Interviste

Invernizzi (Inalpi): "E' il momento di raccontare le eccellenze tricolore nel food che puntano su qualità e trasparenza per accompagnare gli italiani nella scelta dei prodotti da mettere in tavola. Servono accordi e credito per favorire l'export"

Come spiega ad ADVexpress Pierantonio Invernizzi, Direttore commerciale e marketing, l'azienda lattiero casearia di Moretta ha debuttato in comunicazione sulle reti nazionali per raccontare i 10 anni della propria attività ribadendone i propri come l'italianità della filiera e della produzione per dare un messaggio di orgoglio nazionale in occasione del 25 aprile e soprattutto in un momento difficile per il Paese. All'Italia, per ripartire, servono misure per favorire l'export del Made in Italy, come la creazione di nuovi accordi bilaterali con gli Stati extra UE, l’assicurazione del credito verso l’estero e l’ottimizzazione della gestione della rete di enti esteri.

I gorni scorsi abbiamo dato notizia che Inalpi ha pianificato la sua prima campagna nazionale (realizzata da D-Wok e Address) andando in onda per la prima volta sulle reti nazionali raccontandosi all'Italia e lanciando il messaggio #MangiaItaliano (leggi news) per ribadire la fierezza di appartenere al Piemonte e l’orgoglio di essere parte attiva di un ingranaggio più grande e complesso, ma di grande valore, come la nostra Italia.

In occasione di questo progetto e per capire da un lato come l'azienda si è strutturata a livello di business in questo contesto  di emergenza sanitaria e come ha cambiato contenuti di comnicazione, abbiamo intervistato Pierantonio Invernizzi (Direttore commerciale e marketing presso Inalpi). Ecco cosa ci ha risposto:

  • Perchè avete deciso di debuttare in tv in questo difficile periodo e con quali obiettivi? In generale l'emergenza sanitaria vi ha spinto a bloccare iniziative di comunicazione in programma sostituendole con altre più coerenti con il contesto del paese? 

La scelta di realizzare una campagna media proprio in questo momento è tutt’altro che casuale. In questo tempo è necessario informare i consumatori con precisione e chiarezza. E’ necessario trasferire concetti che supportino le persone in quella scelta quotidiana che porta i prodotti sulle tavole degli italiani. Crediamo che sia importante, oltre che una nostra responsabilità, far conoscere, con tutti i mezzi, non ultimo l’utilizzo di campagne media come quella che stiamo realizzando, le vere e numerose eccellenze presenti sul nostro territorio. Il mondo del food è costellato da una miriade di piccole e grandi realtà che producono referenze di altissima qualità. Questo è il momento nel quale è necessario farlo sapere, condividere con i consumatori ogni singola storia. I consumatori sono diventati oggi osservatori attenti di tutto ciò che arriva sulle loro tavole, hanno imparato a spostare la loro attenzione dal fronte al retro della confezione, e sanno conferire il giusto riconoscimento a chi lavora seriamente con l’obiettivo della qualità e trasparenza. A questo si aggiunga la forte vocazione innovativa di Inalpi, che da sempre basa la propria crescita su scelte certamente ponderate ma anche, e sicuramente, controtendenza. Da tutto ciò, si può quindi comprende come sia nata, proprio in questo momento, la volontà di raccontare, attraverso uno spot, gli ultimi 10 anni di attività. Anni connotati dalla nascita e crescita della filiera corta e certificata, un modello unico approvato dai consumatori e dai principali buyer, oltre che dalle organizzazioni del mondo agricolo e cooperativo. Vanno inoltre sottolineati la scelta del periodo di messa in onda, tutt’altro che casuale, e il soggetto realizzato: a ridosso di festività cariche di significato storico e sociale, Inalpi vuole raccontare la fierezza di appartenere ad una terra libera e l’orgoglio di essere parte attiva di un ingranaggio complesso ma di grande valore, come la nostra Italia.

  • A quale agenzia creativa e centro media vi siete rivolti per la realizzazione della campagna? Sono stati scelti tramite gara?

Per la realizzazione della campagna media in oggetto non sono stati messi in gara gli incarichi. Abbiamo ricercato un partner, per l’agenzia creativa soprattutto, che potesse comprendere a pieno gli obiettivi ed il messaggio che volevamo trasmettere. Mentre per quanto attiene la produzione e il centro media, gli incarichi sono stati affidati rispettivamente a D-Wok (Prodea Group) e Address.

  • In generale, quali decisioni avete preso e quali cambiamenti avete attuato sul fronte degli investimenti pubblicitari, dei messaggi, delle scelte di pianificazione e delle strategie di comunicazione in seguito al Coronavirus?

Per Inalpi, nata nel 1966, questa è la prima campagna media televisiva, e per questa ragione la scelta, che è stata lungamente ponderata, è andata verso il racconto di ciò che sono i pilastri fondanti dell’azienda di Moretta.
La terra sinonimo di un territorio sul quale quotidianamente Inalpi opera e al quale è legata profondamente perché in esso affondano le sue radici e la sua storia.
La filiera corta e certificata, fatta di persone che lavorano ogni giorno con un obiettivo chiaro e condiviso: creare qualità.
I prodotti Inalpi portatori di valori giusti, buoni e sicuri. Una campagna media che vuole quindi sottolinea anche un concetto fondamentale, in questo momento storico, riassumibile con l’hashtag #MangiaItaliano, già promosso e soggetto della campagna Coldiretti a sostegno del Made in Italy a tavola.

  • Come vi state rapportando con i consumatori ad esempio con i social, il digitale, il crm e in generale gli altri mezzi? A quali target state comunicando e con quali obiettivi?  

Inalpi crede da sempre in rapporti trasparenti che fornisca una corretta informazione ai propri consumatori e per questa ragione è presente su tutti i principali canali social (Facebook, Instagram, Twitter e Linkedin) sui quali svolge, in modo pianificato, campagne di comunicazione geolocalizzate. Inoltre è di recente avvio il nuovo e-commerce per tutti i prodotti a marchio Latterie Inalpi, accessibile dal sito www.inalpi.it, nel quale il consumatore può compiere un vero e proprio percorso all’interno della filiera corta e certificata Inalpi.

  • Cosa chiedete, in termini di insight, alle agenzie con cui collaborate?

La nostra richiesta è la veicolazione di messaggi che siano cuciti addosso alla nostra realtà. La storia di Inalpi si basa su pilastri, fondamenta di oltre 50 di vita aziendale, che devono essere raccontati, al consumatore così come ai buyer, in modo chiaro e in linea con la filosofia aziendale. Chiediamo quindi a tutti coloro che collaborano con noi nell’ambito della comunicazione, di comprendere appieno il nostro ieri, ma soprattutto il nostro oggi e  il nostro domani.

  • Avete fatto attività di charity o donazioni a supporto della comunità?

Inalpi è da sempre vicina al territorio sul quale vive e lavora quotidianamente, riconoscendo in esso la base sulla quale si sviluppa la crescita dell’azienda. Un impegno che ha radici profonde e che si è concretizzato anche attraverso la realizzazione di progetti che hanno apportato valore al territorio stesso, come avvenuto nel 2009 con la nascita della filiera corta e certificata del latte 100% piemontese. Ma numerose sono le attività di supporto portate avanti, dalla donazione dei diari scolastici (che nell’anno 2019/2020 ha visto la distribuzione gratuita di 250.000 copie sull’intero territorio nazionale) al sostegno alle piccole realtà sportive della provincia, dalla donazione a numerose scuole primarie e dell’infanzia del territorio di materia prima quale formaggini, fettine al latte ed altri prodotti alla partecipazione, in qualità di partner, a grandi e piccole manifestazioni della provincia.

  • Consigli all'Italia per ripartire

Certamente, oltre a favorire il riconoscimento delle eccellenze italiane da parte dei consumatori, risulta fondamentale anche promuoverne il valore verso i mercati esteri. Recentemente Ambrogio Invernizzi – Presidente Inalpi – ha preso parte ad un interessante incontro organizzato dal Ministro degli Esteri,  per un confronto sulle priorità di intervento per favorire la ripartenza ed il rilancio della aziende del mercato food italiane nella fase post Covid-19. Un importante momento di confronto durante il quale il Presidente Inalpi ha avuto modo di presentare alcune proposte che avessero come obiettivo il rilancio di un Made in Italy ricco di eccellenze ed unicità. Un intervento che si è basato su tre proposte che favoriscano una maggiore possibilità, da parte dell’industria alimentare italiana, di accedere al mercato estero.

Un primo passaggio, fondamentale è quello relativo alla creazione di nuovi accordi bilaterali con gli Stati extra UE, in tema di riconoscimento delle certificazioni soprattutto, per quanto riguarda il settore alimentare, in ambito sanitario. Le aziende italiane riscontrano infatti, una continua richiesta, da parte di molti paesi nel mondo, di certificazioni specifiche, che differiscono spesso di poco rispetto a quelle di cui dispongono, e che rendono complessa l’apertura verso nuovi mercati. Un meccanismo estremamente burocratizzato, che non riconosce in modo biunivoco le certificazioni europee e che costringe le aziende ad esborsi considerevoli per sostenere i costi relativi all’ottenimento delle attestazioni. Una procedura che mette in forte difficoltà soprattutto la piccola e media industria. Invernizzi ha quindi sottolineato come sia necessaria la creazione di accordi bilaterali che consentano il riconoscimento delle certificazioni nel mondo e che seguano una logica legata a standard riconosciuti.

Un secondo importante passo, indicato da Ambrogio Invernizzi, è stato quello invece rivolto all’ambito dell’assicurazione del credito verso l’estero, segnalando come sarebbe necessario avere da SACE – servizi assicurativi e finanziari per l’export - un maggiore supporto attraverso coperture più alte, estese anche a quei Paesi che oggi vengono indicati ad alto rischio.  Pur risultando evidente che si tratta di un’operazione non scevra di incognite, che dovrebbe però essere valutata in questo particolare momento, nel quale, ha dichiarato il Presidente di Latterie Inalpi, “è necessario che tutti sappiano guardare oltre ed includere il rischio imprenditoriale nelle proprie prospettive, per raggiungere obbiettivi comuni. Non è più questo il tempo dei soli passi cauti, ma si richiede, e non solo agli imprenditori, di avere capacità di iniziativa e carattere per affrontare operazioni che potranno essere di slancio per l’intera economia del Paese”.

Ed infine, un suggerimento rivolto all’ottimizzazione della gestione della rete di enti esteri, vista come spunto per produrre indubbi vantaggi sulla crescita dell’export italiano. “Ritengo – ha dichiarato Invernizzi - che potrebbe essere rilevante conferire alle nostre Ambasciate, un incarico di coordinamento, che le renderebbe interlocutore unico, per la promozione del Made in Italy, per la creazione di nuovi canali di contatto, e per la gestione di tutti i passaggi necessari, sia nella fase di ingresso che in quella di gestione, delle aziende italiane all’estero. Sarebbe importante prevedere un sistema di premialità, attraverso il quale verificare la crescita dell’export nei singoli Paesi. Un meccanismo, aderente al sistema imprenditoriali, che avrebbe il pregio di diventare strumento di valutazione delle attività svolte, creando un relativo e proporzionale riconoscimento a coloro i quali raggiungano gli obbiettivi prefissati.”