Inchieste

Riccardo Cioni (La Buccia): "Le Olimpiadi 2020 sarebbero state rischiose, meglio essere prudenti"

Abbiamo contattato alcuni esperti del settore eventi per raccogliere delle riflessioni sulla decisione di Monti di non candidare l'Italia ai Giochi Olimpici. Secondo Cioni "Questa tipologia di eventi necessita di infrastrutture impattanti con il piano urbanistico e architettonico delle città. Bisogna valutare bene per non correre il rischio di ritrovarsi con città 'martoriate' dagli interventi, come nel caso di Firenze per i Mondiali del 1990".

L'Olimpiade del 2020 non si farà a Roma. Come dichiarato nei giorni scorsi dal premier Mario Monti, l'Italia ha ritirato la propria candidatura ai Giochi.
La crisi economica, il caso di Atene 2004 e i costi raddoppiati per l’Olimpiade che si svolgerà a Londra sono stati decisivi nel convincere il premier, pur sapendo che le Olimpiadi possono rappresentare anche una grande occasione di sviluppo.
Restano in corsa Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku. La scelta verrà fatta a Buenos Aires il 7 settembre 2013.

A questo proposito, abbiamo contattato alcuni esperti del settore eventi Cioni_Riccardo_1.jpgper raccogliere delle riflessioni sulla decisione di Monti.

Oggi ne parliamo con Riccardo Cioni, amministratore unico La Buccia.

Cosa ne pensa della nostra 'ritirata' per la corsa alle Olimpiadi 2020?
Non ho gli elementi per valutare il budget ed relativi ritorni economici di questa scelta ma ho la percezione che non sia il momento di impegnarci in investimenti così significativi senza averne un controllo totale e assoluto, sotto ogni aspetto. Siamo in bilico tra far ripartire l’economia e collassare. Ogni progetto così imponente e rischioso potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.

È d'accordo con Monti o ritene che l'evento avrebbe potuto incidere positivamente sul Paese?
Concordo pienamente con il governo Monti anche perché questa tipologia di eventi ha bisogno di infrastutture spesso impattanti con il piano urbanistico e architettonico delle nostre martoriate città, basta pensare a Firenze e cosa è stato costruito (e poi finalmente distrutto) per i Mondiali del '90. Milioni di euro spesi in “cattivo gusto” e poi bruciati. Adesso basta, meglio essere più prudenti.

Restano in corsa Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku. Per chi fa il 'tifo'?
Tifo per Istanbul per il significato politico, economico e sociale di questa scelta. Potrebbe essere una vera opportunità per avvicinare una cultura “di frontiera”, geograficamente già vicina, ma che ha bisogno di essere più conosciuta, di allargare il consenso e di svilupparsi economicamente. 

S.R.