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Maestri: "Per l'Italia a Cannes sono pessimista"
"Pessimista ma non demotivato". Si sente così
Pietro Maestri, direttore creativo di JWT
Italia, nei confronti delle performance
italiane al Festival di Cannes, dove quest'anno svolgerà il difficile compito di
giurato nella categoria film.
"Sono pessimista perché statisticamente non va mai bene al nostro Paese - spiega al margine dell'incontro con i giornalisti organizzato in occasione della presenza di Bob Jeffrey e Michael Maedel, rispettivamente ceo e chairman, e presidente di JWT Worldwide (vedi notizia correlata). "Non partiamo come altri paesi più agguerriti: basta pensare agli Usa, al Brasile, alla Francia, alla Spagna, ai Paesi Asiatici. Il problema è che lo stile che piace in Italia non piace all'estero, è poco esportabile; è quello un po' da Bagaglino, da commedia televisiva, che va solo qui da noi. Tutto quello che non rientra in questo stile è invece troppo istituzionale, vincolato da troppi paletti da osservare - nei confronti dei clienti, della morale, ecc. ecc... - e da troppa consuetudine. I possibili exploit creativi si riducono quindi enormemente. Basti pensare al numero di spot italiani che entrano in shortlist: troppo spesso uguale se non minore al numero di ori, argenti o bronzi vinti da un'agenzia estera, come ad esempio Tbwa Parigi. Non è però una novità di quest'anno, è sempre stato così: a parte qualche eccezione come Peugeot Citroen di tre anni fa, il trend noi è stato molto positivo, soprattutto negli ultimi anni".
E fra gli spot di quest'anno, quali potrebberio vincere qualcosa quest'anno? "Francamente non mi viene in mente nessun lavoro memorabile. Possiamo forse sperare che il livello generale si abbassi, così che si appaia meglio noi, ma è un po' triste".

