Mercato
New Partners chiude. La crisi stritola le medie cdp
Secondo il fondatore della cdp nata nel '92 il crack finanziario del 2008 ha determinato una progressiva diminuzione del mark-up delle case di produzione, non più sufficiente a coprire tutti i costi di una società che ha almeno 5/6 addetti. Luca Ciarla dichiara che di voler tornare a lavorare in agenzia, anche se non esclude la possibilità di fare il consulente per aziende. La notizia di New Partners ha sollevato un vivace dibattito, sollecitato da Advexpress, che ha interpellato i manager di altre importanti case di produzione del mercato.

Secondo le dichiarazioni di Ciarla, contenute in un comunicato stampa pervenuto in redazione, "Il crack finanziario mondiale del 2008 ha avuto effetti immediati sull’economia del paese ed, esaminando il mercato delle case di produzione, ha determinato una riduzione di oltre il 50% del numero di nuove produzioni di spot. E’ evidente che con questo nuovo assetto non ci sia più business per tutte le società. New Partners è una società di medie dimensione, ed ha sofferto al pari di molte altre negli ultimi anni, con un ultimo quadrimestre dell’anno più che nero che mai; di qui la decisione di non proseguire l’attività.
In questi ultimi anni c’è stata una progressiva diminuzione del mark-up delle case di produzioni, ormai si è raggiunto il 15%, percentuale che non è più sufficiente a coprire tutti i costi di una società che ha almeno 5/6 addetti. Questo numero è il minimo per garantire ad Agenzie e Clienti tutti i servizi necessari, compresi il reparto di ricerca regia e di post-produzione. Nella maggior parte dei paesi europei questi due lavori vengono svolti dalle Agenzie, ne risulta che il mark-up delle case di produzione italiane deve essere necessariamente più alto rispetto ai paesi esteri.
Con queste premesse oggi il lavoro del produttore è diventato una lotta continua per vincere le poche gare presenti che permettano di far tornare i conti a fine anno, il rischio imprenditoriale è notevole, il livello di concorrenza ed il conseguente stress ha raggiunto per noi una soglia inaccettabile.
Per quanto riguarda il futuro, Luca Ciarla dichiara che continuerà ad operare nel mondo delle case di produzione, ma non più con il ruolo di executive producer, gli piacerebbe tornare a lavorare in Agenzia dove ha iniziato a lavorare quasi 30 anni fa e non esclude la possibilità di fare il consulente per Aziende. Andrea Ciarla intende continuare ad operare nel settore e sta valutando delle opportunità".
Concludendo, i due fratelli Ciarla ringraziano Agenzie, Clienti, Registi e tutti i propri collaboratori che in questo ventennio di produzioni gli hanno permesso di raggiungere l’ottimo posizionamento della società all’interno del mercato delle case di produzione.
Si apre il dibattito
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Sollecitati da ADVexpress, non sono mancati gli interventi dei manager alla guida di altre importanti case di produzione del nostro mercato.
Cominciando da Luca Giberna (foto 3), presidente BlowupFilm
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All’origine, spiega il manager, una serie di motivazioni. Come “una guerra al ribasso in corso da anni anche in questo settore e una remunerazione media che, a causa di mark up sempre più bassi, non è più sufficiente a garantire il buon andamento delle società di produzione, ormai diventate come delle onlus senza utili”. “Credo che quest’anno la New Partners non sarà l’unica struttura ad uscire dal mercato - continua il manager - . Lo scenario è preoccupante: alla crisi della pubblicità si è aggiunta una recessione mondiale spaventosa che ha generato una diminuzione degli incarichi e degli investimenti da parte delle aziende e dunque un calo nella produzione degli spot. Inoltre, in seguito all’internazionalizzazione di molte campagne, è più difficile negli ultimi anni mantenere in Italia le produzioni. In questa delicata situazione finanziaria, poi, molte società sono costrette a ricorrere al credito con tutte le conseguenze che ne derivano. Quando ho fondato, due anni fa, la BlowupFilm, il proposito era di autofinanziarmi e credo che in una situazione di grande difficoltà saranno proprio le strutture più forti e capaci di competere quelle che sopravviveranno”.
Un’altra questione spinosa per le case di produzione sono le gare: “le nostre imprese sono abituate da anni a competere tra loro per acquisire clienti tramite gare, probabilmente meno ‘sanguinose’ di quelle creative - commenta il presidente della BlowupFilm - . Tuttavia a volte si verificano situazioni eccessive, da far west, da cui le cdp devono imparare ad astenersi. Ma in un mercato fortemente rallentato, molti sono disposti a qualsiasi condizione pur di spuntare un incarico. Servono delle regole precise, così come sarebbe utile per le nostre società avere un’associazione di riferimento a difesa delle proprie esigenze, come AssoComunicazione e Upa. Anche la veccia l’APP ora non è più operativa e dato l’eterogeneo scenario della produzione italiana con strutture e professionalità diverse, credo sarebbe difficile ricomporre un organismo associativo come la vecchia Anipa degli anni ‘90”.
Parlando invece di remunerazione, Giberna, rifacendosi alle dichiarazioni di Ciarla sui mark up dichiara: “il 15% non è mai bastato. E' una quota troppo bassa; addirittura, in alcuni casi, a fine anno le case di produzione si trovano con una remunerazione lorda del 10%. Il range più ragionevole nel mark up da applicare su una produzione dovrebbe essere tra il 20% e il 25%. Se pensiamo che anni fa la percentuale era del 35%... "
In uno scenario in cui le produzioni vengono notevolmente ridotte, anche il sistema di pagamento in vigore, lungo e dilatato, rappresenta un problema per le imprese, sottolinea Giberna. “In Italia non ci sono garanzie nei termini di pagamento né una regolamentazione precisa e difficilmente si viene retribuiti a meno di 60, 90 e 120 giorni”.
In questo mercato, tuttavia, il bilancio dei primi due anni di attività della casa di produzione di Luca Giberna e Desirée Castelli è positivo: “Abbiamo chiuso sia quest’anno che l’anno scorso con un fatturato di circa 3 mln di euro e utili soddisfacenti - sottolinea il manager - . Ora stiamo seguendo una produzione internazionale a Barcellona e una italiana a Roma (secondo rumors potrebbe trattarsi del nuovo spot Superenalotto, ndr). Credo che questo buon risultato sia dovuto a un’attenta gestione che ci ha portati a conservare delle risorse per poter far fronte a questi periodi di economia difficile”.
”Questa non è una professione di grandi soddisfazioni economiche, ma certamente divertente anche se a volte faticosa - aggiunte Giberna -. Si lavora per passione più che per risultati economici. Il mercato è fermo e lo si vede dal fatto che da tempo non nascono nuove società e difficilmente persone estranee a questo settore investono in nuove strutture”.
Concludendo, il manager indica nella professionalità e nelle società sempre più efficienti la prima difesa per questo mercato difficile.
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“Conosco Luca da tempo, è un bravissimo produttore con cui ho fondato la New Parners e sono cresciuto come regista. Sono dispiaciuto sentendo che chiuderà, perchè una parte della mia vita professionale era in quella struttura e Luca è anche un ottimo talent scout che si è sempre impegnato nella formazione di giovani registi”.
“Credo comune ci sia un po’ di stanchezza in questo mestiere, diventato difficile per i margini sempre più bassi e i prezzi definiti dai clienti. E’ diventato un lavoro per appassionati, come succede in tanti altri settori nei quali piccoli imprenditori lavorano per ottenere margini esigui senza l’ambizione di grandi business”.
“Per fornire un servizio di qualità servono almeno 5- 6 professionisti - aggiunge - e se i mark up verranno ulteriormente ridotti i clienti si troveranno ad autoprodurre gli spot”.
Bedeschifilm, tuttavia, cavalca l’onda e chiude un 2011 positivo. “Negli anni ci siamo strutturati in modo da essere competitivi - spiega - e recentemente ci siamo regalati un nostro teatro e La palestra. La nascita del teatro Superhero dimostra la volontà di investire nei talenti, in particolare nei nuovi talenti, anche a dispetto della crisi che interessa il mercato della comunicazione. Crediamo che nei periodi difficili le imprese debbano osare e rendere la propria struttura riconoscibile e forte sul mercato, avvalendosi delle migliori risorse, come i nostri registi in esclusiva : Luca Robecchi, Stefano Moro, Gianluca Sodaro, Claudio Gallinella, Cinzia Pedrizzetti”.
Bedeschifilm ha saputo inoltre ampliare il raggio d’azione a livello internazionale, dove esporta produzioni fatte in Italia, lavorando anche a progetti nel mercato russo e in quello indiano.
Che fare, dunque, per uscire dalla crisi? “Nel nostro lavoro crediamo sia la qualità a fare la differenza: la sfida sta nel saper trovare nuove modalità per garantire produzioni di qualità anche con budget ridottii” dichiara.
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Una voce fuori dal coro, invece, quella di Andrea de Micheli e Luca Oddo, soci e, rispettivamente, ad e presidente di Casta Diva Pictures (foto 6), che, dispiaciuti per la decisione presa del collega Luca Ciarla, non hanno dubbi in merito al fatto che il mark-up delle
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EC,SP,MF