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Calabrò (AgCom): 'Sì al tetto del 45% per la pubblicità, se temporaneo'
Il presidente dell'Autorità per le comunicazioni Corrado
Calabrò, come riportato oggi dalle agenzie, si è espresso formalmente
sul ddl Gentiloni durante la sua audizione alla Camera.
Il pluralismo dell'informazione, secondo Calabrò, è un bene primario anche rispetto alla libertà di iniziativa economica, e dunque le norme mirate ad eliminare le barriere all'ingresso del mercato tv sono apprezzabili. Sempre in nome della salvaguardia del pluralismo, Calabrò ha approvato il tetto del 45% che il testo di Gentiloni pone alla pubblicità. Ma ad una condizione: che si tratti di una misura di "carattere transitorio". Viceversa, se diventasse permanente "si tratterebbe di una norma asimmetrica che mal si concilierebbe con il diritto comunitario in materia di posizioni dominanti" ha spiegato Calabrò.
Durante l'audizione parlamentare il presidente AgCom ha chiesto dunque "un nuovo intervento legislativo" considerato che in Italia "c'è un problema di tutela del pluralismo". Circostanza resa ancor più evidente dalle elezioni politiche che hanno dimostrato come "la partita decisiva" si giochi in televisione. "E' indubbio però che il mercato è in continuo movimento" ha aggiunto Calabrò, che ha definito il digitale terrestre "il ponte levatoio che consente di uscire dal castello dei due signori della tv analogica".
Per questo, ha concluso Calabrò, serve "uno scatto di reni che spinga il paese verso la tecnologia digitale". E siccome la Rai «procede più lentamente» di Mediaset e La7 nella corsa verso il digitale, è opportuno che la riforma del servizio pubblico "segua il più presto possibile il ddl gentiloni". Infine Calabrò ha proposto la creazione di un osservatorio sulla qualità televisiva, anche delle tv private.
Maria Ferrucci

