India, Arabia Saudita, Sud Africa, Portogallo. Solo nel quarto gruppo è presente l’Italia, insieme a Messico, Egitto e Grecia.
"E’ difficile trovare una chiave interpretativa, anche se le aziende intervistate, in materia di responsabilità sociale, sono talvolta esempi di eccellenza - ha concluso Cici - Si potrebbe dire che il sistema economico italiano, al momento, stia rispondendo meglio alla crisi generale. In realtà però, non si può dire che l’Italia abbia un’economia da paese emergente. In questa valutazione è da considerare l’effetto dimensionale delle aziende coinvolte e, probabilmente, c’è un largo margine d’azione per ottimizzare il sistema".
Serena Fuart