

Aziende
Linkontro 2025 | L'AI? Un 'super potere' che porterà il PIL italiano a +18%. Parola di Microsoft. Manolova: “3,7 $ è il ROI medio di chi ne investe 1 in Intelligenza Artificiale. Chi non sposerà questa tecnologia perderà quote di mercato”
L'AI non è e non sarà un nemico dell'uomo, ma ne diventerà il collega digitale, un aiuto che consentirà l'efficientamento lavorativo e l'aumento della professionalità umana, portando la qualità lavorativa e un livello più alto con epocali ricadute economiche sui PIL nazionali. Parola di Luba Manolova, Director Solution Group AI Work & Copilot Western Europe Microsoft. Un intervento, il suo, dal forte impatto emotivo per il pubblico de Linkontro 2025, sabato 17 maggio, che ha aperto nuovi orizzonti sul tema dell' intelligenza artificiale, del futuro delle aziende, dell'economia.
“Con Ambrosetti abbiamo stimato per l'Europa un aumento del valore aggiunto del PIL di 2.6 trilioni di euro all'anno, mentre per l'Italia di 366 miliardi di euro all'anno, per i prossimi 15 anni, grazie all'adozione dell'AI.” Numeri da capogiro che in prospettiva, se si investisse in AI, porterebbero a un incremento potenziale del PIL nostrano del 18%.
Viste queste prospettive l'AI appare una direzione obbligata, imprescindibile. Secondo la Manolova le aziende diventano sempre più AI driven. E le realtà che hanno investito in questa tecnologia stanno iniziando a raccogliere i risultati. Si stima che per ogni dollaro speso in AI il ritorno medio sia di 3.7 dollari, mentre per alcune aziende “virtuose” il ritorno è del 10% ottenuto in un lasso di tempo sempre inferiore, 12-13 mesi attualmente, tempistica che si sta ulteriormente abbassando.
Un nuovo “superpotere” quindi, “una nuova dimensione che aiuterà tutti gli individui, ma anche i team di lavoro e le organizzazioni, a esprimere al meglio il proprio potenziale” specifica Manolova. “Adottare l'AI su alcuni processi e workflow, oggi è un'azione rapida da compiere, che richiede qualche settimana.”
Per l'esperta “Chi non investe rischia di perdere quote di mercato. Stimiamo che nei prossimi cinque anni le aziende che non integreranno l'AI nei propri processi potranno smarrire più del 10% della loro market share.”
Esistono già “aziende di frontiera” dove l'intelligenza artificiale è presente e convive nei processi. Realtà dove ogni utente è dotato di un proprio assistente AI personale, che ne migliora efficienza e rapidità di esecuzione. La fase successiva dell'incorporazione vede la presenza di veri e propri agenti digitali. “Come se fossero i nostri nuovi colleghi: esperti di cui abbiamo bisogno per andare a indirizzare e svolgere tematiche più complesse, di dettaglio, di cui magari non abbiamo ancora piena conoscenza.” Secondo Luba Manolova l'umano sarà sempre sul sedile di guida dell'AI, dominando la tecnologia e intervenendo su particolari complessità e casi specifici.
Sul fronte della comunicazione assisteremo a una sempre maggiore personalizzazione delle audience e del cliente, dimensione che diverrà sempre più rilevante grazie anche alla capacità di approfondire argomenti d'indagine con crescente profondità e velocità. I brief possederanno una qualità superiore e saranno basati su audience sempre più precise mentre non esisterà più la sindrome da 'foglio bianco'.
Altro tema cruciale riguarda il copyright, fronte sul quale Microsoft ha costituito un comitato specifico che lavora con molti player del mondo della comunicazione, dei media, per costruire una nuova dimensione del rispetto dei diritti di proprietà al fine di garantire la giusta remunerazione e il giusto riconoscimento delle ideazioni umane e degli sforzi lavorativi.