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Cambia il newsfeed di Facebook, a vantaggio dei brand che sviluppano contenuti e campagne in grado di creare una conversazione. Lo pensano i tre Ceo di We Are Social

Su Facebook avrà un focus maggiore sui contenuti e sulle interazioni che coinvolgono amici e familiari, rispetto a tutto ciò che è 'pubblico' (legato esclusivamente a organizzazioni, pubblicazioni e brand). Questa situazione avvantaggerà quei brand che sviluppano contenuti e campagne con una logica 'social', partendo insomma da idee di cui le persone vogliono parlare, di cui vogliono fare parte e con cui vogliono interagire.

Il tempo su Facebook dovrebbe essere il più possibile 'speso bene'. Così Zuckerberg ha introdotto una novità importante che vedremo nel social network: un focus maggiore sui contenuti e sulle interazioni che coinvolgono amici e familiari, rispetto a tutto ciò che è 'pubblico' (legato esclusivamente a organizzazioni, pubblicazioni e brand).

Diversi studi hanno dimostrato che creare connessioni con altre persone ci fa stare meglio, mentre fruire passivamente di contenuti non ha un impatto positivo sul benessere delle persone. Facebook è stato creato per aiutare le persone a rimanere in contatto e ad avvicinarci a chi è importante nella nostra vita: Zuckerberg ha ricordato queste motivazioni, prima di annunciare cosa cambierà nel social network.

Il focus si sposterà da aiutare a 'individuare contenuto rilevante' a favorire 'interazioni sociali significative'. In altre parole, migliori interazioni, non solo maggior tempo speso sulla piattaforma.

Che impatto ci sarà sui brand? Secondo Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava, CEO di We Are Social, con questa mossa, Facebook sta creando una maggiore scarsità degli spazi normalmente a disposizione dei brand. Marche, publisher e organizzazioni competeranno per un numero più ristretto di contenuti nel news feed delle persone.

Anche se in questo momento è difficile sapere con precisione quali saranno gli impatti sull’esperienza delle persone, è probabile che questa situazione avvantaggerà quei brand che sviluppano contenuti e campagne con una logica 'social', partendo insomma da idee di cui le persone vogliono parlare, di cui vogliono fare parte e con cui vogliono interagire. Torna, infatti, a essere ancora più importante l’interazione delle persone con i contenuti e saranno favoriti quei contenuti che attivano una conversazione.

Per questo motivo ci aspettiamo un vantaggio anche per tutte le strategie di influence marketing che non si basano solo sulla diffusione di un messaggio esclusivamente tramite l’acquisto di spazi media, ma che invece privilegiano una conversazione 'organica' e spontanea, grazie alla validità di ciò che propongono.

Spiegando questo cambiamento, Facebook ha evidenziato tre tipi di contenuto che saranno privilegiati nella pratica:

- Post con cui è più probabile che le persone interagiscano
- Interazioni da persona a persona
- Interazioni con persone più vicine alla propria cerchia di amici

È evidente come saranno più limitate le possibilità di chi utilizzerà messaggi e tattiche che favoriscono solamente la fruizione passiva di un contenuto e l’interruzione delle esperienze.

Le marche che potranno contribuire a avere interazioni più profonde e più significative grazie alla propria creatività social, saranno quelle che non subiranno un impatti negativi da questi cambiamenti.

SP