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Magazine e20

e20 n.113. Il mix perfetto nel futuro della event industry? Tecnologia, sostenibilità e valorizzazione della professionalità

Nello speciale sui 20 anni della rivista e20, il futuro del settore, illustrato dai principali player che hanno spiegato la loro vision di come evolverà il mercato e di quello che possiamo aspettarci

Iniziamo con una citazione di Francis Bacon riportata durante un’intervista da Fabian Peroni, ceo Gruppo Peroni Eventi: “Chi non applica nuovi rimedi dev’essere pronto a nuovi mali; perché il tempo è il più grande degli innovatori”. La capacità di trovare strade nuove, mantenere alta l’asticella dell’innovazione e reinventarsi sono e rimarranno il motore per l’evoluzione e la crescita del settore della event industry.

Su questo sono tutti concordi i protagonisti del settore intervistati per il numero dei 20 anni della rivista e20: le parole d’ordine del futuro degli eventi saranno sostenibilità, digitale, ma economia circolare, nuova mobilità, diversità, sicurezza. La pandemia ci ha insegnato a non doverci adattare a un’unica soluzione, ma cercare di essere sempre pronti a ogni evenienza, portando soluzioni sempre nuove e diverse e iniziando a programmare e progettare già con molto anticipo, evitando sorprese sgradevoli.

SOSTENIBILITÀ

Il mondo ha bisogno di semplicità, le persone saranno sempre più sensibili agli sprechi e al superfluo. L’essenziale sarà un valore percepito e la creatività avrà un ruolo determinate: dovrà sempre più trovare soluzioni armoniche con l’ambiente per risultare empatica ed efficace. “Pensare un evento nativo sostenibile sarà la nuova direzione – precisa Mario Viscardi, partner e direttore artistico Piano B -, proporre contenuti socialmente, culturalmente e produttivamente sostenibili sarà un obiettivo imprescindibile, tutto il resto verrà da sé”.

È d’accordo Giulio Merlo, ceo dell’omonima agenzia: “In futuro sarà molta più attenzione all’impiego della sostenibilità in più utilizzi e fattori possibili; più attenzione nei confronti dell’utente finale unito a un suo coinvolgimento attraverso l’utilizzo del digitale, potendo creare un dialogo sempre più forte e dinamico con il pubblico a cui ci rivolgiamo”.

IL RICONOSCIMENTO DEL TALENTO

Pandemia e digitalizzazione hanno messo la casa sempre più al centro della nostra vita: lavoriamo da remoto, scegliamo la spesa a domicilio e amiamo le app di delivery. Questo rende i momenti di incontro ancora più straordinari. Diventano occasioni per vivere esperienze significative che coinvolgono tutti i sensi e ci ricordano quello che siamo: animali sociali, soprattutto al di fuori del mondo digitale.

“È essenziale restare in ascolto - spiega Giorgia Tosato, chief vision officer This Is Ideal -. Comprendere l’evoluzione degli spazi di conversazione per capire come creare momenti di valore riconosciuti dalle nicchie di riferimento, anche al di fuori dell’evento”

“Dobbiamo imparare a dialogare con le generazioni più giovani - precisa Chicco Nobili, co direttore generale Noloop -, i nuovi talenti, studiare come si muove l’AI, come cambiano i social media e anticipare quelli che stanno per uscire sul mercato. Solo così possiamo guidare i clienti nella realizzazione di un evento che li rappresenti”.

La valorizzazione del talento è citata anche da Antonio Abete, presidente Filmmaster - che la inserisce in un mix all’interno del quale troviamo anche internazionalizzazione, differenziazione del business, promozione, innovazione e spinta sulle nuove tecnologie: “Solo con questo mix, infatti, sarà possibile cogliere questa sfida, che è già un qualcosa di presente e non solo una prospettiva futura”.

Una industry più basata sulla veridicità di quello che si dichiara, sul riconoscimento dell’eccellenza della consulenza e della qualità, sul non sperperare inutilmente risorse e sempre più lontana dal servilismo delle agenzie verso i clienti, è quella che si augura Davide Verdesca, chairman e ceo SG Company Società Benefit: “Voglio sperare che ci sia una maggiore consapevolezza da parte dei clienti delle competenze delle agenzie e che invece non esista più un’estrema polverizzazione del mercato, come succede oggi”.

L’idea, l’esperienza e la professionalità rimarranno dunque la base del successo di un evento. “È sempre stato fondamentale essere dei pionieri portando le aziende a esplorare nuovi confini e nuovi livelli narrativi. Ci va naso e un pizzico di incoscienza”, sottolinea Katia Zanichelli, co-founder Comyounica.

TECNOLOGIA

La sfida più importante si giocherà sul terreno tecnologico, soprattutto sui temi dedicati a VR, AR, AI e Metaverso. E come per altre grandi invenzioni o tecnologie, serve che gli imprenditori più innovativi aprano la strada al futuro. “La sfida sarà trarre da queste grandi innovazioni il maggior beneficio possibile per tutto il settore e per creare eventi sempre più coinvolgenti e di maggiore impatto”, precisa Carolina Mailander, fondatrice e amministratore unico Carolina Mailander Comunicazione.

“L’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, il Metaverso e l’internet of Thing continueranno la loro affermazione ed entreranno sempre di più anche nel mondo della progettazione e della narrazione. “Quello che possiamo fare - precisa Daniele Zambelli, fondatore e presidente - è usare questi strumenti aumentando la consapevolezza, perché se c’è una cosa che non può fare l’AI è manifestare quella consapevolezza che nasce dall’empatia, che non è solamente la capacità di vedere le cose e di ‘parteciparle’, ma è anche la capacità di ascoltare e di mettere in connessione. La diffusione di queste tecnologie intelligenti ci obbliga a fare sempre meglio e sviluppare il nostro lavoro di progettisti anche usando questi nuovi strumenti”.

Il metaverso offrirà incredibili opportunità per creare eventi unici e coinvolgenti che supereranno le barriere geografiche. Integrando l’intelligenza artificiale, si sarà in grado di proporre esperienze personalizzate e interattive che si adattino alle preferenze e alle esigenze dei singoli partecipanti. Questa integrazione ci permetterà non solo di mantenere il networking e l’interazione sociale tipici degli eventi tradizionali, ma anche di offrire un’esperienza unica e immersiva che combini i migliori aspetti degli eventi fisici e virtuali.

“Gli utenti - racconta Simone Sidoli, ceo & founder 20Action - potranno partecipare simultaneamente agli eventi reali e virtuali sfruttando il metaverso e le tecnologie VR/AR, interagendo direttamente con gli altri partecipanti. Potranno anche scegliere il proprio percorso, l’aspetto grafico o l’adattamento alla comunicazione, incorporando la multiculturalità non solo attraverso diverse lingue, ma anche mediante autentiche esperienze culturali”.