Interviste

Condenet: a febbraio debutta Style.it. Crotti: ‘Segno distintivo, la qualità'

Il nuovo sito, che sarà online dalla prima decade di febbraio, nascerà dall'unione di Voguevanity.it e Glamouronline.it, con l'obiettivo di diventare punto di riferimento per le navigatrici italiane. Advexpress ne ha parlato con Massimo Crotti, dallo scorso ottobre direttore generale di Condenet.

Mancano ormai pochi giorni al debutto ufficiale sulla Rete della nuova creatura di casa Condenet, ramo di Condé Nast dedicato all'online, che edita i siti Glamouronline.it, Voguevanity.it, Gq.com, Iosposa.it, Voguegioiello.net. Partirà infatti nella prima decade di febbraio (la data presunta è il 7) il nuovo sito Style.it, che raccoglie l'eredità di due capisaldi dell'offerta della web company, Voguevanity.it e Glamouronline.it. Per saperne di più, Advexpress ha incontrato Massimo Crotti (nella foto), dallo scorso ottobre direttore generale di Condenet, dopo avere ricoperto l'incarico di direttore media in Tiscali.

Come nasce il progetto di Style.it?

Abbiamo iniziato a lavorarci da qualche mese, partendo da alcune considerazioni. In primo luogo, la valutazione dello scenario, da cui è emerso che c'era spazio per investimenti strategici. Infatti, da un lato il web dà indiscutibili segnali di buona salute, che incoraggiano nuove iniziative; dall'altro, in Italia non vi è stato finora un vero presidio di una fascia di popolazione molto importante, quella femminile dai 18 ai 40 anni. Il target maschile è più presidiato, per le donne, invece, l'offerta è più limitata, anche perché storicamente si sono avvicinate a Internet più lentamente; tuttavia, oggi arrivano ormai a rappresentare oltre il 40% della popolazione in Rete. Contemporaneamente cresce anche la domanda, da parte degli investitori pubblicitari, di far incontrare i loro brand con target femminili in contesti di qualità. Tutte queste considerazioni ci hanno portato a una scelta che per ora è unica nel panorama web: per la prima volta infatti tre marchi mondiali dedicati al mondo femminile - Glamour, Vogue, Vanity Fair - uniscono le loro forze in un unico contenitore online, con l'obiettivo di diventare punto di riferimento per le donne italiane.

Un obiettivo ambizioso.

Si, ma qui c'è la certezza dell'autorevolezza che i tre marchi daranno al sito. Si pensi alla ricchezza di contenuti che sono diretta emanazione delle stesse testate, e che rappresenta un patrimonio unico: ad esempio, siamo in grado fornire in esclusiva le immagini di tutti i capi apparsi alle sfilate di moda. Un altro asset dei nostri marchi è la capacità di generare identificazione nel pubblico femminile, basta vedere l'enorme successo di Vanity Fair: dal mio arrivo in Condenet sono rimasto colpito dall'entusiasmo che le donne esprimono nei confronti di questo settimanale. Ed è forte la volontà, nelle lettrici, di interagire con le nostre testate. Il nuovo sito dovrebbe rappresentare così una sorta di club in cui le donne possano identificarsi, scambiarsi esperienze, e così via, secondo i principi del web 2.0. Ai contenuti user generated e a quelli provenienti dalle testate si affiancheranno i contenuti prodotti direttamente dalla redazione online, composta da 18 persone con anni di esperienza nel web. Fattore distintivo, come per tutti i prodotti Condé Nast, rimarrà la qualità, nei testi come nel trattamento delle immagini e nei servizi offerti.

Quanto pesa, in termini di audience, l'eredità dei due siti?

Pensiamo di partire da una base di 1 milione di utenti unici al mese. Se si conta che il target delle donne dai 18 ai 40 anni è composto da circa 9 milioni di indvidui, è una reach di tutto rispetto. Contiamo sul fatto che questo meccanismo editoriale possa facilitare la fidelizzazione, che si tradurrà anche in maggiori occasione di comunicare per gli inserzionisti.

Quali sono state le prime reazioni delle aziende alla vostra proposta?

Siamo reduci da una serie di incontri in cui abbiamo presentato il progetto, e abbiamo avuto una risposta incredibile. I marchi più prestigiosi dei settori moda, lusso, beauty, hi-tech, largo consumo, erano presenti in massa e hanno dimostrato grande interesse per l'iniziativa. In genere si tratta di marchi che mostrano una certa diffidenza verso il mezzo Internet, visto come una sorta di 'giungla' in cui è difficile distinguere i prodotti di qualità, ma in questo caso hanno la certezza di non correre rischi.

Sono previste novità per quanto riguarda l'offerta pubblicitaria?

Continueremo nel solco di quanto fatto finora: anche per Style.it, come già per gli altri siti, faremo sì che le posizioni tabellari classiche rispettino criteri di qualità. Quindi nessun affollamento, spazio al massimo a due formati di display advertising, secondo gli standard Iab e, altro un elemento distintivo, la possibilità di studiare iniziative che coinvolgano anche la parte editoriale. I progetti speciali costituiscono oltre il 50% del nostro fatturato pubblicitario, e il loro peso è destinato a salire. Il banner serve ad agganciare l'utente, ma si ottengono i risultati migliori se la relazione prosegue all'interno del sito. Finora il nostro pubblico si è dimostrato molto ricettivo, lo dimostra ad esempio il successo di alcuni concorsi. Dopotutto il target femminile ha una propensione all'acquisto di prodotti di marca, per alcune categorie merceologiche, superiore alla media di Internet. Buona parte dei progetti speciali online prosegue anche offline, con la presenza sulle testate, fino a chiudere il cerchio con eventi sul territorio.

Qual è l'obiettivo di raccolta per l'anno in corso?

Lo stiamo ancora definendo. Come per le altre testate online, anche in questo caso la raccolta sarà curata direttamente da Condé Nast. Posso dire che le attività Internet nel loro insieme hanno registrato nel 2006 un incremento del 65%, a fronte di un mercato cresciuto intorno al 46-48%, e per l'anno in corso puntiamo a replicare il risultato.

Lei è anche presidente di Assointernet: come giudica lo stato di salute del mezzo in Italia?

Nel 2006 è cresciuto il numero delle aziende investitrici, e aumenta costantemente l'interesse dei clienti verso le opportunità che la Rete presenta per la promozione dei marchi. L'offerta continua a migliorare, è stato fatto un buon lavoro anche dai centri media, credo ci siano le premesse per un altro anno forte. Sono convinto che si registrerà un incremento anche negli investimenti medi, l'era di Internet "un tanto al chilo" dovrebbe essere finalmente chiusa.

Claudia Albertoni