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Registi di se stessi

Il viaggio che conduce a una maggiore consapevolezza di sè è arduo e il rischio di perdersi è alto. Ed è qui che entra in gioco ValYou Farm, la nuova divisione di Scoa che si rivolge direttamente ai manager, agli imprenditori e ai professionisti che desiderano assumere il pieno controllo del proprio sviluppo professionale e personale.

Al centro c'è l'individuo, ci siamo noi. A patto di essere in grado di far emergere tutti i propri talenti e le proprie energie, ponendosi come registi di se stessi. Artefici della propria vita. Sono questi alcuni dei principi chiave in cui crede Alberto Camuri (in foto), partner Scoa - The School of Coaching, società che opera nel settore dei servizi di executive coaching. Da aprile di quest'anno Scoa ha allargato ulteriormente i suoi orizzonti con l'apertura di ValYou Farm - Your Professional Journey, una nuova divisione che si rivolge direttamente ai manager, agli imprenditori e ai professionisti che desiderano prendersi cura di se stessi e assumere il pieno controllo del proprio sviluppo professionale e personale.

Il viaggio che conduce a una maggiore consapevolezza di sè e delle proprie attitudini è lungo e arduo e il rischio di perdersi è alto. Ed è qui che entra in gioco ValYou Farm. Il servizio innovativo prevede, per esempio, il supporto di un coach che prima affianca la persona nella costruzione di un piano di sviluppo e poi lo accompagna durante la fase di implementazione. Il tutto garantendo l'accesso a un network selezionato e qualificato di esperti del settore in questione. Professionalità garantita anche dalla qualità del team di ValYou Farm composto da persone che hanno sviluppato nel tempo competenze in ambito aziendale e consulenziale, nella gestione del business, nello sviluppo del capitale umano, nella formazione e nell'executive coaching.

Tra i vari servizi offerti da ValYou Farm c'è anche il ValYou Club che prevede periodiche occasioni di incontro e confronto. A cominciare da sei eventi annui che vanno a toccare i temi in costante evoluzione dei contesto economico, sociale, tecnologico e organizzativo. Questa mattina, a Milano, nella cornice del Gattopardo Cafè, si è svolto il secondo di questi eventi dedicato al 'marketing senza schemi'. "E se il marketing - ipotizza Camuri - lo applicassimo non solo all'azienda, ma anche a noi stessi? Ognuno di noi potrebbe divenire una 'griffe' vincente, attraverso la forza e il coraggio di avere una propria competenza e peculiare eccellenza. Anche al di fuori degli schemi professionali classici. Il mercato di oggi, che spazia dal mondo del lusso a quello del low price, richiede approcci diversificati, mai banali e dinamici".

L'evoluzione del lusso è stato al centro dell'intervento di Pina Panunzio, amministratore delegato di Ifg , azienda di prodotti tipici gourmet. Se un tempo il lusso era esclusivo, costoso e distaccato; ora il nuovo lusso è accessibile, premium e seducente. In un contesto così mutato, la questione chiave diviene quella di saper alimentare e gestire la 'desiderabilità' del brand. Secondo la Panunzio la strategia più adeguata che un'azienda può mettere in campo consiste nel restare fedeli al proprio dna, imparando a giocare con flessibilità con le parti fisse e variabili della propria marca. Gran parte della partita la si gioca dunque sul campo dell'identità del brand.

E per trasmettere un'immagine positiva diventa fondamentale coltivare relazioni personalizzate con i propri clienti, per esempio attraverso la formazione di club. È il trionfo del concetto di 'tribù' che si basa sulla costruzione di una rete di relazioni previligiate ed esclusive tra un'impresa e un gruppo di persone.

Il polo opposto del mercato, quello che ruota attorno a low price e discount, è stato trattato da Riccardo Pecci, responsabile espansione e sviluppo Castorama. L'elemento chiave emerso è quello della focalizzazione del business e del target di riferimento. Secondo Pecci, i consumatori tipici dei discount sono le persone di alta cultura e reddito medio-basso (come gli insegnanti), le fasce povere con reddito basso, gli extracomunitari e infine tutti coloro che non attribuiscono particolare importanza al marchio. Il discount deve rispondere innanzitutto a una logica di praticità, risultando essenziale, anche a costo di sembrare spoglio. E sopratutto non deve distogliere l'attenzione dal suo business principale, così come fa Ikea che, come ricorda Pecci, "pur essendo seconda solo ad Autogrill in pasti serviti, rimane focalizzata sull'arredamento".

La mattinata è stata inoltre arricchita dall'intervento di Gaetano Giannetto, ceo di Epipoli, che ha sottolineato come i consumatori cerchino dalle imprese sopratutto rassicurazioni. La formazione di tribù è sicuramente una via attraverso la quale è possibile fidelizzare e rassicurare il proprio pubblico. Ma il concetto fondamentale, in questo caso, è quello di etica. Quale è il limite oltre il quale la comunicazione tra impresa e consumatore scivola nella menzogna? Si può dire, riprendendo anche le osservazioni di Camuri, che gran parte dell'onestà relazionale passa per la capacità di saper avvicinare due sfere: quella professionale e quella personale. Attraverso il collante della passione. Avendo presente, come ricorda la Panunzio, "che la rete di relazioni che connette imprese e persone conta più dei mezzi di produzione". È un bel capitale, peccato sprecarlo.

Mario Garaffa