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Benvenuti nell'era dell'Expo Specialist. Uevents lavora per Expo Milano e guarda a Dubai 2020
Occuparsi dei padiglioni all'Esposizione Universale significa, per le agenzie, avere professionisti con competenze a tutto tondo, in grado di gestire le innumerevoli richieste e situazioni dei clienti. Ne hanno parlato l'agenzia Uevents e i partner GiòForma ed Event Management.
Non un semplice product manager, ma una figura più completa con competenze a 360 gradi, che sappia occuparsi degli infiniti aspetti legati alla presenza di un Paese all'Expo: è insomma un po' un 'Expo Specialist', quello che ci vuole per dare risposte efficaci e soluzioni innovative alle esigenze dei clienti che vogliono essere presenti all'Esposizione Universale con un padiglione.
Di questo si è parlato nella seconda giornata (26 novembre) al BizTravel Forum durante il seminario intitolato 'Expo 2015: un incubatore per le professionalità del futuro. Da Milano 2015 a Dubai 2020' con l'agenzia Uevents (Gruppo Uvet) insieme ad alcuni suoi partner.
A oggi, l'agenzia si occuperà del padiglione Usa, ma ha numerosi altri accordi in via di definizione entro la fine dell'anno, per un totale di circa 18/20 incarichi (vedi notizia correlata a fondo pagina).
Il punto di partenza è chiaro: l'Expo è una macchina gigantesca, che durerà sei mesi, e in cui i Paesi che vi partecipano vogliono essere rappresentati al meglio, in ogni aspetto e in ogni momento. La sfida per le agenzie di eventi è quindi quella di fare crescere al proprio interno figure capaci di affrontare richieste che vanno dal catering alla location, dall'allestimento alla logistica, fino ad arrivare ovviamente agli innumerevoli eventi previsti in sei mesi di palinsesto.
Il punto di partenza è chiaro: l'Expo è una macchina gigantesca, che durerà sei mesi, e in cui i Paesi che vi partecipano vogliono essere rappresentati al meglio, in ogni aspetto e in ogni momento. La sfida per le agenzie di eventi è quindi quella di fare crescere al proprio interno figure capaci di affrontare richieste che vanno dal catering alla location, dall'allestimento alla logistica, fino ad arrivare ovviamente agli innumerevoli eventi previsti in sei mesi di palinsesto.
“Il product manager deve avere una competenza a 360 gradi - spiega Davide Mazzucchelli,da circa un mese executive creative director Uevents (vedi notizia correlata a fondo pagina) -, deve saper interagire con paesi con culture e lingue diverse, con alla base una forte esperienza negli eventi”.
“Innanzitutto è necessario fare una accurata mappatura del mercato internazionale – ha spiegato Laura Garbarino, ceo Uevents, partendo dalla propria esperienza – recandosi nei paesi per capire quali sono le aspettative. Inizialmente, si percepisce una diffidenza diffusa nei confronti dell'Italia che, una volta superata, viene sostituita dallo stupore nei confronti delle soluzioni che un'agenzia italiana può offrire”.
Le richieste che arrivano dai Paesi interessano tutti i fronti: dall'allestimento, che deve essere in linea con la cultura del Paese, al personale, che deve conoscere la lingua ma anche avere dimestichezza con il mondo degli eventi. C'è poi l'hospitality, per cui ci si deve anche inventare soluzioni nuove".
“Innanzitutto è necessario fare una accurata mappatura del mercato internazionale – ha spiegato Laura Garbarino, ceo Uevents, partendo dalla propria esperienza – recandosi nei paesi per capire quali sono le aspettative. Inizialmente, si percepisce una diffidenza diffusa nei confronti dell'Italia che, una volta superata, viene sostituita dallo stupore nei confronti delle soluzioni che un'agenzia italiana può offrire”.
Le richieste che arrivano dai Paesi interessano tutti i fronti: dall'allestimento, che deve essere in linea con la cultura del Paese, al personale, che deve conoscere la lingua ma anche avere dimestichezza con il mondo degli eventi. C'è poi l'hospitality, per cui ci si deve anche inventare soluzioni nuove".
"Abbiamo preso in affitto 200 appartamenti arredati - continua Garbarino -, mentre stiamo ristrutturando una palazzina che cadeva in rovina e che daremo, una volta finito l'Expo, all'Ospedale Sacco per i bambini malati di tumore”.
E, ovviamente, anche il catering. “Quello che ci viene chiesto è di gestire un'intera area espositiva - spiega -. Il che significa occuparsi di tutto: il menu, il layout, l'allestimento, e via dicendo”.
Inevitabile, poi, per i Paesi partecipanti, è la richiesta di eventi non solo all'interno dell'Expo - con cadenza sia quotidiana che periodica, culminando con il National Day -, ma anche nel fuori Expo: il che significa trovare location disponibili per sei mesi.
Inevitabile, poi, per i Paesi partecipanti, è la richiesta di eventi non solo all'interno dell'Expo - con cadenza sia quotidiana che periodica, culminando con il National Day -, ma anche nel fuori Expo: il che significa trovare location disponibili per sei mesi.
“Abbiamo preso una villa a noleggio, che gestiremo – continua Garbarino – e stiamo mettendo a posto una vecchia concessionaria di auto in zona Certosa. Ma guardiamo anche con interesse alle vecchie fabbriche in disuso”.
Fondamentale in tutto ciò è anche il ruolo dei partner del Gruppo, che ha costituito una rete importante di professionisti capaci. Fra questi lo studio GiòForma, che curerà, fra le varie cose, gli interni del padiglione italiano per il quale realizzerà l'Albero della Vita, una torre di acciaio e legno alta 35 metri.
Fondamentale in tutto ciò è anche il ruolo dei partner del Gruppo, che ha costituito una rete importante di professionisti capaci. Fra questi lo studio GiòForma, che curerà, fra le varie cose, gli interni del padiglione italiano per il quale realizzerà l'Albero della Vita, una torre di acciaio e legno alta 35 metri.
“L'Expo è un'esperienza che ci dà la possibilità di completare nostra preparazione professionale – ha spiegato Claudio Santucci, direttore creativo e partner -. Ci vogliono competenze architettoniche, tecnologiche, di allestimento, oltre che del mondo degli eventi”.
Della stessa opinione è Daniele Parazzoli, amministratore unico Event Management. “Anche nel settore delle tecnologie è importante avere conoscenze a 360 gradi, soprattutto di quelle utilizzate all'estero. L'Expo richiede una competenza tecnica per soluzioni custom: perché tutti vogliono qualcosa di nuovo e originale, e tu devi idearlo”.
Per presidiare in modo così importante l'Expo, l'investimento del Gruppo Uvet è ovviamente stato importante, sia in termini economici che in persone e competenze, ma indiscutibile è la convinzione che sia necessario farlo per svolgere un ruolo di primo piano all'Expo di Milano, ma non solo. Il Gruppo guarda infatti anche con interesse alla prossima edizione di Dubai 2020, in vista della quale intende aprire una sede in loco.
Della stessa opinione è Daniele Parazzoli, amministratore unico Event Management. “Anche nel settore delle tecnologie è importante avere conoscenze a 360 gradi, soprattutto di quelle utilizzate all'estero. L'Expo richiede una competenza tecnica per soluzioni custom: perché tutti vogliono qualcosa di nuovo e originale, e tu devi idearlo”.
Per presidiare in modo così importante l'Expo, l'investimento del Gruppo Uvet è ovviamente stato importante, sia in termini economici che in persone e competenze, ma indiscutibile è la convinzione che sia necessario farlo per svolgere un ruolo di primo piano all'Expo di Milano, ma non solo. Il Gruppo guarda infatti anche con interesse alla prossima edizione di Dubai 2020, in vista della quale intende aprire una sede in loco.
“Riteniamo che tutto il lavoro costruito non possa andare perso – conclude Garbarino -, Sarebbe un peccato buttare via le professionalità nate”.
Ilaria Myr


